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mercoledì 17 ottobre 2007

OGNI VOLTA (1989)

Caparbia la china
Di passi e struggenti
Come foglie raccolte
Momenti.
Uno cerca la via
E la smarrisce ogni volta
Giuseppe Marchi

martedì 16 ottobre 2007

Le compagnie private di sicurezza... attualità e storia

Si sa che le guerre sono fatte per i militari... ma ultimamente società private vengono impiegate nella protezione degli interessi di privati cittadini...
Ultimamente?
Beh...
Leggete "Le origini del Capitalismo" di Lujo Brentano, a pag. 17:
"Infine il capitalismo si estende anche alla guerra. Presso tutti i popoli questa é la più antica attività lucrativa esercitata da uomini liberi; il pacifico scambio con lo straniero attraverso il commercio è soltanto un suo fratello minore; ma questo ha ben presto imparato a servirsi del maggiore per i suoi scopi: assolda il guerriero e si avvale degli eserciti mercenari delle città commerciali del Mediterraneo orientale e di Cartagine. E' noto che pure in Roma l'esercito nazionale fu sostituito dall'organizzazione capitalistica della guerra. A partire dalla seconda guerra punica troviamo eserciti romani di mercenari."

In nota continua raccontandoci quelli che definisce aspetti deleteri del Capitalismo: "Quando la seconda guerra punica si svolgeva asssai sfavorevolmente per Roma, si costituirono società di fornitori, che s'impegnavano a procurare il materiale bellico necessario agli Scipioni combattenti nella Spagna, e ad aspettare il pagamento fino alla conclusione della pace [..] Lo Stato garantiva [..] l'assicurazione contro i rischi della navigazione [..] Ma presto questo patriottismo dei capitalisti si rivelò una semplice maschera per coprire un'abbietta avidità di guadagno. Essi avevano assicurato, presso lo Stato, per un alto prezzo vecchie navi cariche di merci senza alcun valore, le avevano fatte affondare e avevano poi avanzato grandi pretese per essere indennizzati del loro valore nominale."

Con il beneficio del dubbio (non ero lì, infatti!)...

Edificante, non è vero?
La Storia insegna...
Ad ognuno il proprio mestiere!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 14 ottobre 2007

Satiricon

Il tempo passa ma sembra che il mondo non sia cambiato granchè...
Echione, rispondendo a Ganimede dice:
"Così va la vita. In fondo, non ci sarebbe patria migliore della nostra , solo che tra noi ci fossero dei veri uomini. Oggi come oggi siamo in crisi, ma non è il solo caso al mondo..."
Ma non è solo la perdita di valori che ci accomuna ai personaggi del Satiricon... il vecchio poeta così parla ad Eumolpo:
"Sono un poeta, e come spero, non da poco, se i premi significano qualcosa, perchè certe volte toccano anche agli immeritevoli. Tu mi chiederai perchè sono così malvestito. E' perchè l'amore del sapere non ha mai arricchito nessuno..."
Parole sante... e sempre valide!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Il primo Faraone Aha (Mens - Menes) o Narmer



Tutte le fonti di storiografia Egizia affermano all'unanimità che Menes fu il primo faraone. Una virtuale conferma di ciò è fornita dalla famosa Pietra di Palermo. Il registro superiore non dà che i nomi, sotto una forma alquanto fantasiosa, di sovrani sui quali l'analista non è evidentemente in grado di fornire altre informazioni. Il secondo registro doveva iniziare certamente con Menes, ma la parte che lo riguarda è andata perduta; per analogia con gli altri due re della I dinastia ricordati nel grande frammento del Cairo si può ritenere con quasi assoluta certezza che vi si trovassero sia il suo nome di Horo che il nome proprio, presumibilmente accompagnato da quello della madre. Sotto l'intestazione gli spazi riservati alla datazione ricordavano senza dubbio anno per anno gli avvenimenti considerati più importanti del suo regno, anche se è probabile che il compilatore, trattandosi di un'epoca tanto remota, abbia attinto in parte alla propria immaginazione. Sarebbe interessante sapere se era ricordata in modo esplicito l'unificazione dei Due Paesi che era per gli Egizi l'evento memorabile da cui ebbe inizio la storia dell'umanità. Un'allusione a questo avvenimento si trova nell'espressione Unione dell'Alto e Basso Egitto; giro delle mura che contrassegna il primo anno di regno di ogni sovrano nella Pietra di Palermo e in altri documenti, e che evidentemente si riferisce alla cerimonia con la quale si legittimava la discendenza del sovrano dal fondatore della dinastia. Le mura nominate dovrebbero essere quelle di Menfi la cui fondazione è attribuita a Menes da Erodoto e, con qualche confusione, anche da Diodoro Siculo. La Stele di Rosetta, a proposito di Menfi, parla dei riti abitualmente compiuti dal re nell'assumere il suo alto uffizio. Lo spostamento della residenza regale da un'ignota località del Sud a questa città dalla stupenda posizione naturale al vertice del delta deve perciò esser considerato una conseguenza diretta dell'instaurazione del duplice reame. Gli altri atti importanti attribuiti a Menes da Erodoto riguardano la creazione di un argine destinato a proteggere Menfi dalle inondazioni del Nilo e la costruzione del tempio di Ptah a sud dei bastioni della città; quest'ultimo avvenimento riceve un'implicita conferma da una tavoletta della XIX Dinastia che nomina il Ptah di Menes. Come si può ben immaginare, data la scarsità di reperti storici e l'imperfetta conoscenza dei geroglifici del periodo, l'identificazione di un re della I dinastia non è mai precisa e certa.
Ecco allora che Menes è da alcuni studiosi identificato con Narmer, mentre secondo altri lui e Aha sarebbero la stessa persona.
Secondo alcuni infine Narmer, Menes e Aha sarebbero state tre persone distinte.


Sabrina BOLOGNI

sabato 13 ottobre 2007

Voglio vivere lentamente

Quando ho cominciato la scuola nel 1954, usavo la penna col pennino e all’inizio delle lezioni la suora versava l’inchiostro nel calamaio inserito nel banco. Poi fu ideata la penna a sfera. Nel 1977 il calcolatore portatile Hewlett Packard a 98 passi di programma con il quale calcolavo i dati di tiro topografici degli obiettivi. Nel 1985, nominato addetto stampa dell’Accademia militare, mi comprai una Lettera 32. Nel 1988 acquisii il computer per l’ufficio. Nel 1989 il primo PC a casa. Nel 1993 il mio primo portatile. Nel 2000 volli capire Internet, cominciai a studiare Html e disegnai il primo orribile sito. Con alcuni miei compagni di corso non mi capisco più: “A Giovà, io nun so manco come s’accende er compiùte!”. Se oggi tornasse in vita mio nonno Romolo (1890-1972), tra email, Internet, IP, troll, computer, Cd, Dvd, Gps, cristalli liquidi, plasma, navigatore satellitare, digitale terrestre, parabola e altre diavolerie con le quali conviviamo non capirebbe più niente.
Quando i miei bisnonni Antonio Busi e Antonietta Matera si sposarono trovarono casa a Napoli in vicolo Rosario di Palazzo 25 (‘O Palazzo ‘a Stamperia, ancora oggi chiamato così perché una volta c’era la Reale stamperia dei Borbone). Ebbero sei figlie; quattro di queste si sposarono e trovarono casa nello stesso Palazzo, lì dove sono nato anche io, a casa dei nonni Romolo Solaro e Filomena Busi. Mia mamma Giacinta sposò un giovanotto (Mario Bernardi), amico di suo fratello Aldo, che abitava al piano di sopra. Oggi una mia amica abita in Abruzzo con il figlio, ha la mamma a Roma e la figlia vive e lavora a Oxford ed è sposata con un algerino. Una volta a Natale si facevano delle tavolate che non finivano più e a Pasqua mio nonno ci benediceva col ramoscello d’ulivo. La famiglia di una volta (la tribù) è esplosa e oggi non è difficile trovare famiglie mononucleari, che è un modo bizzarro per riferirsi a una persona che vive da sola.
Questa lunga premessa per dire che a mio avviso viviamo in un’epoca di cambiamenti radicali della società dovuti un po’ ai progressi fatti dalla scienza e un po’ per evoluzione naturale della società. Ci si è poi messo anche il muro di Berlino e il terremoto ha avuto ripercussioni in tutto il mondo. Stiamo vivendo dei cambiamenti epocali. Non dobbiamo quindi meravigliarci se anche gli uomini politici italiani siano smarriti. Ma non possono mostrarlo agli elettori, perciò proclamano certezze. Certezze che non hanno. E più sono smarriti, più proclamano certezze.
Stiamo rincorrendo il tempo e la tecnologia. Per un po’ io ho cercato di starci dietro, ma a un certo punto mi sono accorto che slittava la frizione e perdevo giri. Cos’è l’iPod? E WiFi? Dovrei comprarli e leggere le istruzioni per cercare di usarli e capire. Una parte della mia libreria è costituita da ‘Istruzioni per l’uso’. Sto cercando di imparare a cucinare, visto che dopo la separazione da mia moglie vivo da solo e da un po’ di tempo, dopo avere fatto la gavetta con i fornelli, mi sono lanciato a usare il forno. “Se usi il forno a microonde ci impieghi molto meno” mi ha detto un’amica (certo, discorsi di cucina mica li posso fare con gli amici maschi). Ah, lo userei pure, ma mio fratello mi ha regalato un microonde con nove programmi e un libretto di istruzioni che sembra l’enciclopedia britannica! Stiamo rincorrendo gli eventi e anche ai Parlamenti bicamerali sta slittando la frizione: non ce la fanno più, perché nel tempo che impiegano a decidere le cose sono cambiate.
In tutto questo, mio nipote Luciano, che non ha ancora quattro anni, arriva a casa mia, prende i due comandi a distanza, inserisce il Dvd e si guarda Shreck. Forse lui riuscirà a vivere più velocemente di me.
Mi viene in mente la scritta sulla maglietta (comprata a Napoli) di un signore che ho incontrato a Sperlonga questa estate. “Il fumo uccide lentamente – E che me ne fotte a mme, io nun vaco ‘e pressa”.
Anche io non ho fretta.
Voglio vivere lentamente.

Giovanni Bernardi

Nuovo collaboratore, Giovanni Bernardi

Salve a tutti, Tuttologi, amici dei Tuttologi e lettori,
Oggi vi presento un nuovo collaboratore, Giovanni Bernardi.
Sono certo che porterà all'Accademia un suo personale contributo... senza stare troppo appresso ai tempi... magari, ma sicuramente interessante!

E allora, ben arrivato Giovanni... e a tutti voi, buona lettura.

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

venerdì 12 ottobre 2007

AUTORITRATTO (1989)

Sono disperato
Di quella tristezza
Inutile che prende
La sera.
Sono uno sconfitto
Felice dei desideri.
Giuseppe MARCHI
(già pubblicato su Differenze. Cultura Duemila Editrice 1992)