Se si pensa agli uomini "terribili" della storia, viene alla mente il
nome di Adolf Hitler.
Eppure Hitler disse di un uomo: "E' una belva, ma
una belva di dimensioni grandiose... è un demonio!"
L'uomo di cui
parlava era Iosif Vissarionovic Dzugasvili, più noto come Stalin!
"Stalin
dà quindi l'impressione di un personaggio grande e grezzo, quasi fosse
d'argilla, un golem in cui è stata instillata una scintilla demoniaca",
Churchill lo definì "un uomo inumano".
Stalin nasce il 21 dicembre 1879 a Gori, in Georgia, da Ekaterina e Vissarion Dzugasvili.
La lettura della biografia di Stalin mi ha colpito!
L'autore, Robert Conquest, è stato un funzionario del ministero degli esteri e storico inglese.
Certo,
conoscevo il personaggio per aver letto qualcosa nei libri di storia,
ma mai avrei pensato che vi fosse qualcuno che, se paragonato a Hitler,
lo superasse per crudeltà! Stalin era una belva sanguinaria, un demonio,
un golem, un mostro, una tigre dagli occhi gialli, un uomo inumano allo
stesso tempo ed ebbe una enorme influenza non solo sull'Unione
Sovietica ma sul mondo intero.
Da ragazzo vinse una borsa di studio per il seminario teologico di Tiflis. Forse
il seminario non lasciò molto in lui, sicuramente gli lasciò il suo
modo di parlare, infatti si esprimeva utilizzando forme tipiche della
catechesi, per esempio ripeteva spesso sempre le stesse frasi, se le
riteneva portatrici di concetti importanti. Gli lasciò anche altro:
forse involontariamente, visto che da ragazzo non sopportava l'atmosfera
che permeava il seminario, una atmosfera di sospetto meschino e
continuo verso tutto e verso tutti. Lui riuscì a creare la stessa
atmosfera in tutta la nazione russa.
Nel
1901 Stalin è già comunista marxista e collabora ad un giornale
radicale e illegale della Georgia, "Brdzola" (La lotta). Inizia allora un
periodo di pellegrinaggi, di incarcerazioni ed esili in Siberia. Nel
corso dei periodi passati in carcere o in Siberia ebbe occasione di
conoscere molti di quelli che lo aiutarono successivamente a prendere e
mantenere il potere. Naturalmente continuava a scrivere e così attirò su
di se anche l'attenzione di Lenin.
Nel
1912 iniziò a usare lo pseudonimo Stalin (ovvero uomo d'acciaio), in
precedenza usava diversi nomi: Koba Ivanovic, Stefin, Kato, Vasilij...
Nel
1917 il clima rivoluzionario è ormai maturo, anche se forse la cosa non
fu capita da nessuno. Lo zar viene destituito e a fine febbraio fu
istituito il Soviet di Pietrogrado. Nello stesso periodo nasce il
Comitato provvisorio della IV Duma. I due organi cercano di occupare il
vuoto lasciato dalla caduta dello Zar.
Bolscevichi
(tra questi Stalin) e Menscevichi si contendevano il potere. Lenin
invece era in esilio a Zurigo e da li continuava a scrivere a favore
della rivoluzione socialista.
La
carriera di Stalin è molto particolare e si basa su omicidi, falsità e
crudeltà di vario genere, contro singoli ma molto più spesso contro
molti, uomini che appartenevano ad una classe, quella che al
momento per lui era la classe nemica, quella classe che diventando
nemica del popolo gli consentiva la sua ascesa.
L'omicidio di massa era per lui uno svago.
Stalin,
anno dopo anno, salirà sempre più in alto e con lui scebbe il numero
delle vittime, che al termine della sua vita saranno milioni! Eliminava
ogni volta i nemici, che spesso erano stati coloro che l'avevano
aiutato a salire più in alto.
Lenin lo riteneva utile e non riconobbe, se
non troppo tardi il potenziale distruttivo dell'uomo. Quando
si rese conto del suo errore però era troppo tardi. Lenin morì nel 1924
cercando di ridimensionare Stalin, ma senza successo: Stalin ormai
era troppo forte per tutti. La sua capacità di mascherare i sentimenti
lo aiutò a superare indenne il periodo successivo alla morte di Lenin.
Da allora la strada era libera.
I suoi compagni di partito faranno la fine dei suoi nemici, tutti.
Le sue capacità di mascherare la sua ferocia ingannarono non solo Lenin ma anche Churchill, Wells, Huxley, Roosevelt...
Il
periodo della seconda guerra mondiale e le astuzie poste in essere da
Stalin meriterebbero un articolo a parte.
Stalin agì sempre con
freddezza e crudeltà, a mio parere superiore a Hitler.
Ho letto il libro con interesse, con attenzione... e con orrore.
Una
ultima frase mi sembra importante perchè descrive, ancora una volta,
Stalin: "Quando si pensa a Stalin si pensa alla scena rappresentata nel
dipinto di Goya Saturno che divora i suoi figli..."
e chi ha visto il dipinto può capire cosa intendeva dire Conquest!Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO