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venerdì 1 maggio 2009

L'Accademia festeggia... il suo secondo anno!

Cari amici, a conclusione del secondo anno dell'Accademia on-line occorre fermarsi un attimo e cercare di capire cosa é successo e come si può proseguire!
Intanto le statistiche:
Siamo passati da una media di 50 lettori al giorno a più di 100!
Ma da dove vengono i lettori?
Un po da tutto il mondo,nonostante la maggior parte degli articoli continui ad essere solo in italiano, con qualche articolo in tedesco (grazie Patrick)!
Ma occorre essere seri fino in fondo e verificare se abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo proposti. Cioè:

1. 100.000 pagine lette;

2. iniziare la traduzione in lingua inglese della pagina di poesia e di istanti di viaggio;

3. trasformare l'Accademia in una associazione vera e propria.

In merito al primo, niente da fare, solo 76.000 pagine visualizzate dall'inizio, dunque circa 50.000 nell'ultimo anno. Obiettivo non raggiunto!

In quanto al secondo, pure peggio se possibile, nessuna traduzione effettuata!

Terzo, l'Accademia continua ad essere non ufficiale!

Certo che se qualcuno dovesse valutarmi per le mie capacità manageriali... Obiettivi non raggiunti Rugolo, il progetto "Accademia" é chiuso e lei é licenziato!

Ma non essendo io un manager e contando sulla vostra clemenza e fiducia... l'Accademia continuerà ad operare, e se qualcuno mi aiuta, meglio di come é stato fatto fino ad ora!

Ma occorre cercare di capire cosa é successo... perché non é stato raggiunto alcun obiettivo?

Mea culpa... io mi lascio trascinare dalla passione del momento, così ho investito molto del mio tempo nello studio dei testi antichi, nello stringere rapporti di partecipazione con altri siti e con altri scrittori e studiosi di storia antica e di mitologia, nella creazione di un gruppo di sostenitori su Facebook, che ad oggi ha raccolto 963 iscritti!

Ecco perché non ho raggiunto gli obiettivi... diciamo che ho cercato di investire il mio tempo, in vece che in obiettivi a breve termine, in obiettivi a medio lungo termine... chissà!

Concludendo, cerchiamo di fissare degli obiettivi per l'anno che é appena iniziato:

1. 200.000 pagine lette;

2. iniziare la traduzione in lingua inglese di alcuni articoli... diciamo una decina;

3. trasformare l'Accademia in una associazione vera e propria.

Per finire un ringraziamento a tutti i Tuttologi, a quelli vecchi e a quelli nuovi, a quelli che partecipano assiduamente e a quelli che mi seguono da lontano, a quelli che leggono e basta e anche a coloro che, non volendo, ho disturbato!

L'obiettivo vero dell'Accademia é quello di svegliare dal torpore della vita quotidiana quei neuroni ancora sani che si trovano nei nostri cervelli, tutto il resto é solo di contorno!

Se sono riuscito, in qualche modo, a stimolare la nascita di un dubbio, una domanda o anche una semplice curiosità, beh, allora l'Accademia può andare avanti ancora!

Auguri Accademia, auguri a tutti!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 29 aprile 2009

Tito Livio: Rea Silvia, la lupa, Romolo e Remo...

Tito Livio: la storia di Roma continua...

Tito Livio: storia di Roma
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Buona sera maestro...
Possiamo proseguire la Storia di Roma?
E' disponibile oggi?

"Sono sempre disponibile verso chi ha voglia di imparare... sai Alessandro, non c'era tanta gente disponibile ad imparare ai miei tempi!
Dimmi Alessandro, ai tuoi tempi le cose vanno meglio?"

Maestro, ai miei tempi di fronte ad una domanda cui non vogliamo o non possiamo dare risposta diciamo: "Qual é la domanda di riserva?"
Mi perdoni, ma preferirei sentire Lei, magari ci potrebbe dire qualcosa di più su Romolo e Remo... se vuole!

"Alessandro, ricordi da chi prese il nome il Tevere?"

Certo maestro, da Tiberino, annegato mentre attraversava il fiume Albula, ma cosa centra questo?

"Niente... volevo solo vedere se mi hai seguito fino ad ora... Bravo!
Allora andiamo avanti.
Proca ebbe due figli, Numitore ed Amulio. Numitore ricevette in eredità il regno ma il fratello Amulio usò la violenza per allontanare Numitore dal regno quindi trucidò i suoi figli maschi e costrinse l'unica figlia, Rea Silvia, a diventare vestale per evitare che potesse generare dei discendenti legittimi che un giorno avrebbero potuto reclamare il trono. Rea Silvia però venne violentata dal dio Marte ed ebbe due gemelli. Amulio non era certo contento del fatto, fece incatenare Rea Silvia e ordinò che i due gemelli venissero abbandonati al fato, sul fiume Tevere..."

Una bella storia, maestro, ma cosa c'é di vero e quanto di mito?

"Domanda legittima, risposta impossibile anche per me!
Ma andiamo avanti.
La leggenda dice che i gemelli vennero abbandonati in una cesta ma che il Tevere li depositò in riva. Una lupa assetata che era scesa dalle colline li vide e li prese sotto la sua protezione allattandoli... Un pastore che si trovava li vicino chiamato Faustolo trovò la lupa con i due piccoli, li prese e li portò alla moglie Larenzia che li allevò."

La lupa... e si, questa storia si sente spesso a scuola, me la ricordo dalle elementari...

"Alessandro, devi sapere che ce chi dice che la lupa non fosse una vera lupa...
Pare infatti che Larenzia, la moglie di Faustolo, si prostituisse e che fosse conosciuta come "la lupa" dai pastori della zona..."

Ha! Questo non lo sapevo...

"Bene, questi due gemelli erano Romolo e Remo e crebbero quasi selvaggi in mezzo ai pastori, lavorando nelle stalle o pascolando le greggi, oppure girovagando per i boschi, cacciando e facendo preda. Fu proprio a causa delle loro attività che un giorno durante la festa in onore del dio Pan Liceo, la festa Lupercale, Remo fu catturato riconosciuto predone e condotto al re Amulio con l'accusa di aver invaso il territorio di Numitore..."

Numitore? Ma non era stato ucciso?

"No, era stato scacciato, allontanato dal regno, ma evidentemente non doveva essere poi tanto lontano...
Ma proseguiamo, dunque...

Remo, accusato di essere un poco di buono e di aver invaso il territorio di Numitore, venne inviato proprio a Numitore, che era il nonno, per essere punito.
Ora, Faustolo, il pastore, padre adottivo di Romolo e Remo, sospettava da tempo la verità ma non aveva mai detto niente, aspettando il momento giusto.
Così, valutato il pericolo, si decise finalmente a raccontare tutto a Remo. Intanto anche Numitore, avendo saputo che Romolo aveva un fratello gemello e ricordando i tragici avvenimenti della sua famiglia si era insospettito. Anche perchè Romolo aveva un carattere forte e fiero, degno di un re!"

Così Romolo e Remo con l'aiuto dei pastori e di Numitore uccidono il re Amulio...

"Vedo che hai studiato... bene!"

Si maestro, ma é sempre un piacere sentirla...
Ancora una volta grazie... ma mi sembra stanco, forse é meglio se si riposa, continueremo un'altra volta se per lei va bene.

"Ti ringrazio, un saluto a te e a tutti i tuoi lettori allora!

Grazie maestro!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 26 aprile 2009

Il bivio della vita

C'era una volta un vecchio che aveva una casetta in campagna, era veramente tanto vecchio, ma così tanto che i suoi occhi non si vedevano più ricoperti com'erano dalle folte sopracciglia bianche... ed aveva una barba lunga e bianca e i capelli, anche essi bianchi, arrivavano quasi a terra...
Vicino alla sua povera casetta c'era un bivio, un grande incrocio pieno di gente di tutti i tipi... e dietro la casetta un grande parcheggio.
Il vecchio era veramente vecchio e aveva l'incarico di far passare la gente per una strada o per l'altra...
Quando arrivava una persona lui la prendeva per mano e la invitava nella sua povera casa, gli offriva quello che aveva e ci parlava per qualche minuto, poi lo indirizzava per una delle strade o per il parcheggio dietro casa... Una strada era la strada della sapienza, era una stradina stretta, ripida sin dall'inizio, non vi era asfalto ma solo buche e fango e spine lungo i bordi e di tanto in tanto veniva attraversata da animali selvatici di ogni specie... per questa strada si procedeva di giorno e di notte senza alcuna pausa, guidati da una luce che si vedeva talvolta, lontanissima... molti non arrivavano mai alla fine del loro percorso, ma per chi vi arrivava c'era un premio speciale... all'arrivo ci si trovava in cima ad un monte altissimo, da cui si poteva vedere tutto il mondo... l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande! E li si passava il tempo a parlare con i pochi che vi erano arrivati e a riflettere e a cercare il modo di aiutare il mondo e tutti gli uomini a vivere meglio...
L'altra strada era molto bella... era pavimentata con il migliore degli asfalti, quello anti pioggia, che ti permette di correre quanto vuoi anche sotto la pioggia... era sempre in discesa, e ben illuminata. Superato il bivio si poteva scegliere la macchina che si voleva usare per proseguire il viaggio in modo tale da essere più comodi possibile. Ogni tanto, lungo la strada, c'erano dei bellissimi alberghi per riposarsi, amici con cui far baldoria, giochi e divertimenti contro la noia e ogni tipo di distrazione...
E così si andava avanti per sempre fino a che un giorno non ci si accorgeva di aver finito il tempo a propria disposizione... senza aver fatto niente di niente che meritasse la pena di essere ricordato! Così le persone scomparivano e nessuno sapeva più niente di loro... qualcuno di quelli che era riuscito a tornare indietro per poi prendere la strada giusta diceva di essere arrivato fino alla fine della strada, di essersi fermato per caso o per fortuna, giusto sull'orlo di un immenso burrone senza fondo, dove andavano a finire tutti quelli che viaggiavano a bordo delle loro bellissime macchine...
Il vecchio sbagliava raramente, anche se qualche volta nel corso della sua lunga vita gli era capitato di incontrare qualcuno che tornava indietro dalla strada che aveva intrapreso per prendere quella giusta...
Ma la maggior parte delle persone venivano indirizzate al parcheggio, un posto ne bello ne brutto, dove si viveva modestamente in attesa di prendere una decisione...
E così il vecchio diventava sempre più vecchio e i suoi capelli crescevano e la sua barba diventava sempre meno barba e sempre più cotone...
E lui, il vecchio, era l'unico che aveva conosciuto tutti gli uomini di tutti i tempi e avrebbe continuato così, per sempre...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 25 aprile 2009

Pitagora secondo Tito Livio

Precedenti:

Aristotele, i Pitagorici e i corpi che si muovono nel cielo...
La sapienza degli antichi: Pitagora e gli strumenti per correggere i sensi
Giamblico - I misteri dell'Egitto
Moderazione...
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Pitagora... sempre lui.
Tito Livio doveva tenerlo in grande considerazione, e come lui i suoi predecessori!

Storia di Roma, volume I:
"Erano a quel tempo, famosi il senso di giustizia e la pietà di Numa Pompilio. Abitava a Curi, capitale dei Sabini, ed era l'uomo di maggior cultura, per quanto riguarda il diritto umano e divino, che si potesse trovare a quei tempi.
Secondo una ipotesi errata (ma in chi altro si sarebbe potuto identificare il suo maestro?) ad impartirgli l'insegnamento sarebbe stato Pitagora di Samo: ma sappiamo che costui raccoglieva attorno a sé, nelle regioni estreme d'Italia, a Metaponto, Eraclea e Crotone, dei giovani, tra loro in gara a chi dimostrava maggior zelo, quando a Roma, più di cento anni dopo, regnava Servio Tullio".

Ricordiamo che, secondo la cronologia oggi riconosciuta:

- Numa Pompilio, secondo Re di Roma, visse tra il 754 e il 674 a.C.
- Pitagora visse tra il 575 e il 495 a.C.;
- Servio Tullio regnò su Roma tra il 578 e il 535 a.C.;

Se le date oggi conosciute sono esatte si può pensare che effettivamente Tito Livio avesse ragione a ritenere impossibile che il maestro di Numa Pompilio fosse Pitagora... ma sarebbe interessante capire da dove e da chi provenga questa leggenda...

"Ma se anche fossero stati contemporanei, come avrebbe potuto giungere ai Sabini da città così lontane la fama di Pitagora? E ricorrendo a quale linguaggio avrebbe suscitato in qualcuno la voglia di apprendere? Con che mezzi un uomo solo avrebbe potuto attraversare popoli tanto diversi per lingua e costumi?"

Queste le domande che si poneva Tito Livio (59 a.C. - 17 d.C. circa).
Chi può sapere se lui avesse avuto notizia delle leggende su Pitagora?
Se così fu, non ci ha però lasciato detto niente di più...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 21 aprile 2009

Il libro di Enoch... chi era Enoch?

Elia ed Enoch
Bene,
anche per distrarmi dalla traduzione del Crizia, é arrivato il momento di proseguire il viaggio alla scoperta del libro di Enoch.
Da cosa iniziare?
C'é solo l'imbarazzo della scelta per cui iniziamo semplicemente dall'inizio!
E prima di tutto occorre cercare di capire chi era Enoch...
Per sapere chi egli fosse possiamo consultare la Bibbia dove troviamo alcune informazioni sulla sua discendenza, ma è possibile anche capirlo dalla lettura del suo libro, da qui è possibile ricostruire l'albero genealogico:

Malalel --> Jared --> Enoch --> Methuselah --> Lamech --> Noah ...

Ecco dunque Enoch, figlio di Jared, padre di Matusalemme, bisnonno di Noè... si, proprio quel Noè del Diluvio universale!
Storia o mito? Decidete voi... a me non interessa prender parte in questa discussione, ciò che mi interessa è cercare di capire leggendo i testi antichi... come si dice, "ai posteri l'ardua sentenza!"

Ed ora che abbiamo individuato la posizione nel tempo del nostro autore, vediamo se troviamo qualche altra indicazione...
Dalla bibbia, Genesi 5, I Patriarchi anteriori al diluvio, troviamo altre informazioni, Enoch sa parte dei discendenti di Adamo, della stirpe di Set... ma andiamo direttamente al nostro uomo, Jared, il padre di Enoch, aveva 162 anni quando generò Enoch e visse in tutto 962 anni... e si, in quel periodo la vita doveva essere ben più lunga di quella di oggi o, se preferite, gli antichi di allora non conoscevano il nostro calendario ma usavano il calendario lunare o qualcosa di simile... io non sono di questo parere, ma non importa! Ciò che però importa é il fatto che nel libro di Enoch vi é un intero capitolo che parla dei calendari da loro conosciuti... ma di questo ne parleremo al momento opportuno!

Ciò che importa ora é che ci viene detto che Enoch nacque nel 162° anno di vita del padre.
Enoch stesso visse a lungo, 365 anni in tutto! All'età di 65 anni generò suo figlio Matusalemme. Matusalemme all'età di 187 anni generò Lamech.
Lamech all'età di 182 anni generò Noè...
Tutti questi dati solo per avere una chiara idea delle generazioni...
Secondo la Bibbia dunque Enoch non conobbe Noè perchè: "Enoch camminò con Dio e non fu più perchè Dio l'aveva preso"!
Secondo il Libro di Enoch le cose non andarono così... Enoch infatti conobbe il suo bisnipote! Ma anche questa é un'altra storia...


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 19 aprile 2009

Traduciamo i classici greci e latini e mettiamo i testi on-line disponibili gratuitamente, come fanno gli inglesi

Nel corso dei miei studi ho avuto spesso bisogno di consultare i testi dei grandi del passato...
Risultato?
La maggior parte delle volte ho dovuto acquistare i libri, magari 20 pagine di dialogo e 80 pagine di commenti, note, introduzioni e così via...
Ma ora, da quando capisco qualcosa di inglese, in parte ho risolto i miei problemi, i testi antichi li scarico gratuitamente e poi me li traduco dall'inglese all'italiano!
Certo, per i puristi non sarà la stessa cosa, ma io non ho avuto la possibilità di studiare latino e greco e così mi arrangio come posso!
Ma allora perché non cercare di aiutare chi come me ha la passione ma non tutti gli strumenti (e i soldi!) per proseguire i propri studi?
Così ho cominciato a tradurre in italiano qualcosa da mettere on-line gratuitamente per tutti.
Ho scaricato il Crizia, dialogo di Platone, ciò che ne resta, nella versione inglese di Benjamin Jowett (letterato inglese del 1800) ed ora sono impegnato nel cercare di tradurlo al meglio delle mie possibilità!
Ancora una volta, non sarà il massimo, ma meglio che niente!
Appena terminato lo pubblicherò sul blog... a disposizione di tutti!

Alesssandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 18 aprile 2009

Aristotele, i Pitagorici e i corpi che si muovono nel cielo...

Aristotele, nel suo testo "Metafisica" ci parla delle dottrine filosofiche dei suoi predecessori e tra questi parla anche dei Pitagorici.

Io non sono un filosofo e dunque non mi voglio addentrare in considerazioni filosofiche ma cercherò semplicemente di mettere in risalto alcune notizie su questi "filosofi", seguaci di Pitagora... e per farlo chiamerò a testimoniare proprio lui, Aristotele... sempre che sia disponibile...

Certo, Alessandro, molto volentieri... devi sapere che i Pitagorici "per primi si applicarono alle matematiche e le fecero progredire e, nutriti delle medesime, credettero che i principi di queste fossero i principi di tutti gli esseri [..] e che tutto quanto il cielo fosse armonia e numero"...

Ma anche oggi é così, la natura si può spiegare, o meglio modellare, per mezzo di formule...

Allora anche tu sei un Pitagorico? Ma lasciami finire prima di parteggiare per loro... devi sapere che "siccome il numero dieci sembra essere perfetto e sembra comprendere in se tutta la realtà dei numeri, essi affermavano che anche i corpi che si muovono nel cielo dovevano essere dieci; ma da momento che se ne vedono soltanto nove allora essi ne introducevano un decimo, l'antiterra..." ti rendi conto?!?

Aristotele, perché mi parli di nove corpi celesti?
Quali sono? Se per te, come descritto dagli Stoici, al centro del mondo conosciuto c'era la Terra (perché era cosi, non é vero?) gli altri corpi visibili erano la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno, se aggiungiamo la Terra arriviamo a otto! Qual era il nono?

E cosa si intendeva per "Antiterra"?
Ma soprattutto per quale motivo i Pitagorici erano così sicuri che vi fossero dieci corpi che si muovono nel cielo al punto da introdurre l'Antiterra?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO