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sabato 13 ottobre 2007

Voglio vivere lentamente

Quando ho cominciato la scuola nel 1954, usavo la penna col pennino e all’inizio delle lezioni la suora versava l’inchiostro nel calamaio inserito nel banco. Poi fu ideata la penna a sfera. Nel 1977 il calcolatore portatile Hewlett Packard a 98 passi di programma con il quale calcolavo i dati di tiro topografici degli obiettivi. Nel 1985, nominato addetto stampa dell’Accademia militare, mi comprai una Lettera 32. Nel 1988 acquisii il computer per l’ufficio. Nel 1989 il primo PC a casa. Nel 1993 il mio primo portatile. Nel 2000 volli capire Internet, cominciai a studiare Html e disegnai il primo orribile sito. Con alcuni miei compagni di corso non mi capisco più: “A Giovà, io nun so manco come s’accende er compiùte!”. Se oggi tornasse in vita mio nonno Romolo (1890-1972), tra email, Internet, IP, troll, computer, Cd, Dvd, Gps, cristalli liquidi, plasma, navigatore satellitare, digitale terrestre, parabola e altre diavolerie con le quali conviviamo non capirebbe più niente.
Quando i miei bisnonni Antonio Busi e Antonietta Matera si sposarono trovarono casa a Napoli in vicolo Rosario di Palazzo 25 (‘O Palazzo ‘a Stamperia, ancora oggi chiamato così perché una volta c’era la Reale stamperia dei Borbone). Ebbero sei figlie; quattro di queste si sposarono e trovarono casa nello stesso Palazzo, lì dove sono nato anche io, a casa dei nonni Romolo Solaro e Filomena Busi. Mia mamma Giacinta sposò un giovanotto (Mario Bernardi), amico di suo fratello Aldo, che abitava al piano di sopra. Oggi una mia amica abita in Abruzzo con il figlio, ha la mamma a Roma e la figlia vive e lavora a Oxford ed è sposata con un algerino. Una volta a Natale si facevano delle tavolate che non finivano più e a Pasqua mio nonno ci benediceva col ramoscello d’ulivo. La famiglia di una volta (la tribù) è esplosa e oggi non è difficile trovare famiglie mononucleari, che è un modo bizzarro per riferirsi a una persona che vive da sola.
Questa lunga premessa per dire che a mio avviso viviamo in un’epoca di cambiamenti radicali della società dovuti un po’ ai progressi fatti dalla scienza e un po’ per evoluzione naturale della società. Ci si è poi messo anche il muro di Berlino e il terremoto ha avuto ripercussioni in tutto il mondo. Stiamo vivendo dei cambiamenti epocali. Non dobbiamo quindi meravigliarci se anche gli uomini politici italiani siano smarriti. Ma non possono mostrarlo agli elettori, perciò proclamano certezze. Certezze che non hanno. E più sono smarriti, più proclamano certezze.
Stiamo rincorrendo il tempo e la tecnologia. Per un po’ io ho cercato di starci dietro, ma a un certo punto mi sono accorto che slittava la frizione e perdevo giri. Cos’è l’iPod? E WiFi? Dovrei comprarli e leggere le istruzioni per cercare di usarli e capire. Una parte della mia libreria è costituita da ‘Istruzioni per l’uso’. Sto cercando di imparare a cucinare, visto che dopo la separazione da mia moglie vivo da solo e da un po’ di tempo, dopo avere fatto la gavetta con i fornelli, mi sono lanciato a usare il forno. “Se usi il forno a microonde ci impieghi molto meno” mi ha detto un’amica (certo, discorsi di cucina mica li posso fare con gli amici maschi). Ah, lo userei pure, ma mio fratello mi ha regalato un microonde con nove programmi e un libretto di istruzioni che sembra l’enciclopedia britannica! Stiamo rincorrendo gli eventi e anche ai Parlamenti bicamerali sta slittando la frizione: non ce la fanno più, perché nel tempo che impiegano a decidere le cose sono cambiate.
In tutto questo, mio nipote Luciano, che non ha ancora quattro anni, arriva a casa mia, prende i due comandi a distanza, inserisce il Dvd e si guarda Shreck. Forse lui riuscirà a vivere più velocemente di me.
Mi viene in mente la scritta sulla maglietta (comprata a Napoli) di un signore che ho incontrato a Sperlonga questa estate. “Il fumo uccide lentamente – E che me ne fotte a mme, io nun vaco ‘e pressa”.
Anche io non ho fretta.
Voglio vivere lentamente.

Giovanni Bernardi

1 commento:

  1. Caro Generale,
    il suo post e' davvero simpatico. E non solo, riesce a dare in poche battute il senso delle cose che cambiano e con che fretta lo facciano.
    Ma effettivamente a noi che ce ne cale a stare affanosamente dietro a questo mondo che corre impazzito e non sa piu' dove?

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