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sabato 25 aprile 2009

Pitagora secondo Tito Livio

Precedenti:

Aristotele, i Pitagorici e i corpi che si muovono nel cielo...
La sapienza degli antichi: Pitagora e gli strumenti per correggere i sensi
Giamblico - I misteri dell'Egitto
Moderazione...
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Pitagora... sempre lui.
Tito Livio doveva tenerlo in grande considerazione, e come lui i suoi predecessori!

Storia di Roma, volume I:
"Erano a quel tempo, famosi il senso di giustizia e la pietà di Numa Pompilio. Abitava a Curi, capitale dei Sabini, ed era l'uomo di maggior cultura, per quanto riguarda il diritto umano e divino, che si potesse trovare a quei tempi.
Secondo una ipotesi errata (ma in chi altro si sarebbe potuto identificare il suo maestro?) ad impartirgli l'insegnamento sarebbe stato Pitagora di Samo: ma sappiamo che costui raccoglieva attorno a sé, nelle regioni estreme d'Italia, a Metaponto, Eraclea e Crotone, dei giovani, tra loro in gara a chi dimostrava maggior zelo, quando a Roma, più di cento anni dopo, regnava Servio Tullio".

Ricordiamo che, secondo la cronologia oggi riconosciuta:

- Numa Pompilio, secondo Re di Roma, visse tra il 754 e il 674 a.C.
- Pitagora visse tra il 575 e il 495 a.C.;
- Servio Tullio regnò su Roma tra il 578 e il 535 a.C.;

Se le date oggi conosciute sono esatte si può pensare che effettivamente Tito Livio avesse ragione a ritenere impossibile che il maestro di Numa Pompilio fosse Pitagora... ma sarebbe interessante capire da dove e da chi provenga questa leggenda...

"Ma se anche fossero stati contemporanei, come avrebbe potuto giungere ai Sabini da città così lontane la fama di Pitagora? E ricorrendo a quale linguaggio avrebbe suscitato in qualcuno la voglia di apprendere? Con che mezzi un uomo solo avrebbe potuto attraversare popoli tanto diversi per lingua e costumi?"

Queste le domande che si poneva Tito Livio (59 a.C. - 17 d.C. circa).
Chi può sapere se lui avesse avuto notizia delle leggende su Pitagora?
Se così fu, non ci ha però lasciato detto niente di più...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO