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sabato 1 maggio 2010

Schliemann... sulle tracce di Omero.

1822 - 1890, un periodo indimenticabile!

Quante cose sono accadute nel mondo in questi 68 anni... ma di tutto ciò che é accaduto ci interessa solo una piccola ma importantissima parte, quella relativa alla vita e alle scoperte di Enrico Schliemann, il mercante, l'avventuriero, il cercatore d'oro, l'uomo che parlava 18 lingue, imparate con il suo metodo da autodidatta.

Il Meclemburgo del 1800 ha dato i natali a quest'uomo straordinario. Le leggende del villaggio di Ankershagen stimolarono la sua fantasia e la voglia di ricerca. I libri antichi, soprattutto Omero, e la capacità di imparare le lingue, lo portarono a scoprire cose inimmaginabili per gli scienziati di quei tempi...

Il suo metodo era basato sulla lettura a voce alta, sull'esercitarsi nelle traduzioni, scrivere pensieri su cose di interesse e prendere una lezione al giorno. La sera studiava a memoria la lezione per il giorno dopo. In questo modo imparò l'Olandese, l'inglese, spagnolo, italiano, portoghese... e col tempo molte altre!

Schliemann si imbarcò, divenne commerciante e con il traffico dell'indaco divenne ricco. Ma la fama é legata alle sue scoperte.

Girò tutto il mondo, dall'Europa all'America all'Asia, per poi tornare e stabilirsi in quella che riteneva essere la sua terra, la Grecia . Abbandonò il commercio ormai ricco e si dedicò allo studio dei classici greci, Omero, Platone... e così come l'intuito l'aveva arricchito velocemente, l'intuito lo portò sulle orme di Omero. Schliemann usò i testi di Omero come quelli di Strabone e Pausania come fossero le sue guide attraverso lo sconosciuto mondo del passato e per caso o per bravura scoprì tanto oro quanto non ne aveva accumulato con il commercio.

Il suo primo vero tesoro fu conosciuto come il tesoro di Priamo, trovato ai piedi di un muro durante gli scavi di Troia. Il tesoro era costituito da due diademi d'oro, 90 catenelle, 12271 anelli, 4066 lamelle a forma di cuore e 16 idoli e altri innumerevoli oggetti calici e coppe d'oro, ambra e argento!

Ma si trattava solo del primo...

Mentre continuava a scavare Schliemann scriveva, studiava, viveva, manteneva corrispondenza con tantissime persone e litigava con i professori. Lui, un appassionato archeologo aveva infatti scoperto cose che gli altri non riuscivano neanche a immaginare., nonostante lui fosse un semplice dilettante. E per dirla con Ludwig, "egli si elevò e rimase ancora, nonostante tutti i cavilli di queste controversie, ad un livello assai più alto dei professori titolati, suoi avversari, dinanzi al tribunale della storia".

Il secondo tesoro trovato fu quello di Micene, seguendo le indicazioni di Pausania cinque tombe regali furono portate alla luce e con esse i sontuosi ori che Schliemann attribuì ad Agamennone. Tra i tesori ritrovati una maschera in oro, che oggi é conosciuta come la maschera di Agamennone.

Schliemann ebbe il tempo anche di farsi una famiglia, anzi due. Si sposò due volte ed ebbe figli da entrambi i matrimoni. Un giorno una delle sue figlie, Andromaca, gli chiese cosa fosse l'eternità. Lui rispose: " Immagina, Andromaca, un blocco di marmo, lungo da qui al Pireo, sul quale ogni mille anni, venga fatto scorrere per tutta la sua lunghezza un pezzo di seta. L'eternità é il tempo necessario a consumare così quell'immenso blocco di marmo."

Schliemann aveva forse ancora tante cose da scoprire e stava pensando ad un viaggio in Messico, alla ricerca di Atlantide... forse abbiamo perso una occasione, purtroppo la morte per una infezione ad un orecchio lo portò via prima! Il 26 dicembre 1890 mentre passeggiava per Napoli ancora convalescente dopo una operazione all'orecchio Schliemann cadde a terra, "così morì Enrico Schliemann : in terra straniera, colto dal male sulla strada di una città sconosciuta, a metà del viaggio tra la sua prima (Germania) e la sua seconda patria (Grecia), viaggiante ignoto, vestito miseramente, con una borsa d'oro sul cuore".

Spero che queste poche righe vi spingano a leggere la sua biografia, io ho letto quella splendidamente scritta da Emil Ludwig, a voi la scelta...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 27 aprile 2010

Cronaca di una gita domenicale (25 aprile)

Vista la bellissima giornata, decidiamo di fare una gita fuori porta, destinazione Santa Teresa di Gallura.
Attraversato il paese, prendiamo la direzione di Capo Testa, estrema punta a nord-ovest della Sardegna.
Lo spettacolo che si offre ai nostri occhi è incantevole, un mare cristallino, un stupenda insenatura, denominata "Cala Espinosa" di difficile accesso (non per noi), ma vale la pena di una scarpinata.
Bello anche il faro con tutto il contorno di rocce granitiche modellate dal vento e dal mare. Nelle vicinanze si trova la "valle della luna" . Ci inoltriamo a piedi per un sentiero, alla fine del quale ci troviamo davanti due rocce gigantesche spezzate a metà con precisione, opera di epoca romana, che delimitano l'ingresso della valle.

La valle si apre ai nostri occhi, stupenda!!
Si respira il profumo delle essenze, il mirto, il ginepro e il lentischio.
Sono evidenti i segni di antiche cave di granito, sempre di epoca romana, che pare sia stato utilizzato per importanti edifici, come il pantheon nella città capitolina.
La valle, anni addietro, era famosa per essere popolata dagli yuppies e dai naturisti.

Gavino and Paola

domenica 25 aprile 2010

Tanti auguri... Accademia!

Un altro anno é passato... e siamo a tre!


L'Accademia continua a crescere, nuovi lettori da settanta paesi nel mondo, nuovi collaboratori, nuove idee...

Ma vediamo qualche numero e soprattutto se é stato raggiunto l'obiettivo dell'anno...
andiamo dunque a vedere cosa ci eravamo riproposti un anno fa, al compimento del secondo anno:

1. 200.000 pagine lette;

2. iniziare la traduzione in lingua inglese di alcuni articoli... diciamo una decina;

3. trasformare l'Accademia in una associazione vera e propria.

Mentre scrivo, le pagine visitate sono 124.627 dunque anche quest'anno primo obiettivo non raggiunto!

Per quanto riguarda le traduzioni in lingua inglese idem; devo però ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a tradurre la poesia "Candu ses tristu" in varie lingue del mondo.

Ed infine l'Accademia ancora oggi é tutt'altro che una associazione registrata...

Che dire dunque, forse é arrivato il momento di chiudere questa bella esperienza?

Ebbene, ancora una volta NO... l'Accademia continua i suoi studi!

Ancora una volta si prosegue lungo la strada tracciata, fissando nuovi obiettivi, magari più raggiungibili.

Ecco gli obiettivi per l'anno venturo:

1. 200.000 pagine lette;

2. proseguire nella traduzione di alcuni articoli e poesie in altre lingue;

3. trasformare l'Accademia in una associazione vera e propria.

E, come al solito, cercherò di stimolare la discussione e l'approfondimento di argomenti poco conosciuti e della storia antica in generale!

E allora grazie a tutti, grazie ai lettori, grazie ai Tuttologi collaboratori, grazie a chi ha espresso il suo dissenso per mezzo di critiche che io considero sempre utili e costruttive... grazie in anticipo a chi lo farà in futuro...

e all'Accademia tanti auguri per il suo terzo compleanno!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 24 aprile 2010

Risotto con asparagi e pancetta

Avete dimenticato i sapori di una volta?
Non avete mai provato gli asparagi nel riso?
Perché aspettare ancora?

E' sufficiente un mazzetto di asparagi, meglio se raccolti lungo un viottolo per le campagne della Sardegna, un pezzetto di pancetta affumicata condita con pepe nero e una mezza cipolla dorata... il resto lo fa l'olio extra vergine d'oliva ed un buon riso che non scuoce mai...

Un consiglio, abbondate con gli ingredienti e fate solo il primo piatto!

Magari, visto così, potrebbe non piacere, ma se gli ingredienti sono di buona qualità e la preparazione é corretta... vi garantisco che c'é da leccarsi i baffi!

E allora iniziamo:
Padella con abbondante olio d'oliva sul fornello, cipolla quanto piace a voi, un pomodoro secco tagliato a dadetti (oppure un dado vegetale!) e poi la pancetta affumicata...
Mentre il tutto soffrigge, tagliate i gambi degli asparagi (piegateli con le mani, si spezzeranno da soli, buttate via la parte inferiorep erché dura o gommosa) tagliate poi le cime e aggiungetele al soffritto.
Se volete curare l'aspetto del piatto (cosa alla quale di solito io non bado molto!) lasciate da parte qualche cima di asparago, da bollire con i gambi...

Avete aggiunto le cime tagliate fini fini al soffritto?
Se si, possiamo proseguire...

Bastano pochi minuti... la cipolla e la pancetta dovrebbero ormai aver cambiato colore... e così gli asparagi...
E' arrivato il momento di aggiungere il riso!

Ora si tratta solo di aver pazienza...
Io di solito lascio evaporare tutta l'acqua e poi di tanto in tanto ne aggiungo dell'altra... occorre seguire la creazione istante per istante, assaggiando ogni tanto e se occorre correggendo il sapore... ma alla fine il risotto è pronto.

Potrete usare i gambi e qualche cima, messi a lessare nel mentre, per guarnire il piatto.

Una volta versato il riso nel piatto ho aggiunto un filo d'olio d'oliva a crudo, una spolverata di pepe nero, se vi piace, non sta male...

Il piatto é servito, buon appetito!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 18 aprile 2010

Addio Raimondo...

Come in tutte le buone famiglie,
quando arriva il momento dell'ultimo addio,
ci si raccoglie attorno al capezzale del proprio caro
e lo si saluta secondo il proprio uso.

C'é chi piange in silenzio raccolto,
c'é chi urla il proprio dolore,
c'é chi festeggia la partenza del proprio caro per un luogo migliore...

Noi non ti abbiamo conosciuto direttamente,
ma tu sei stato presente nella nostra vita, sin da piccoli,
sempre assieme alla tua Sbirulino.

Non possiamo essere presenti al tuo capezzale perché siamo lontani,
ma possiamo comunque omaggiarti con quest'ultimo saluto,
e con la promessa di portare sempre con noi il tuo ricordo così,
ogni volta che rileggeremo queste poche frasi,
il nostro pensiero andrà a te,
come ad un carissimo nonno!

dunque addio, Raimondo!
e a te Sandra un caro abbraccio,
come ad una inconsolabile, carissima nonna...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 11 aprile 2010

A Nicolò...

Una nuova vita sulla Terra...
nuove speranze, nuove gioie...
Auguri ai genitori, auguri ai nonni,
urla il Sole appena sorto!
Auguri al nuovo nato, risponde la Luna,
facendo l'occhiolino da sopra le nubi...
Auguri dal Mondo, fà eco la Terra,
e a Nicolò il suo Destino!

Benvenuto in famiglia!
Diciamo Noi Tutti,
ben venuto alla vita, nipotino!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 10 aprile 2010

Gita sul lago di Como... Tremezzo e villa Carlotta

Dietro la bellezza della villa Carlotta, dei suoi giardini, delle sue bellissime camelie, si nasconde una lacrima di tristezza...

A Tremezzo, sul ramo occidentale del lago di Como la bellissima villa, con i suoi giardini, ancora oggi ci consente di passare una bella giornata primaverile...

La villa é oggi gestita dall'Ente Morale Villa Carlotta, costantemente impegnato nel suo mantenimento...
Ma che dire del passato?

La villa viene costruita verso il 1690 ad opera del Marchese Giorgio II Clerici. Passa poi di mano in mano... da Antonio Giorgio alla figlia Claudia, fino a giungere ai Sommariva.

Gian Battista Sommariva la acquista nel 1801.
Amico di Napoleone spera di poter proseguire la sua carriera politica in Italia grazie al suo appoggio e a seguito della nascita della Repubblica ma gli viene preferito Francesco Melzi, proprietario della villa di Bellagio, proprio di fronte, sull'altra riva del lago...
Finita la carriera politica si ritira nel silenzio e comincia a raccogliere opere d'arte trasformando la villa in un museo.
Una delle sue opere preferite era la statua di Palamede che forse a causa della sua triste fine, incappò infatti nell'ira di Ulisse per averlo smascherato e costretto a partire in guerra, gli ricordava per certi versi la sua vita...

E' il 1843 e dopo la morte di Gian Battista Sommariva e dei suoi diretti discendenti la villa viene acquistata dalla moglie del principe Alberto di Prussia, Marianna.
Pochi anni dopo, nel 1847, viene regalata alla figlia Carlotta quale dono di nozze. Carlotta si sposa con il granduca Giorgio di Sassonia-Meiningen. Saranno proprio loro ad arricchire il giardino con piante da tutto il mondo...

Carlotta purtroppo morirà a soli ventitré anni... senza potersi godere la sua splendida villa!

Quando si entra nelle ricche sale si può ancora percepire la sua presenza...

Così ammiriamo la Maddalena penitente del Canova...e pensiamo a lei...

La percepiamo ogni volta che ammiriamo una statua... un quadro... un mobile di rara bellezza...

E' sempre lei che ci accoglie, come Venere tra le braccia del suo Marte é lei che ci stupisce nell'abbraccio di Amore e Psiche e ancora a lei che si rivolge il pensiero mentre ammiriamo il bacio di Hayez dell'ultimo addio di Romeo e Giulietta...
Possiamo immaginarla accogliere gli ospiti del marito e accompagnarli nella sala rossa o assistere alla preparazione della tavola nella sala degli arazzi...
E sempre lei che ci torna alla mente mentre attraversiamo il giardino, tra altissimi platani, sgargianti rododendri... camelie... nespole fiori multicolori e dai profumi delicati...o piccoli arbusti dalle strane forme...


Ci fermiamo sfiniti ad ammirare il lago... oltre l'azzurro del lago si intravvede Bellagio... e la villa Melzi...

E infine salutiamo lo spirito di Carlotta che ci ha accompagnato per la sua villa, ringraziandola, promettiamo di tornare... un giorno...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO