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sabato 8 novembre 2008

Visita a Lecco

E' sabato, una bella giornata per essere a novembre. La mattina il sole fa capolino sopra i tetti di Legnano...
Decidiamo di uscire per visitare una cittadina della Lombardia...
Vada per Cernobbio, poco dopo Como, sull'omonimo lago...
Arriviamo poco prima di pranzo, il paese è carino ma piccolo, una bella villa ci accoglie, una bella passeggiata lungo il lago,una bandiera italiana sventola in mezzo agli alberi, tra i colori dell'autunno, ricorda a tutti chi siamo, o chi eravamo... una sosta in un piccolo parco per mangiare un panino, qualche foto e poi si riparte... Bergamo? Monza?
No, Lecco!
Ci dirigiamo ad est per 30 chilometri, lungo la strada visitiamo Cantù
(campanile della Basilica di S. Paolo, costruito nell'anno 1000
quando era una torre del Castello dei Pietrasanta)

e poi si riparte per Lecco.
Arriviamo alla bella cittadina sul lago senza difficoltà, non c'è traffico.
Il lago e fantastico, circondato da montagne colorate di rosa...Sembra quasi di essere affianco a lui... sul lago, a sudare...
L'aria è frizzante e passeggiare é piacevole...
E così siamo arrivati alla fine della giornata...E con questi splendidi colori vi lascio...
Alla prossima!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 7 novembre 2008

DA PADRE A FIGLIO

Ti insegnerò la pioggia quando viene

A Novembre lugubre sui muri grigi

Ti insegnerò il ricordo che sussurra

All’animo triste e gli reca conforto


Il sole dietro i palazzi farsi basso e gigante

Il correre veloce delle ombre dietro i giorni

E gli attimi terni dell’amore nostro


Ti insegnerò le ore dell’orologio appeso

Al muro della cucina e il suo datario perpetuo

Ti insegnerò quel vetro infranto dall’abbandono

Una luce accesa per sempre


La via percorsa per chilometri con lo stesso passo

Le belle bandiere e il poco vento a farle vela

E lo spavento in fondo alla strada finita


Ti insegnerò le parole di una canzone

Quando viene il sole a farci ballare

Ti insegnerò che non basta vivere

Dobbiamo amare e cercare


Il sapore salmastro del mare chiuso dentro

La mano di sabbia e domani qualcuno sarà lì

Ad aspettarti per riprendere il viaggio

Giuseppa MARCHI

sabato 1 novembre 2008

Gli errori della storia...


Legnano, un sabato di fine Ottobre, libreria Giunti...
Così si potrebbe dire che inizia una storia nuova e fantastica... o almeno, inizia la sua revisione, correzione, rivisitazione... ad opera di Hans-Joachim Zillmer!
Come spesso accade, entro in libreria per guardare le novità ed esco con un libro nuovo...
Questa é la volta del favoloso volume di Hans-Joachim Zillmer, un ingegnere edile appassionato di archeologia ma non solo, autore di diverse opere divulgative tra cui "L'errore di Darwin"... che ancora non ho letto ma fa già parte della lista!
Come faccio sempre prima di comprare un libro, lo prendo dallo scaffale, lo rigiro tra le mani, leggo le brevi note sull'autore e poi apro una pagina a caso e la leggo... e poi un'altra ed un'altra ancora...
Mentre il resto della famiglia visita la libreria io sto fermo la, inchiodato di fronte allo stesso scaffale col libro aperto...
Nelle poche pagine viste ritrovo molte delle mie idee, la passione per l'archeologia, lo studio dei testi classici antichi, la voglia di non fermarsi davanti all'apparenza solo perché ufficialmente riconosciuta ma di andare a fondo nello studio dei fenomeni... è un attimo e il libro, con il beneplacito della mia famiglia, entra a far parte della biblioteca di famiglia!
La prima cosa che mi colpisce durante la lettura é la quantità di reperti quasi sconosciuti descritti. Tra questi vi sono varie testimonianze della convivenza di uomini e dinosauri!
Folle, direte... forse... o forse no! Chi può dire con certezza che tale eventualità non si sia mai verificata? Io no, e preferisco da tempo stare alla larga dalle certezze per lasciare spazio al dubbio...
Le certezze ammazzano la scienza... i dubbi la spingono in avanti!
L'autore ci conduce lungo un percorso difficile e quasi sconosciuto, spesso ignorato dal pubblico e appositamente evitato dalla scienza ufficiale.

E se fosse vero quello che tutte le antiche civiltà hanno sempre affermato sul diluvio universale?
E se fosse vero che i draghi un tempo sono esistiti, affianco agli uomini?
E se fosse vero che...

E se fosse falso che i dinosauri scomparvero 65 milioni di anni fa?
E se fosse falsa la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin?
E se fosse falsa la teoria della tettonica a zolle?
E se fosse falso che...

Miti... leggende... o storia vera, nell'unica forma possibile... nell'unica forma che poteva in qualche modo sopravvivere allo scorrere del tempo... tradizione orale!?!

Karl Brugger, autore del libro Cronaca di Akakor: mito e saga di un antico popolo dell'Amazzonia prende parte e ci racconta che gli indiani che popolavano l'Amazzonia sono depositari della storia delle catastrofi che colpirono la Terra... la prima nel 10481 a.C., la seconda avvenne circa 6.000 anni dopo, questa è la descrizione... "E gli dei iniziarono a distruggere gli uomini. Mandarono dunque una stella formidabile, la cui scia rossa ricoprì tutto il cielo. E mandarono un fuoco più splendente di mille soli... Piovve per tredici lune. Tredici lune di pioggia ininterrotta. Le acque dei mari salirono. I fiumi scorsero al contrario. Il grande corso si tramutò in un enorme lago. E gli uomini vennero sterminati. Affogarono in quei flutti spaventosi".
Che dire... tutto plausibile... perché no? Perché la scienza ritiene che tutto ciò non sia mai accaduto? Non sia potuto accadere?

Una mappa del sistema solare del 2500 a.C. ci mostra un sistema solare particolare...
Si tratta di un sigillo cilindrico Accadico che rappresenta tutto il sistema solare, compreso il pianeta Urano (scoperto solo nel 1781 da Sir Friedrich Wilhelm Herschel), il pianeta Nettuno (scoperto nel 1846) e Plutone (scoperto nel 1930).
Ma gli antichi astronomi rappresentarono anche un altro pianeta che chiamavano Tiamat, lo stesso pianeta che i greci conoscevano col nome di Phaethon, a noi noto col nome Fetonte... e tutti sappiamo cosa combinò questo figlio del Sole...

Ma cosa accadde realmente?
Forse non sapremo mai la verità, ma perché non credere a ciò che ci è stato tramandato? Forse pensiamo che gli antichi sacerdoti che conoscevano l'arte della scrittura la usassero per prendere in giro il prossimo? Forse che i sacerdoti scrivessero romanzi di fantascienza?
E se pure tutto ciò fosse possibile, perché non cercare di approfondire?

E se il pianeta conosciuto col nome di Nibiru dai Sumeri, Marduk per i Babilonesi, non fosse una fantasia ma fosse realmente esistito?
Loro affermavano che questo pianeta era il 12° del sistema solare e che si muoveva lungo un'orbita opposta agli altri pianeti. Durante il suo percorso all'interno del sistema solare un satellite di Nibiru/Marduk si scontrò con Tiamat/Phaethon che si spaccò!
Nacque così la Terra...
Siete curiosi? Io si, questa storia è descritta nel saggio di Zacharia Sitchin sull'epopea di Gilgamesh... altro libro che non vedo l'ora di leggere nonostante abbia già letto diverse volte l'epopea!

Un'altra domanda... come facevano questi antichi popoli a conoscere il sistema solare così bene?
E perché si persero le conoscenze? Cosa accadde?
Anche gli Egizi conoscevano il sistema solare meglio di quanto comunemente si creda o si racconti nei testi ufficiali. Nel 1857 Heinrich Karl Brugsch trovò su di un sarcofago una mappa celeste con tutti i pianeti, Plutone compreso! Ma tali scoperte non sono mai citate... per molti é meglio nascondere ciò che non si é in grado di spiegare.

L'autore, Zillmer, non si fa scrupoli e porta alla luce tutto ciò che di strano esiste e che é solitamente ignorato dalla scienza ufficiale...
Il libro è ricco di notizie interessanti ma soprattutto fornisce nuove ipotesi che potranno essere ritenute valide o meno, ma che sono senza ombra di dubbio suggestive e aiutano a capire meglio il passato della nostra Terra.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 31 ottobre 2008

Che cos'é l'età della Pietra?

Nel 1865 il Barone Sir John Lubbock (30 aprile 1834 - 28 maggio 1913), banchiere, politico, biologo e archeologo inglese pubblicò un saggio passato alla storia col titolo "Pre-historic Times, as Illustrated by Ancient Remains, and the Manners and Customs of Modern Savages", cioè "Tempi preistorici, illustrati per mezzo delle resti antichi e modi e abitudini dei moderni selvaggi".
Fu lui l'inventore dei termini ancora oggi utilizzati per distinguere i periodi della preistoria, Paleolitico e Neolitico.
Il termine Paleolitico deriva da due parole greche: "παλαιός" che si legge "palaios" e significa vecchio, antico, e "λίθος" che si legge "litos"cioè "pietra", dunque "età della pietra antica". In questo periodo la pietra veniva lavorata rozzamente e i manufatti erano di solito di grosse dimensioni e spesso solo abbozzati.
Il termine Neolitico invece deriva dal greco "νέος" che si legge "neos" e significa "nuovo" e "λίθος" che come già detto significa "pietra". In questo periodo che va dal 4.000 a.C. all'invenzione della scrittura, venivano realizzati nuovi strumenti in pietra che dovevano servire agli agricoltori.
Secondo la teoria in maggiormente in voga l'età della pietra è oggi suddivisa in tre periodi, è stato infatti introdotto il "Mesolitico", cioè "l'età della pietra di mezzo" che va dall'8.000 a.C. al 4.000 a.C. circa (diversi autori lo spostano avanti e indietro anche a seconda del luogo di cui si parla). Durante tale periodo si cominciò a realizzare strumenti in pietra più piccoli e meglio lavorati.
In linea di massima durante tutta l'età della pietra si sarebbero utilizzati strumenti realizzati in pietra, osso, legno e conchiglie, lavorati per ottenere strumenti di lavoro e da caccia.
I sempre nuovi ritrovamenti di manufatti in pietra sembra che permettano di far risalire l'inizio dell'età della pietra addirittura ad alcuni milioni di anni fa.
Occorre però ricordare, per onestà intellettuale, che si tratta di "teorie", che esistono reperti archeologici che sono in contrasto con questa visione lineare dello sviluppo umano e che le tecniche di datazione impiegate per i diversi tipi di reperti danno spesso risultati molto differenti tra loro.
A mio parere, la suddivisione delle età del mondo non rappresenta che un modello semplicistico e poco utile e che talvolta rischia di diventare addirittura un limite alla ricerca.
In ogni caso, ciò che è importante capire è che al di la di qualunque modello esiste la verità che deve essere ricercata senza paura di andare contro il modello più in voga...


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 22 ottobre 2008

La fine dell'economia liberale

Egregi amici tuttologi, le turbolenze estreme alle quali i mercati finanziari sono stati sottoposti negli ultimi periodi, hanno probabilmente segnato l'inizio di un nuovo capitolo della nostra storia più recente, dal titolo "la fine dell'economia liberale".
Gli Stati Uniti e determinati stati europei hanno iniziato ad immettere nel sistema finanziario cifre iperboliche. Si pensi che il primo pacchetto promesso dall'amministrazione americana é pari a circa il doppio della spesa militare USA (la più elevata al mondo) e che l'Unione Europea prevede, nella peggiore delle ipotesi, di stanziare una somma pari al 15% del PIL di tutti gli stati membri. Importi da capogiro.
Ma quali le conseguenze per l'economia reale e per noi consumatori ?
Forse un tracollo totale del sistema verrà evitato, ma gli stati imporranno determinate regole, come un tetto massimo agli stipendi manageriali, il pagamento di interessi, uomini di collegamento all'interno dei consigli di amministrazione, la riduzione dei bonus e nuove norme che avranno lo scopo di regolare e controllare il sistema finanziario nazionale. Gli stati dovranno ora ridurre altre uscite, forse aumentare le proprie entrate, far fronte ad un periodo di inevitabile recessione, ridurre il costo del danaro e chi più ne ha più ne metta.
In poche parole "la mano invisibile del mercato" ha fallito, così come fallimentare é stata la politica della "deregulation" e di tutti coloro che volevano meno Stato nell'economia. Ma i primi a fallire sono stati i "manager" pagati e strapagati e ora salvati da danaro pubblico.
Ci aspettano periodi duri. E allora rimbocchiamoci le maniche!
Un caro saluto a voi tutti.

