Immagini tremende di morte e distruzione
mostrate senza sosta
per impressionare e commuovere...
Terra sommersa da acqua e fango assassino,
espressione di una natura violentata nel profondo
che si ribella come può,
distruggendo vite di poveri innocenti.
Nel mezzo polemiche e amministratori incompetenti,
soccorsi inefficienti e disorganizzazione,
tutti risultati dell'ignoranza.
Ma ora basta critiche,
piangiamo i nostri morti e
portiamo sempre con noi il ricordo, senza rancore.
Rimbocchiamoci le maniche e ognuno
faccia ciò che può per voltar pagina,
senza dimenticare che la Natura è nostra Madre,
ci ripaga il bene col bene, il male col male.
Un abbraccio a tutti i sardi da chi è lontano
un pensiero commosso a tutte le vittime,
un urlo potente, FORZA PARIS, a tutti coloro che restano...
a tutti coloro che soffrono!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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sabato 23 novembre 2013
giovedì 21 novembre 2013
Il mito di Cecrope e la relazione con la nascita del Mediterraneo
Il libro è molto interessante e prende in considerazione il periodo il cui la democrazia ateniese fu guidata dall'Alcmeonide Pericle.
Pericle visse tra il 495 e il 429 a.C. e fu, nel bene e nel male, artefice della fortuna ateniese del periodo.
Ma in questo articolo non voglio discutere di pericle o del libro che ho letto, mi interessa solo riportare una informazione che vi ho trovato e cercare di correlarla con altre informazioni provenienti da altri libri e di cui ho parlato in alcuni articoli, in particolare:
- Ancora su "Questioni Naturali"... da Lucio Anneo Seneca;
In questi due piccoli articoli ho messo in evidenza il fatto che, a detta di alcuni autori antichi, il mar Mediterraneo si sia formato in un'epoca molto più recente di quanto pensi oggigiorno il mondo accademico.
Secondo la scienza infatti il mar Mediterraneo si sarebbe formato tra i cinque e i sette milioni di anni fa, verso la fine del Messiniano. Come ben sappiamo in tale periodo l'uomo era ancora ben lontano da essere ciò che è attualmente e difficilmente avrebbe potuto tramandare un accadimento quale l'apertura dello stretto di Gibilterra e le conseguenti distruzioni dovute all'irruzione delle acque nell'attuale bacino.
Ma tutto ciò è già stato detto e se volete potete leggerlo nei due articoli indicati. Torniamo dunque alla notizia che ho appreso leggendo Pericle, ve la riporto così come l'ho trovata, a pag. 146, mentre vengono descritte le decorazioni che si trovano sul frontone del Partenone:
"Le scene dei frontoni rievocano miti propriamente ateniesi: da una parte la nascita di Atena, dall'altra la disputa tra Poseidone ed Atena per il possesso dell'Attica [..] La disputa tra Poseidone ed Atena per il possesso dell'Attica era legata al mito del primo re di Atene, Cecrope. Costui aveva consultato l'oracolo di Delfi a proposito di un doppio prodigio che si era manifestato in Attica: l'improvvisa apparizione di un mare di acqua salata e la nascita di un olivo..."
E qui mi fermo!
Cosa significa questo mito?
A cosa si riferisce Cecrope con "l'apparizione di un mare di acqua salata nell'Attica?
Ho deciso di approfondirne lo studio, anche perchè, dai pochi dati che risultano a disposizione Cecrope è vissuto intorno al 1560 a.C..
Se il mito fosse interpretabile come il ricordo di un avvenimento reale, la conseguenza dell'apertura della nascita del mar Mediterraneo, allora si potrebbe far risalire a quel periodo l'avvenimento.
Occorre ricordare inoltre che si pensa che proprio in quel periodo abbia avuto fine la civiltà Minoica a Creta, forse proprio a causa di uno o più terremoti. Ma non cavalchiamo con la fantasia!
Tempo addietro, leggendo un testo antico, trovai un riferimento al fatto che un tempo la Grecia non era come la si conosce oggi, ma si trattava di un altipiano, che poi la forza del mare trasformò in quello che è oggi, terra frastagliata e isole. Non ricordo dove lessi questa storia ma anche questo si va ad aggiungere a quanto precedentemente detto.
Vi lascio con una semplice domanda:
E se il mar Mediterraneo si fosse formato, diciamo, intorno al 1500 a.C.?
Vi sono evidenze archeologiche che potrebbero sostenere questa teoria?
Io credo che la cosa sia quantomeno possibile ma ne riparleremo più avanti, quando leggendo tra i testi antichi troverò qualche altra traccia di questi avvenimenti antichi!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Teeteto: le conoscenze antiche
Uno dei dialoghi di Platone, Teeteto, ci porta a seguire i protagonisti nell'approfondimento del concetto della "conoscenza".
Cos'è la conoscenza?
Questa la domanda che guida il dialogo, Socrate naturalmente prende per mano i suoi interlocutori cercando di far emergere le contraddizioni interne alle loro affermazioni.
Il dialogo è molto interessante e consente di approfondire il tema della conoscenza da diversi punti di vista, ma al di la di ciò vorrei far notare un passaggio in cui Socrate, criticando i seguaci di Eraclito per il loro comportamento e la loro inconsistenza, fa riferimento alla loro dottrinna come a qualcosa di più antico:
"... di queste concezioni eraclitee o, come tu dici, omeriche e ancora più antiche..."
Questo riferimento è nolto interessante, a mio parere, perchè sostine la mia opinione sul fatto che dottrine e conoscenze della grecia antica non sono altro che reminiscenze dei tempi più antichi, di cui si è persa almeno in parte la conoscenza.
Riflettete gente, riflettete...
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
mercoledì 20 novembre 2013
A mio zio Umberto
Voglio ricordarti così, zio...
con il sorriso sulle labbra,
anche se la malattia ti lasciava poco spazio
per sorridere.
Voglio ricordarti così, zio...
come quando ci portavi al mare
ed in macchina ascoltavamo Celentano.
Voglio ricordarti così, zio...
soddisfatto per la tua famiglia che ti amerà per sempre.
Voglio ricordarti così, zio...
come quando rientravi tardi a casa
e nonna Cenza li ad aspettarti.
Voglio ricordarti così, zio...
con un fumetto di Tex Willer in mano
e tante idee per la testa.
Voglio ricordarti così, zio...
andando al monte in trattore
per festeggiare San Mauro con gli amici.
Voglio ricordarti
e ti ricorderò per sempre.
Grazie per tutto, zio...
Tuo nipote,
Alessandro
con il sorriso sulle labbra,
anche se la malattia ti lasciava poco spazio
per sorridere.
Voglio ricordarti così, zio...
come quando ci portavi al mare
ed in macchina ascoltavamo Celentano.
Voglio ricordarti così, zio...
soddisfatto per la tua famiglia che ti amerà per sempre.
Voglio ricordarti così, zio...
come quando rientravi tardi a casa
e nonna Cenza li ad aspettarti.
Voglio ricordarti così, zio...
con un fumetto di Tex Willer in mano
e tante idee per la testa.
Voglio ricordarti così, zio...
andando al monte in trattore
per festeggiare San Mauro con gli amici.
Voglio ricordarti
e ti ricorderò per sempre.
Grazie per tutto, zio...
Tuo nipote,
Alessandro
Mathematica Doctrinalis, scritti matematici di Cassiodoro, di Giovanni Bianchi
In questi giorni ho avuto l'occasione di leggere il libro "Mathematica Doctrinalis" di Giovanni Bianchi.
Il libro presenta un autore antico, Cassiodoro (Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore), inquadrandolo nel suo tempo.
Cassiodoro nasce probabilmente a Scylacium (Squillace, in Calabria) o, in alternativa a Ravenna, intorno al 490 d.C. e muore a Vivarium località nei pressi di Squillace intorno al 583 d.C..
Cassiodoro apparteneva ad una famiglia di alti funzionari, il padre fu Consulares con l'incarico di Governatore della Sicilia, Ministro del Tesoro e Ministro delle Finanze sotto l'Imperatore Odoacre (a Ravenna). Anche sotto Teodorico il padre esercitò le sue funzioni ai massimi livelli raggiungendo il livello di Patricius; è in questo ambiente che cresce Cassiodoro.
Alla corte di Teodorico Cassiodoro lo troviamo come quaestor, ovvero segretario particolare di Teodorico, all'età di appena diciasette anni, ma non voglio seguire la carriera politica di Cassiodoro, peraltro interessante per cui mi occuperò delle sue inclinazioni culturali e delle sue opere.
Scrive un testo celebrativo dei Goti, Chronica, opera storiografica e, poco dopo, una Storia dei Goti.
In quel periodo a corte si trovavano anche altri personaggi importanti quali Simmaco e Boezio, che però caddero in disgrazia e furono giustiziati, Cassiodoro prese il posto di Boezio con l'incarico di Magister officiorum. La sua carriera proseguì, con incarichi diversi sempre ad altissimo livello fino al 537, anno in cui si ritirò dalla vita pubblica.
In questi anni scriverà le Variae, in cui raccoglie una serie di lettere ufficiali scritte durante tutto il periodo in cui servì sotto i diversi imperatori, e il De anima.
Inizia quindi la sua collaborazione con il Papa Agapito per la realizzazione di un progetto di scuola teologica. Scrisse un commento ai Salmi (Expositio Psalmorum).
Dopo un periodo di esilio passato a Costantinopoli, finalmente rientra in Italia all'età di settanta anni, rientrato a Squillace, fondò un monastero in località Vivarium. Monastero che aveva il compito di conservare e trasmettere ai posteri i testi del tempo, Cassiodoro ne fu un consigliere oltre che finanziatore, ma lui non fu mai monaco.
In questo periodo compone le Institutiones e una serie di altre opere di carattere religioso.
Sono le instituziones al centro della cultura monastica medievale. Si tratta di un'opera enciclopedica che raccoglieva l'elenco dei libri presenti nel monastero e vari riassunti relativi ai più disparati argomenti del sapere organizzato in modo tale da essere da guida per l'istruzione dei monaci del tempo. Tra queste conoscenze si trovava anche il sapere profano e la matematica, che allora si divideva in quattro discipline: aritmetica, musica, geometria e astronomia.
Nel resto del libro il nostro autore traduce le quattro parti della matematica e inoltre aggiunge alcuni testi tratti dalle opere di Cassiodoro, permettendoci di apprezzare meglio il suo operato.
Un grazie a Giovanni Bianchi per la sua opera che oltre a presentare al pubblico l'opera di Cassiodoro ci ricorda un periodo della storia dell'Italia non sempre conosciuto, il periodo dei Goti.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
mercoledì 13 novembre 2013
Armi, acciaio e malattie, di Jared Diamond
Come ogni buon lettore onnivoro che si rispetti, mi sono da poco imbattuto (grazie all'amico Giuseppe!) in un libro di quelli che non è possibile solo assaggiare ma il cui contenuto, pagina dopo pagina, ti spinge a divorare con voracità.
Il libro s'intitola "Armi, acciaio e malattie" e il sottotitolo lascia intravvedere con maggior chiarezza il contenuto: "breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni".
L'autore è il Professor Jared Diamond, insegna Geografia all'Università della California a Los Angeles.
Tutto sembra cominciare da una chiacchierata in spiaggia tra il Professor Diamond e un uomo politico della Nuova Guinea, Yali, durante la quale Yali chiede: "come mai voi bianchi avete tutto questo cargo e lo portate qui in Nuova Guinea, mentre noi neri ne abbiamo così poco?"
Yali e i suoi compaesani usavano il termine "cargo" per indicare i beni materiali che venivano commercializzati!
Questa domanda, elaborata nel tempo e grazie alle esperienze di lavoro in giro per il mondo si trasforma in "Perché la ricchezza e il potere sono distribuite così nel mondo?", trova parziale risposta nel libro che comincia con l'analisi delle diverse civiltà emerse nel mondo dall'ultima glaciazione e delle risorse rese disponibili dal territorio che occupavano.
Risorse in termini di piante e animali domesticabili, minerali, ampiezza del territorio, possibilità di scambi culturali con altre civiltà vicine e cosi via.
Il libro è un percorso di conoscenze che va seguito fino alla fine e che ci porta ad approfondire aspetti differenti dello sviluppo della civiltà umana, fino a giungere ai giorni nostri.
Le idee dell'autore sono espresse sempre chiaramente e discusse da diverse angolazioni affinché chi legge si possa fare una sua idea.
Il libro è veramente ottimo anche se credo che manchi un aspetto che a mio parere è stato importante nell'evoluzione delle civiltà, l'effetto delle catastrofi naturali (terremoti, maremoti, tzunami ecc...) sulla evoluzione/regressione delle stesse.
Il mio consiglio è che questo libro non può mancare nella biblioteca di casa ma non voglio essere io a raccontarvi tutto per cui Vi auguro buona lettura...
E ricordate che in Italia in ogni paese esiste almeno una biblioteca che sarà ben lieta di ricevere il vostro suggerimento d'acquisto qualora il libro non fosse disponibile!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
La vita è un lungo percorso...
La vita è un lungo percorso,
fatto di strade maestre,
di viottoli, autostrade, incroci pericolosi
e compagni di viaggio...
fatto di strade maestre,
di viottoli, autostrade, incroci pericolosi
e compagni di viaggio...
Vi sono tratti di strada caotici,
nei quali si rimane intrappolati
e si viaggia come trascinati dalla corrente.
Senza soste per il riposo,
senza fermarsi a guardare che succede,
senza scegliere a quale bivio svoltare.
Eppure nel mondo esistono strade caotiche e frequentate
come viottoli tranquilli ed isolati,
basta saper guardare!
Di tanto in tanto, allora,
occorre fermarsi a riflettere...
guardare la strada percorsa
e controllare se ci si trova su quella giusta.
E se ci si rende conto di aver imboccato la strada sbagliata,
bisogna avere il coraggio di tornare indietro e se occorre cambiare direzione!
bisogna avere il coraggio di tornare indietro e se occorre cambiare direzione!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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