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lunedì 15 agosto 2016

La carboneria in Italia: Byron cospiratore di Ravenna

Lord Byron, con mia grande sorpresa mi resi conto che il poeta era stato anche in Italia. Bologna, Venezia, Ravenna, Pisa e Genova le città principali nelle quali si intrattenne alcuni anni, poco prima di intraprendere la sua ultima avventura in Grecia.
A Bologna s'era affiliato alla Società Romantica, era quindi un Carbonaro. Il suo prestigio e i soldi lo ponevano al di sopra degli altri ed essendo Inglese i rischi della sua attività di cospiratore erano minori, forse perchè non si trattava di un inglese qualsiasi.
Il gruppo di Carbonari di Ravenna, detto degli "Americani" lo aveva eletto a suo capo.
E' forse questo il motivo per cui ha meritato di essere ricordato in un francobollo Italiano?

A Ravenna, nella casa dove abitava, ospite della sua ultima amante, organizzò un arsenale in cui raccolse 150 fucili e la polvere da sparo per la rivoluzione. Il Conte Guiccioli (marito della sua amante e padrone di casa!) non era molto contento. Vada per avere l'amante della moglie in casa, ma che questi si atteggi a rivoluzionario era troppo pericoloso anche per una persona della sua ricchezza e nella sua posizione.
Byron e il Conte Giuccioli erano oggetto di rapporti della polizia, che li descrivevano come pericolosi cospiratori.
Mentre però nella vita privata il buon senso gli mancava completamente, quando si trattava di cospirare, sembra che Byron fosse molto accorto. 
Era entusiasta, coraggioso, ma anche prudente e sembra che sin dall'inizio avesse molti dubbi sulle capacità organizzative dei cospiratori.
Pensava infatti che se i cospiratori italiani non fossero riusciti ad unirsi, non sarebbero arrivati a niente.
Così in effetti fu. Nel marzo del 1821 i napoletani insorti (alcuni mesi prima!) furono sconfitti dagli austriaci. Il Re ripudiò la costituzione che gli aveva appena concesso e tutto tornò alla normalità. Sulla scia di quella sconfitta vi furono repressioni in tutta Italia e la famiglia della sua amante fu costretta all'esilio, forse proprio per colpire Byron. 
Effettivamente l'allontanamento della sua amante raggiunse lo scopo di allontanare anche Byron che la seguì nel suo pellegrinaggio fino a Genova.
Le sue avventure carbonare erano terminate, non altrettanto si può dire della sua voglia di avventura che lo porterà a prendere le difese dei greci contro i turchi, cosa che mise in evidenza l'uomo d'azione (e gli fece però capire la vera natura umana!) ma gli costò la vita.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 8 novembre 2014

Bertrand Russell: Il mio pensiero (e alcune mie considerazioni sull'Italia)

Bertrand Russell (1872-1970) è stato uno dei più importanti filosofi britannici del '900.
In questi giorni sto leggendo una raccolta delle sue opere intitolata "il mio pensiero". Il libro è in pratica un insieme di brevi articoli scritti durante la sua vita e sui più disparati argomenti. Tra questi ve ne sono molti davvero interessanti ma oggi voglio parlarvi di uno solo di questi: "Gli scopi dell'educazione".
Russell esamina diversi modelli educativi, posti in essere in tempi diversi e in nazioni diverse, mettendo in evidenza le caratteristiche principali e i risultati raggiunti.
La cosa che Russell mette bene in evidenza è il fatto che alla base di un modello educativo vi è un obiettivo (o più) da raggiungere. Un modello educativo veniva adottato per raggiungere uno scopo prefissato. Avevo già riflettuto in passato su questo argomento principalmente perché in diverse occasioni ho cercato di capire perché l'Italia si trovi in queste condizioni e se in qualche modo sia colpa della scuola.
Di tanto in tanto si sente parlare di riforma della scuola in Italia ma mai ho sentito esporre in maniera chiara gli obiettivi che con una riforma si vorrebbero raggiungere.
Perché?
Forse perché coloro che sbandierano riforme non hanno idea di cosa stanno facendo?
Oppure non vogliono dire cosa stanno facendo?
Ma poi, alla fine, cosa hanno ottenuto realmente in questi anni?
Difficile dirlo.
Una riforma scolastica seria dovrebbe intanto dar vita ad un sistema in cui il modello educativo venga applicato per un sufficiente numero di anni affinché buona parte della popolazione venga interessata. 
Fare una riforma ogni cinque anni ha poco senso, rischia solo di creare frizioni all'interno della società tra gruppi che per età e interessi entrano in competizione diretta.
Di contro periodi troppo lunghi potrebbero essere ugualmente dannosi rendendo il paese troppo rigido.
Mi vien da pensare che probabilmente i nostri governanti non hanno la capacità o il coraggio di dire a tutti cosa stiano facendo, in linea di massima ritengo che non sappiano cosa stanno facendo.
Una delle cose che si insegnano ai militari è la pianificazione. 
Bene, può la pianificazione sociale aiutare l'Italia ad uscire dalla crisi (non solo economica ma di valori) che sta attraversando? E, in particolare, come la scuola potrebbe aiutare ad uscire dalla crisi attuale?
Queste domande devono e possono trovare risposta e, una volta trovate le risposte, i nostri politici dovrebbero impegnarsi in una riforma mirata, cosa che purtroppo non faranno perché troppo impegnati in chiacchiere più o meno inutili e in sterili litigi!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 24 dicembre 2013

L'editoriale di dicembre di Graffiti on line... "La metafora italiana"

Che popolo siamo? Che destino ci aspetta?
Queste le domande con cui l'Avvocato Sarcià inizia l'editoriale sul sito Graffiti on line, un articolo interessante sotto tanti punti di vista, un'analisi impietosa degli ultimi 50 anni di storia della politica italiana!
Ho letto l'editoriale con interesse, nonostante sia veramente deluso dai nostri politici.
Mi è piaciuto in particolar modo il passo in cui introduce la TIVU, la nuova Tassa Italiana Volontaria Unica, che "ognuno pagherà quanto può e quando vuole."
... molto ironico!
Molto interessante anche il paragone con la Concordia. Italia e Concordia accomunate da identica specie di Comandanti... anzi, meglio usare un "c" minuscola, per questo genere di comandanti!
Ma la parte migliore, a mio parere naturalmente, è quando si richiama alla memoria la severità del passato. Cosa che condivido appieno.
Serietà... chissà se qualcuno dei nostri politici, tanto bravi a parlare, sanno cosa significa. Il missionario Matteo Ricci (gesuita, missionario in Cina a cavallo tra il 1500 e 1600) fù definito "uomo straordinario" dai cinesi, riconoscendogli il fatto che "metteva in pratica ciò che predicava...". Scusate la digressione.
L'analisi storica dell'Avvocato Sarcià, impietosa ma perfettamente condivisibile, è degna di un editoriale dei nostri quotidiani di un tempo, perchè ormai nessuno sa più cosa significa "scrivere", forse anche per questo vi è sempre meno gente che compra e legge i quotidiani.
Ma è inutile continuare a descrivere l'editoriale, vi suggerisco di leggerlo voi stessi:
 
Naufragi & Rottamazioni  LA METAFORA ITALIANA (Avv. C. Sarcià)



Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 27 gennaio 2009

La nostra Italia...

In Italia ogni città, paese, borgo, é un gioiello...
Ricca di storia millenaria ma spesso bistrattata, l'Italia e l'italiano hanno la necessità di riscoprire l'amore per se stessi e per la propria patria...
Spesso é sufficiente uscire di casa per fare una passeggiata per riscoprire le bellezze della nostra terra, spesso però si vede anche tanto degrado, sporcizia, abbandono!
E' vero, lo Stato é poco presente, ma noi cittadini cosa facciamo? Giriamo le spalle e cambiamo zona?
Forse é arrivato il tempo di cambiare e tornare indietro... tornare ai tempi in cui chi poteva faceva qualcosa, non solo giochi e divertimenti per il popolino o distribuzioni di grano e pane, ma anche opere, strade, pozzi, ospedali...
L'Italia ha bisogno di tutti noi e noi siamo l'Italia...
Se l'Italia riuscirà a guarire vivremo tutti meglio, altrimenti...

E allora voi che ne pensate?
Volete discuterne con me e con i miei amici?
Visitate il gruppo su Facebook al link:
L'Italia e le sue bellezze...

Vi aspetto!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 29 febbraio 2008

In merito al programma politico...

Questa sera ho ricevuto una mail da un amico che ha voluto contribuire alla discussione sulla politica...

"In merito al programma politico, abolirei la politica non i programmi. Oramai fare politica sa di sporco e di poco concludente. Chi fa politica sembra che non sappia dove e cosa sia la realtà. Ti ricordi dei politici che non conoscevano il prezzo del pane o del latte? Prova a chiederlo a tua moglie e vedi come ti risponde!!!
Se politica significa distaccarsi dalla realtà e vivere in un mondo proprio al di fuori delle difficoltà che viviamo tutti i giorni, è meglio non fare politica. I politici decidono delle guerre, ma non sanno cosa sia la guerra. I politici decidono degli stipendi della povera gente, ma non sanno cosa significa lavorare per un mese e non arrivare a fine mese a pagare il mutuo o le rate della macchina o l'affitto di casa. I politici non sanno cosa significa essere trasferiti e non trovare la scuola per i propri figli. I politici non sanno cosa significa dire di no ad un figlio che vuole un nuovo giocattolo perché non si hanno i soldi per comprarlo.
Beh se essere un politico significa questo, sono contento di essere un normale cittadino e spero di non diventare mai un politico."
Grazie Danilo...
e chissà, forse hai ragione, ma perché non provare a cambiare le cose? Ormai ci conosciamo da un po... e credo che tu mi conosca abbastanza bene da sapere come la penso a proposito del cambiare le cose... il mondo è anche nostro e se così com'è non ci piace ma non facciamo niente per cambiarlo, allora è anche colpa nostra...
Io voglio provare a cambiare le cose... mi dai una mano anche tu?
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO