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mercoledì 21 gennaio 2009

Marco Aurelio e la fine del mondo antico

Marco Aurelio salì al trono il 7 marzo del 161 d.C., alla morte del padre adottivo Antonino Pio.
L'impero romano avrebbe conosciuto uno splendido imperatore, un'altro, dopo Antonino Pio!
Era il tempo delle eresie, dello sviluppo della religione cristiana, dei grandi filosofi e dei grandi pensatori ma era anche il periodo della decadenza dell'impero. Da li a poco un altro imperatore, Commodo, scelto per successione, avrebbe causato danni irreparabili... grande errore commise Marco Aurelio nel non seguire la tradizione di adottare il migliore per farlo imperatore!
Suo maestro fu Giunio Rustico che ebbe il merito, così ci dice lo stesso Marco Aurelio, di avergli: "fatto conoscere i Colloqui di Epitteto"!
Epitteto, filosofo greco, stoico...
Ma il suo maestro, quello vero, il suo maestro di vita fu il padre adottivo, Antonino Pio!
Da lui apprese il modo di vivere da imperatore...
Marco Aurelio scriveva i suoi pensieri, sugli uomini e sul loro modo di comportarsi, e sul suo modo di essere...
Sulla cattiveria dell'uomo scrisse "Se puoi correggili; se non puoi rammenta che ti fu data la bontà per esercitarla a loro favore..." oppure "Il miglior modo di vendicarsi dei malvagi è questo: non rassomigliare a loro!".
Marco Aurelio era fondamentalmente buono ma questo non gli impediva, quando occorreva, di prendere decisioni da imperatore! Sotto il suo regno la persecuzione contro i cristiani proseguì, anche se forse attenuata...
Renan con la scusa di una biografia su Marco Aurelio ci porta per mano attraverso il mondo del II secolo... ci presenta Celso, l'amico di Luciano di Samosata, Clemente, Marcione e Apelle coi suoi "sillogismi", Giulio Cassiano e i "discorsi contro gli elleni", Filone di Biblos, Melitone e i suoi uomini divinizzati...
E che dire della leggenda ebraica di Gesù?
Alla fine la Chiesa vince su tutto, sullo stesso Marco Aurelio che quasi scompare dietro la storia della religione così sapientemente illustrata!
La religione é necessaria, secondo Renan, perché "la ragione avrà sempre pochi martiri. Ci sacrifichiamo soltanto per quel che crediamo; e questo é l'incerto, l'irrazionale; il ragionamento si subisce, ma non si crede. Ecco perché la ragione non spinge ad agire, spinge piuttosto ad astenersi...", é la religione che ha la forza di spingere le masse.
Marco Aurelio...
Grazie Renan! Grazie...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 18 gennaio 2009

Si può imparare a scrivere poesie?

Tanti anni fa provai a scrivere la mia prima poesia... ero arrabbiato con me stesso, triste, abbattuto... l'animo c'era... così buttai su di un foglio le mie sensazioni!
Ottenni un misero risultato e qualche giorno dopo, rileggendo la "poesia" pensai che forse era meglio lasciar perdere, invece, decisi di provare a migliorare quello che avevo scritto...
Col tempo mi resi conto che occorre non solo una buona disposizione d'animo ma anche qualcos'altro. Cosa?
Non so, forse occorre sentire il ritmo, la musica, forse occorre far si che il ritmo e la musica che c'é nella tua poesia o nel tuo cuore vada a finire dentro i versi.
Se scrivi spinto dalla malinconia, i versi devono rispecchiare i tuoi sentimenti, se scrivi perché hai troppa gioia nel cuore la poesia deve recepire le tue sensazioni...
Non é facile, ma quando ci riesci sei felice.
Col tempo ho fatto altre prove, ho scelto degli argomenti e ho provato a scrivere, senza trovarmi predisposto, come semplice esercizio...
Ma mi sono subito reso conto che scrivere per esercizio é ancora più difficile che scrivere spinto da un impulso che proviene dall'anima!
L'argomento é quello classico, di tanti pittori, scultori e poeti, "le quattro stagioni".
Una poesia per ogni stagione, pensai, vediamo cosa esce fuori...
Beh, il risultato se vi interessa è disponibile ai link:
Primavera
Estate
Autunno
Inverno.
Ma quando iniziai a scrivere mi resi conto che la prima poesia non voleva nascere, e comunque non la sentivo mia.
Pensai che occorreva riempire le stagioni di un altro significato, qualcosa che le legasse a me indissolubilmente. Dovevo scrivere in poesia la mia vita... e cercare di legarla alle stagioni. e così feci!
Certo, sono delle poesie di tanti anni fa, ma mi hanno insegnato una cosa importantissima, tutto é possibile, basta trovare la strada giusta.
Imparare a scrivere poesie secondo me é possibile, basta trovare dentro di se la strada giusta!
Certo, magari non si diventa famosi, ma se lo si sente si può diventare poeti...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 17 gennaio 2009

Guerra (2002)

Pensa quante volte ti ho scritto ti amo

E non è bastato a consolarci

Quando fuori infuriava la battaglia

E ancora adesso c’è puzzo di morte

Esala dai campi abbandonati

E dalle macerie ricomposte


Pensa quante volte hai visto

Un bambino morire per sbaglio

O deliberatamente fatto bersaglio

Perché il sangue innocente

Lasciasse la sua indelebile traccia


Pensa quante volte ti ho raccontato

Quando vestito da soldato

Sono andato a raccogliere i fantasmi

Delle nostre guerre da telecomando

E non sono più tornato


Pensa all’immane oceano di sofferenza

Che stenta ad inondarci da lontano

Ma è questione di giorni forse di ore

E vedremo le stesse immagini notturne

La nostra guerra già vinta


Una interminabile fila di prigionieri

Con le mani sul capo giunte

Canta e prega l’agonia degli uomini

Continuo a sentire quel lamento

Mi turo le orecchie ma lo sento più forte.


Giuseppe MARCHI

domenica 11 gennaio 2009

La costituzione degli Ateniesi e la corruzione dei giudici

Aristotele, la costituzione degli Ateniesi.
Ecco che ancora una volta mi ritrovo immerso nelle mie letture... e come sempre accade, il presente non é poi tanto diverso dal passato.
Oggi non si sente parlare d'altro che di giustizia, corruzione, riforma della magistratura, modifica della costituzione... ma in passato era poi tanto diverso?
Secondo Aristotele no.
Siamo ad Atene, nel 432 a.C., e sta scoppiando la guerra del Peloponneso descrittaci magistralmente da Tucidide. Pericle é a capo del partito popolare, fu il primo a istituire, tra le altre cose, i compensi per i tribunali, forse solo per rivaleggiare con Cimone, ricco cittadino, in notorietà!

Ma basta premessa, sentiamo Aristotele cosa ha da dirci:

"Pericle [..] propose di distribuire al popolo gli averi dello stato, dato che non ne aveva di propri, e istituì un rimborso per i giudici; per questo motivo alcuni lo accusano che le cose andarono peggio, poiché si sottoponevano al sorteggio con maggior zelo più cittadini a caso che uomini onesti. E dopo questi avvenimenti cominciò anche la corruzione dei giudici, come dimostrò per primo Anito dopo la sua strategia esercitata a Pilo. Accusato infatti da alcuni di aver consegnato ai nemici pilo, corruppe il tribunale e fu assolto".

E si, caro Aristotele, noi italiani ti capiamo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 10 gennaio 2009

Diodoro Siculo e la sua opera: Biblioteca storica.

Diodoro Siculo é uno storico della Magna Grecia, di Agirion in Sicilia (attualmente nota come Agiria in provincia di Enna), vissuto nel I° secolo a.C.

Dopo un viaggio in Egitto compiuto intorno al 60 a.C. e grazie alle risorse disponibili a Roma e alla sua conoscenza anche del latino, cominciò la stesura della sua opera universale, la "Biblioteca storica".
La Biblioteca era composta da 40 libri, descritti dallo stesso Diodoro:

[Biblioteca storica, libro I, 6-7]
"Dei nostri libri i primi sei contengono le vicende precedenti la guerra di Troia e le leggende mitiche, e di questi i primi tre le antichità dei barbari e quelli successivi quasi soltanto quelle dei Greci. Negli undici libri seguenti abbiamo registrato le vicende del mondo dalla guerra di Troia alla morte di Alessandro.
Nei ventitré successivi abbiamo trattato tutti gli altri avvenimenti fino allo scoppio della guerra combattuta dai Romani contro i Celti, nel corso della quale il comandante Gaio Giulio Cesare, che ricevette l'epiteto di dio per le sue imprese, sconfisse la maggior parte dei popoli celtici più bellicosi e ampliò l'impero di Roma fino alle isole Britanniche"

Purtroppo solo una parte dei quaranta libri ci sono giunti, i primi cinque e i libri dall'XI al XX, dei restanti ne soppravvivono solo frammenti...

Opera monumentale, come già detto, che raccoglie non solo la storia ma anche le principali mitologie greche ed egizie e in molti casi Diodoro offre spiegazioni alla nascita dei miti.
Diodoro inoltre mette sull'avviso il lettore che data l'estensione temporale della sua opera non garantisce sulle date precedenti alla guerra di Troia... troppo tempo é passato e troppi racconti spesso contraddittori si sono succeduti nel tempo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Diodoro Siculo... perché é importante la Storia?

"E' giusto che tutti gli uomini tributino grandi ringraziamenti agli autori di storie universali, perché con le loro personali fatiche costoro aspirarono a giovare alla vita della società..."

Così inizia "Biblioteca Storica" di Diodoro Siculo, grande opera di storia universale.

Diodoro infatti, e io con lui, pensava che la storia fosse la madre di tutte le opere, fornendo guida e insegnamento agli uomini senza sottoporli al rischio.
Tutto ciò che é già stato messo in atto da altri, giusto e meritevole di essere seguito o sbagliato e meritevole di essere conosciuto al fine di evitare lo stesso sbaglio, serve da guida a chi ha il compito di guidare la società.

Diodoro ci dice che la storia grazie al ricordo delle opere buone stimola l'uomo a compierne di migliori, "fondare città, promulgare leggi a garanzia della sicurezza e della via sociale, a sviluppare scienze ed arti a beneficio delgenere umano"...

La storia, per Diodoro, é: "custode delle qualità degli uomini importanti, testimone della cattiveria di quelli ignobili, benefattrice dell'intero genere umano [..] é come la madrepatria di tutta la filosofia".

Ecco casa si intende per storia, ecco dunque che gli uomini, che per la "debolezza della loro natura, vivono una brevissima parte dell'eternità e sono morti per tutto il resto del tempo [..] di quelli che nel corso della loro esistenza non hanno fatto nulla di notevole, con la morte del corpo finisce anche ogni altro aspetto della loro vita, le azioni di quelli che con il loro valore si sono guadagnati stima sono ricordate in eterno, proclamate per ogni dove dalla voce divina della storia [..] la storia rende immortali le loro qualità".

Ecco dunque cosa é la storia... ancora oggi!
Occorre semplicemente studiarla...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 8 gennaio 2009

Diodoro Siculo e gli Egizi...

Diodoro Siculo... autore di una delle più conosciute e studiate opere enciclopediche di storia antica.
L'opera si chiama "Biblioteca storica" e fu composta nel I° secolo a.C. in lingua greca...
Purtroppo il tempo ha distrutto buona parte dei quaranta libri che componevano la Biblioteca Storica ma per fortuna i primi tre libri sono sopravvissuti e per natale mi sono stati regalati. Così vi posso dire cosa sapeva Diodoro a proposito dell'Egitto.
Voglio iniziare con una curiosità, Eracle era Egiziano!
Ma sentiamo Diodoro...

[libro primo, 24]
"E infatti Eracle, che era egiziano d'origine, grazie al suo valore visitò larga parte del mondo abitato, e pose la sua colonna in Libia..."
Questo è il più antico Ercole/Eracle conosciuto dagli egizi. Secondo loro questo grande eroe e condottiero visse nel periodo del mitico Osiride e cioè tra i diecimila e ventitremila anni prima del momento in cui scriveva...

[libro primo,17]
Eracle infatti fu nominato Generale di tutto il paese dell'Egitto da Osiride.
L'Eracle di cui parlavano i greci invece visse una generazione prima della guerra di Troia (circa 1200 a.C.) e alla nascita si chiamava Alceo.
Gli fu cambiato il nome in Eracle perché cercò di emulare l'Eracle antico (queste informazioni arrivavano a Diodoro da Matris di Tebe).
Interessante vero?
E di Osiride allora, che mi dite?

Ma quanto sono attendibili le informazioni che ci ha tramandato Diodoro?
E' chiaro che non possiamo credere a tutto ciò che ci dicono gli antichi anche perché spesso i loro testi ci sono giunti "ritoccati" o ricostruiti, ciò non toglie che anche a quei tempi esistevano delle fonti e Diodoro le usò per quello che gli era possibile.
Ma poco importa ciò che io penso, mi rifaccio però allo stesso Diodoro che dice:

[Libro primo, 69-7]
ora, per quanto riguarda ciò che hanno inventato Erodoto e qualche autore che ha trattato le vicende egiziane, preferendo deliberatamente alla verità la narrazione di storie strabilianti e la creazione di miti fittizi per affascinare i lettori, lo ometteremo, mentre esporremo proprio ciò che é scritto nelle cronache dei sacerdoti egiziani e che abbiamo esaminato scrupolosamente".
Dunque, fino a prova contraria io concedo a Diodoro la fiducia che secondo me si merita, senza credere a tutto ciò che dice ma senza neanche sottovalutare ciò che dice!

Diodoro Siculo spesso riporta notizie strane, particolari... tra queste a mio parere c'é né una veramente interessante...

[Biblioteca storica, Libro I, 80]
1. Anche la legge egiziana relativa ai ladri era estremamente singolare, perché ordinava che quanti volevano praticare questa attività iscrivessero il proprio nome nel registro presso il capo dei ladri e, come d'accordo, portassero immediatamente a lui la refurtiva, e che quanti erano stati derubati di qualcosa gli presentassero in modo analogo una lista dettagliata degli oggetti mancanti, aggiungendovi il luogo e il giorno e l'ora del furto.
2. Poiché in questo modo tutti gli oggetti venivano prontamente ritrovati, chi ne era stato derubato doveva pagarne il quarto del valore, acquistando soltanto i propri. Infatti, essendo impossibile trattenere tutti dal commettere furti, il legislatore trovò un espediente per cui ogni oggetto perduto sarebbe stato recuperato dietro pagamento di un piccolo riscatto.

Chissà se esistono altre testimonianze di questa singolare legge...

E vediamo ora cosa ci dice sul Nilo il nostro Diodoro Siculo:

Biblioteca Storica, libro I, 19]
"nelle epoche più remote il fiume ebbe nome Oceane, che in greco significa Oceano; in seguito, essi affermano, a causa dell'irruzione delle acque, gli fu dato quello di Aetos. Più tardi, ricevette la denominazione di Egitto, dal nome di colui che regnò sul paese.
Anche il poeta lo testimonia quando dice:
"tenevo sul fiume Egitto navi ricurve".
Infatti, poiché nella località chiamata Tonis il fiume si getta nel mare, essa fu emporio dell'Egitto; il fiume derivò l'ultima sua denominazione, quella che ha ora, dal re Nileo.

E' mai esistito un sovrano con questo nome?
E cosa significa "in seguito, essi affermano, a causa dell'irruzione delle acque, gli fu dato quello di Aetos"?

Domande aperte a tutti...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO