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domenica 11 novembre 2007

VIRGILIO - Georgiche... e parlano le bestie

Virgilio compose il suo "Georgiche" intorno al 37 a.C., in lingua latina, facendo riferimento alle sue conoscenze e a testi e autori più antichi... tra questi Lucrezio e Esiodo.Ma non voglio certo annoiarvi con dati che potete trovare ovunque, ciò che mi preme è mettere in evidenza alcune parti che mi hanno colpito...
Virgilio sta parlando dell'Etna e delle sue numerose eruzioni, quindi dei terremoti delle Alpi quando...
(Libro I, 475-490)
E un alto grido, da tutti udito, corse in mezzo ai boschi silenziosi, e si videro fantasmi pallidi in strani atteggiamenti al buio della notte e parlano le bestie, terribile! Si ferman l'acque e s'aprono le terre, e mesti piangono nei templi gli avori e i bronzi sudano. Travolti con l'infuriata piena i boschi, scorse l'Eridano, dei fiumi il re, dovunque per le campagne trascinando armenti e stalle. In quello stesso tempo infauste fibre nei tristi visceri si videro nè cessò di sgorgar sangue nei pozzi: e nella notte l'ululu dei lupi entro l'alte città sempre echeggiava. Mai più che allora, nel sereno cielo saettarono folgori e comete funeste fiammeggiarono.
Cosa accadde?
Un alto grido...
Fantasmi pallidi...
E parlano le bestie...
Piangono gli avori e i bronzi sudano...
Infauste fibre nei tristi visceri si videro...
Sgorgar sangue nei pozzi...
Fenomeni naturali estremi accomunati a manifestazioni particolari...
Invenzioni e immaginazione?
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

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