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sabato 10 dicembre 2016

Il Crepuscolo degli Dei (parte quinta)


Il commissario Sterling


Dal giorno del funerale erano passate tre settimane ormai. Mentre reggeva la lettera aveva ripensato a quell’omino unto e fastidioso.

Come aveva detto di chiamarsi? Stralin, forse… Sterling, commissario Sterling!

Da quel giorno non si era fatto più sentire.

Quando era stato? Il giorno dopo il funerale del padre. Si era presentato a casa del padre, aveva suonato due volte, a lungo, e aveva aspettato che lei le aprisse.

Non aveva mai capito perché era andato a trovarla proprio a casa del padre. Aveva pensato, solo per un attimo, che lui l’avesse seguita. Forse era andata proprio così ma lei non aveva motivo di pensarlo… così la prese per una coincidenza e dimenticò.

Quel giorno era stato discreto, più discreto del giorno prima, al cimitero.

Aveva chiesto se stava bene, se aveva bisogno di qualcosa, poi, aveva raccontato dei sospetti. Disse che suo padre aveva sporto denuncia, alcune settimane prima della sua morte. Sembra che qualcuno lo avesse seguito. Forse era solo un balordo, una sera un ubriaco gli si era avvicinato di soppiatto e lui si era spaventato. Forse non era niente ma in ogni caso, vista la sua sparizione, era meglio non sottovalutare niente e esplorare tutte le strade.

Lei ricordava che il giorno non si era sentita troppo bene, forse a causa delle rivelazioni del commissario Sterling, era andata a letto presto, senza uscire di casa. Poi il commissario dopo averle lasciato un bigliettino da visita era scomparso.


Ora era lei che l’avrebbe cercato. Certo, la cosa non le piaceva molto, ma forse lui avrebbe potuto aiutarla a capire.

Cercò nella borsa il suo biglietto da visita…

Sicuramente era ancora li, lei non era mai stata troppo ordinata e di solito le cose restavano mesi dove le appoggiava la prima volta.


Trovò il biglietto da visita tra i suoi documenti.


- Benjamin K. Sterling… seguito da un numero di telefono e dalla sua email.

Lo chiamò subito, impaziente.

- Si?

- Commissario Sterling?

- Si, sono io, chi mi cerca?

- Sono Maria, Maria Odges…

- Finalmente, pensavo che non avrebbe chiamato più! Dove si trova adesso? Le devo parlare…


- Ma… sono a casa mia…


- Stia li, sto arrivando! La voce era decisa, il tono preoccupato.


Il commissario Sterling interruppe la chiamata senza attendere oltre. Uscì dal commissariato quasi di corsa (per i suoi standard!). Prese la macchina di servizio, senza attendere l’autista. Mezz’ora dopo suonava il campanello del portone in legno della casa di Maria.


- Si accomodi, commissario


Maria, per la prima volta da quando lo conosceva, lo guardò sotto una luce differente. Aveva sempre pensato che fosse una persona senza spina dorsale.

Un commissario di provincia che per qualche inspiegabile motivo era finito a Londra, non certo per merito. Aveva sempre pensato ai suoi capelli unti e al suo chiacchiericcio insulso come… non sapeva neanche come definirlo… ribrezzo? Forse…

Eppure ora era la persona più vicina ed affidabile che avesse, l’unico con cui potersi confidare, l’unico cui avrebbe dovuto far leggere la lettera di suo padre, dato che erano stati colleghi… tanti anni prima, quando servivano entrambi sotto l’MI5!

Suo padre… un agente segreto, chi l’avrebbe mai detto! 


(Continua ->>)

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


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Parte terza ->> 

Parte quarta ->>

sabato 3 dicembre 2016

Il Crepuscolo degli Dei (parte quarta)


Sensazioni

Erano passate diverse settimane dalla morte del padre ma lei non riusciva a trovare pace.
Dopo la morte della madre avevano ritrovato una certa tranquillità.
Certo, di alcune cose non parlavano mai, ma si potrebbe dire che erano in pace con il passato e cercavano di godere ogni minuto che passavano assieme.
Lei non era più tornata nella vecchia casa di famiglia ma al di la di questo si vedevano abbastanza spesso e facevano lunghe passeggiate assieme.
A volte andavano a mangiar fuori… come l'ultima volta.
Ora, però, era sola… sola!

La cosa la faceva star male.
Le mancavano le passeggiate, a volte sotto la pioggia fredda della periferia di Londra.
Le mancavano le piccole attenzioni che il padre le riservava quando si incontravano.
A volte un fiore di campo appena colto, una ciambella ancora calda, un libro…

L'ultima volta, la sera della prima teatrate del “Crepuscolo degli Dei”, le aveva portato un pacchetto... che non aveva ancora aperto!
Nel trambusto che era seguito non ci aveva fatto più caso.
Chissà che fine aveva fatto.
Aveva pensato che fosse un libro, anche se il padre normalmente non incartava i regali.
Maria cercò di tornare indietro con la memoria a quella sera.
Le faceva male… ma era curiosa.
Cercò di ricordare gli ultimi istanti, quando si erano salutati di fronte a casa sua, dopo la cena in ristorante.
Lui l'aveva accompagnata a casa e andando via le aveva consegnato il regalo.
Cosa aveva detto?
Non ricordava bene… l'aveva abbracciata come faceva sempre… forse più intensamente, ma poteva essere solo una sua impressione.
Poi lei gli aveva asciugato una lacrima e gli aveva detto “ti voglio bene, papà...”

Lui non aveva risposto e l'aveva stretta forte.
Poi era risalito in macchina ed era ripartito. Si era fermato di nuovo ed era tornato indietroò indietro…
le disse di essersi dimenticato di lasciarle il regalo, così le diede il pacchetto.

Lei aveva ringraziato ed era entrata in casa.
Aveva pensato che dovesse trattarsi di un libro che aveva appoggiato nella libreria del piccolo salotto, proprio sopra la poltrona nella quale amava sedersi per leggere.
Il pacchetto era ancora li.
Nessuno l'aveva toccato...
Prese il pacchetto dalla libreria e lo rigirò tra le mani.
Solo ora si accorse che non si trattava di un libro ma, forse, di un piccolo contenitore, tipo un porta sigari.
Che idea balzana… perché mai il padre avrebbe dovuto regalarle dei sigari? Eppure… anche l'odore era quello di una scatola di sigari!
Come aveva fatto a non accorgersene prima?
Certo, le ultime settimane erano state abbastanza stressanti e lei aveva passato più tempo nella vecchia casa del padre che nel suo appartamento.
Aveva usato della carta da regalo natalizia e il pacco era fatto male, doveva averlo fatto lui in tutta fretta. Forse poco prima di raggiungerla a teatro…

Maria si sedette nella sua poltrona preferita, anche perché era l'unica, ed aprì il pacchetto.

Si trattava di una scatola di sigari, riutilizzata come contenitore.

All'interno si trovavano pochi fogli sparsi, alcune fotografie e una lettera…

La scrittura era quella del padre, anche se si vedeva che era stata scritta in fretta, la calligrafia del padre era inconfondibile.

Aveva sempre scritto a mano e la sua scrittura era chiara e decisa. Scriveva sempre su fogli di carta ingiallita.
Ne aveva una scorta enorme a casa sua, quasi avesse paura di restarne senza.
Maria prese il foglio tra le mani e cominciò a leggere:

“Cara piccola mia,
da domani per te la vita sarà diversa, molto diversa, e mi sento in dovere di raccontarti alcune cose della mia vita, cose che non ti ho mai detto, non per vergogna ma per proteggerti…”

Mentre leggeva sul viso le si leggeva chiaramente il suo stupore, la sua incredulità, la paura… ora intuiva cosa poteva essere accaduto!
Dunque, quelle dei giorni precedenti, non erano sensazioni... qualcuno la seguiva!
Cosa avrebbe dovuto fare?

(Continua ->>)

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


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