Galimberti Patrick

sabato 18 ottobre 2008

Storia della Cina, la misteriosa dinastia Shang e la lavorazione del bronzo

La storia antica è ancora un mistero... sia perché i testi scritti sono pochi e spesso rovinati o illeggibili, sia perché spesso gli studiosi sono esperti di un solo argomento o periodo o popolo!
Capire la storia antica significa essere in grado di spiegare le trasformazioni della società, lo sviluppo tecnologico, il susseguirsi delle dinastie, l'economia e le interdipendenze tra i popoli antichi.
Spesso si tende a pensare che la storia abbia avuto uno sviluppo lineare, cioè che a partire da un momento in cui l'uomo era ignorante e pensava solo a sopravvivere si sia arrivati sino ad oggi, con le complesse società ricche di interdipendenze portateci dalla globalizzazione, ma non è così!
La storia è ricca di esempi che ci dicono il contrario, la storia non è un fenomeno lineare... i popoli e le civiltà nascono, crescono e talvolta muoiono o si trasformano! Lo stesso sviluppo tecnologico non è lineare... i reperti trovati durante gli scavi non ci parlano di uno sviluppo lineare delle tecnologie, ma di uno sviluppo a salti avanti e indietro, in dipendenza anche di altri fenomeni.
Ma non voglio annoiare nessuno con le mie considerazioni e così credo sia arrivato il momento di parlarvi dell'ultimo libro che sto leggendo, un sunto di storia della Cina scritto da Cornelia Spencer. In poche pagine racconta in modo semplice ed interessante quattro millenni di storia, a partire dalla dinastia Hsia (2205-1765 a.C.) solo accennata e da tanti inserita nella preistoria della Cina, alla misteriosa dinastia Shang (1765-1122 a.C.), quindi la dinastia Chou (1027-256 a. C.) quella dei filosofi e del cosiddetto feudalesimo cinese, poi la dinastia Ch'in (221-206 a. C.) con il primo imperatore Ch'in Shih Huang Ti, grande riorganizzatore. La dinastia seguente è detta Han (206 a.C. -209 d.C.) e fu interrotta per un breve periodo da Wang Mang (9-23 d.C.). Tutto il resto è recente e al momento mi interessa poco, chi vuole potrà trovare sicuramente il libro in biblioteca, in lingua italiana.
Ciò che mi ha colpito, in particolare, è un riferimento al periodo più antico, quello della cosiddetta "misteriosa dinastia Shang"...
Solo il termine "misteriosa" è già sufficiente di per se a farmi rizzare le orecchie, poi, come se non bastasse, si parla di un regno che si estende per circa 1500 chilometri nella valle del fiume Giallo, e se ancora non bastasse, una frase, buttata li a pag. 17:
"La maestosa bellezza dei bronzi Shang non è mai più stata eguagliata in tutta la storia cinese; ma nessuno sa con certezza come fecero i cinesi a imparare quell'arte. I metalli erano molto difficili da trovare. Coloro che ritengono che sia i metalli che l'arte di lavorarli possano essere stati importati dai popoli nomadi della Siberia e di regioni anche più a occidente sono costretti però ad ammettere che le decorazioni ricordano piuttosto quelle tipiche delle regioni meridionali."

E' chiaro che il bronzo rappresenta un mistero... stesso mistero che abbiamo nel mondo mediterraneo nello stesso periodo (II millennio a.C.). Una qualche popolazione potrebbe aver avuto delle conoscenze approfondite dell'arte di lavorare il bronzo e i minerali in genere e si è forse diffusa in tutto il mondo?
Se è così, chi erano questi lavoratori dei metalli?
Scoprire chi erano e da dove venivano questi popoli lavoratori dei metalli potrebbe essere utile non solo alla conoscenza della storia della Cina ma a quella di tutto il mondo!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO