L'Ospedale
Militare della Trinità a Napoli nel 1896
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Come
purtroppo sappiamo bene, non sempre il nostro Paese, soprattutto dopo
l'annessione del Regno delle Due Sicilie, ha brillato per
intraprendenza e prestigio. La “Italietta”, sorta con l'Unità
nel 1870, ebbe non poche difficoltà, oggettive e soggettive,
nell'affrontare il suo nuovo ruolo nella compagine delle altre
Nazioni, soprattutto europee, di più antica e solida fondazione.
Però non furono pochi, nonostante tutto, i primati che il giovane
Stato riuscì a conseguire! Uno di questi è generalmente sconosciuto
ai più e noto forse solo agli otto cultori di storia o ai quattro di
storia della Medicina o ai due di storia della Medicina militare. Si
tratta del primato mondiale dell'impiego dei Raggi X in ambito
chirurgico per esigenze belliche.
L’8
novembre del 1895 il fisico tedesco Wilhelm Röntgen scoprì quasi
per caso l’esistenza di raggi che, non conoscendone la natura,
denominò, “provvisoriamente” Raggi-X, cioè sconosciuti.
Nel
1901 vinse, per questo, il Nobel. Non brevettò mai la sua scoperta
e, anche per questo, morì povero e vittima dei “suoi” raggi che,
con ogni probabilità, gli produssero un cancro che lo uccise nel
1923.
Nel giro di pochi mesi l'impiego diagnostico dei raggi
rivoluzionò la Medicina. La storia riferisce che già l’anno
successivo nel Regno Unito era in funzione un servizio di
radiologia all’interno di un Ospedale. Ma, come già accennato, è
noto solo a pochi cultori della Materia il primato, ancora una volta
italiano, dell'uso della metodica in ambito sanitario militare.
Non
sappiamo come, in realtà, la scoperta venne realizzata perché
Röntgen nel suo testamento espresse il desiderio che tutta la sua
corrispondenza scientifica venisse bruciata. Mentre
conduceva ricerche sulla fisica delle scariche elettriche,
utilizzando un cosiddetto tubo a gas residuo di Crookes (una
capsula di vetro sottovuoto attraverso cui veniva fatta passare una
corrente elettrica),
vide scintille che generavano fluorescenza e un foglio di carta, sul
quale era stata casualmente spalmata una soluzione al platinocianuro
di bario, brillare di flebile luce. Quando mise oggetti di diversa
densità tra tubo e foglio, per intercettare il “quid” che era
evidentemente proiettato dal tubo sul foglio, si rese conto che su
quest'ultimo venivano evidenziate solo le immagini, le ombre, degli
oggetti più densi interposti mentre quelli meno densi venivano
attraversati senza lasciare traccia sul foglio. Si rese conto che
solo il piombo riusciva a bloccare qualunque tipo di proiezione.
Continuò gli esperimenti per mesi sostituendo il foglio di carta con
una lastra fotografica. Quando chiese a sua moglie, che lo aiutava
nelle ricerche, di mettere la sua mano tra tubo e lastra... eseguì la
prima radiografia sperimentale della storia (il 22 dicembre 1895):
quella delle ossa della mano (compreso l'anello matrimoniale) della
signora Röntgen!
Il 1° gennaio 1896 notificò la scoperta ad un centinaio di
colleghi, in Germania e all’estero, Italia compresa.
Quell’alba
di un nuovo anno divenne, per la scienza e la società, l’alba di
una nuova epoca. La
notizia della scoperta venne resa pubblica in Italia attraverso i
fogli del Corriere della Sera nella edizione del 12-13 gennaio 1896.
Lo
stesso Corriere, in quel suo primo annuncio, intravedeva già “…
la pratica applicazione come grande aiuto nella chirurgia”. E
spiegava perché: “Con simile processo, sarà agevole riconoscere
la natura, l’importanza delle fratture, le ferite delle armi,
specie di quelle da fuoco. Nella estrazione delle palle soprattutto,
il nuovo metodo di investigazione risparmierà al ferito il metodo
attuale, così tormentoso, del sondaggio, operato spesso a caso”.
Quello
che Röntgen aveva scoperto, ma che non aveva ancora del tutto chiaro
cosa fosse, era che in certe condizioni gli elettroni che vengono
normalmente emessi dai tubi con cui stava facendo esperimenti si
trasformano in una radiazione elettromagnetica con la capacità di
penetrare quasi qualsiasi materiale. Si scoprì, poi, che essa poteva
causare gravi patologie e danni genetici che si possono evidenziare
nelle successive generazioni e, in effetti, diversi utilizzatori dei
raggi svilupparono patologie ad essi correlate. Attualmente tutti gli
usi dei raggi-X sono attentamente e severamente normati proprio per
evitare danni da sovraesposizione.
L’interesse
per i raggi X e per le loro pratiche applicazioni fu subito molto
vivo in Italia, dove alcuni scienziati erano stati destinatari
dell’estratto inviato da Röntgen il giorno di Capodanno.
Il
direttore dell’Istituto di Fisica di Pisa, Angelo Battelli, volle
verificare la possibilità di ripetere il fenomeno. Insieme ad Angelo
Garbasso, docente di Fisica matematica, riuscì a ottenere diverse
immagini con i raggi X, e a darne comunicazione il 25 gennaio in una
pubblica conferenza. Il 26
gennaio Giuseppe Vicentini, direttore dell’Istituto di Fisica
dell’Università di Padova relaziona il Reale Istituto Veneto di
Scienze, Lettere e Arti e allega la prima radiografia diagnostica
(mano di donna con anchilosi) eseguita il 18 gennaio. A
Perugia, il 5 febbraio, il milanese Enrico Salvioni era già in grado
di presentare un nuovo apparecchio radiografico.
Proprio
durante un lungo soggiorno di Röntgen nel nostro Paese, in Italia,
allora in guerra con l'Impero d'Etiopia, ci fu la prima importante
applicazione in chirurgia della sua scoperta.
Il
fatto avvenne a Napoli, nell’Ospedale Militare della Trinità.
Furono trasportati qui, con il piroscafo Sumatra, i primi feriti
della Guerra di Abissinia, combattuta dalla “civile Italia contro
la barbarie africana”, come dettava la propaganda del tempo. Il 23
marzo del 1896 sbarcarono, tra gli altri, i soldati Musiani Alfredo
(del 2° Battaglione bersaglieri) e Sinigaglia Leopoldo (della 5°
Batteria da montagna), che avevano riportato ferite d’arma da fuoco
e che erano stati dichiarati trasportabili in Patria per le
necessarie cure. Il primo era reduce dal combattimento di Mai Maret,
del 25 febbraio, dove le nostre truppe avevano fatto registrare una
vittoria quanto mai effimera. Il secondo aveva preso parte, il 1°
marzo, alla sventurata battaglia di Adua, circa la cui errata
conduzione sarebbe troppo lungo disquisire, ma che costò, oltre alla
perdita di credibilità internazionale del nostro Paese ed alla
caduta del Governo Crispi, anche 5000 – 7000 morti (Denis Mack
Smith nota,
nella sua Storia d'Italia dal 1861 al 1997, che ci furono più morti
nella battaglia di Adua, che in tutte le precedenti guerre del
Risorgimento italiano messe insieme),
1500
feriti, 3000 prigionieri, tutta l'artiglieria e 11000 fucili... La
sconfitta fu anche uno schiaffo morale: dimostrava infatti che gli
eserciti europei in Africa non erano invincibili e divenne un simbolo
della lotta al colonialismo.
Per
tornare alla storia dei Raggi X e del primato nel loro impiego
clinico, il Tenente Colonnello medico Giuseppe Alvaro, che era in
relazione con gli altri Professionisti interessati alla nuova
metodica diagnostica, decise autonomamente di utilizzarla mediante un
apparecchio che mostrava solo lievi modifiche rispetto a quello usato
dal Röntgen stesso. Localizzò con esso, e poi estrasse
chirurgicamente, i proietti che avevano ferito due soldati.
Avendone
lui stesso data comunicazione con una conferenza, poi pubblicata sul
Giornale Medico del Regio Esercito, il fatto era destinato a lasciare
una chiara traccia di sé e a legittimare la priorità, ma solo nel
Regno di Utopia, evidentemente, non in quello d'Italia!
Luisa
CARINI, Federico BIZZARRI, Enzo CANTARANO.
Cantarano
E, Carini L. Storia della Medicina e dell'Assistenza per le
Professioni Sanitarie, UniversItalia, Roma, 2013, pag 156
, CPE 2007
Marcus
H G, A
History of Ethiopia
,
University of California Press, 2002, p. 99
, University of Michigan Press, 1997
Quirico
D, Adua
- la battaglia che cambiò la storia d'Italia
,
Milano, A. Mondadori Ed, 2004.