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sabato 6 ottobre 2007

Spaghetti alla bottarga... e non solo!

Dopo una dura giornata di lavoro, finalmente, rientro a casa, non vedo l’ora di sedermi a tavola... Apro il frigo e ... mi sento subito male!
Ho dimenticato di fare la spesa! Non so proprio cosa cucinare questa sera, il frigo è praticamente vuoto, si intravede una foglia di sedano sul fondo, un solo (sigh!) pomodoro e ... e poi basta! Dovrò inventarmi qualcosa ... penso ... che faccio?
Sono sul punto di uscire, andrò a mangiare una pizza, poi... ricordo... dovrei avere un barattolo di bottarga[1] in frigo....
Torno verso la cucina e controllo meglio, in effetti è proprio lì, mezzo vasetto di bottarga di muggine...sono salvo!
Così decido di mettermi ai fornelli e, come ho già fatto tante volte, prendo il vecchio mestolo di legno che mi regalò mia nonna Cenza e preparo gli ingredienti per la pasta... Una padella, abbondante olio d’oliva, la foglia di sedano e il pomodoro tagliata a dadetti piccoli...
Come verso l’olio sulla padella il suo intenso profumo mi risveglia l’appetito... aggiungo il sedano e faccio rosolare un attimo... L’acqua per la pasta é pronta, verso gli spaghetti fini, anche perché non ho altro ...
La pasta è al dente, fumante, la scolo velocemente Aggiungo la bottarga all’olio bollente, dieci secondi ed è pronta... verso la pasta e la faccio saltare per un minuto senza farla attaccare... Il piatto é pronto, verso dunque il pomodoro fresco in pezzetti direttamente nel piatto e mescolo il tutto.
Ancora un pizzico di bottarga sul piatto, un filino di olio crudo e due foglie di basilico per completare l’opera.
La cena é servita!
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[1] La bottarga è un prodotto caratteristico della Sardegna, si tratta di uova di pesce (tonno o muggine) lasciate essiccare e poi grattugiate e usate per condire la pasta.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Nuovi collaboratori, Paola e Gavino Fadda


Salve a tutti, Tuttologi, amici dei Tuttologi e lettori,
Oggi vi presento una nuova coppia di collaboratori, Paola e Gavino.

Sono certo che porteranno all'Accademia appassionati contributi.

E allora, ben arrivati...



Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

domenica 30 settembre 2007

La marcia del pavone

La pratica delle discipline orientali in Italia, come in tutto l’occidente, si è introdotta inizialmente come una moda fino a diventare oggi una parte essenziale della vita di molte persone. A riguardo, credo di avere già parlato del Tai-Chi e del mio maestro Ken-Ryu che, nelle vesti di monaco di Shaolin tramite i suoi insegnamenti, quotidianamente promuove uno stile di vita fondato su principi cosmici ed etici, combinati con pratiche di meditazione basate su posture e movimenti precisi; il corpo è presente alla consapevolezza, mentre la mente si esprime e vive attraverso il corpo.
Rifletto, così, sulla popolarità in tutto il mondo della cultura orientale motivata dagli effetti della pratica sul fisico, ma soprattutto dalla coltivazione del carattere morale di una persona nella vita quotidiana. Tuttavia, così come la cultura orientale s’innesta sulla nostra cultura occidentale, altrettanto un analogo fenomeno si verifica in oriente, che assume ormai comportamenti ed idee dell'occidente, avviando un processo non sempre culturalmente positivo, e che oggi segue il cammino della globalizzazione.
E in questa globalizzazione, lumeggia il totale disinteresse del mondo verso il popolo della Birmania e in particolare nei riguardi della marcia di protesta non violenta iniziata dai 500 monaci scalzi contro il regime di Myanmar. Questi monaci credono che il dolore (dukkha) permetta al birmano di accettare tutto quanto gli è imposto dall’alto, affinché nella prossima rinascita possano raccogliere la pace, il frutto della passività non violenta.
Ed è incomprensibile come anche il nostro paese, sempre pronto a difendere i diritti umani, sia particolarmente presente in quelle terre ricche di petrolio, ignorando quelle che offrono solo miseria.
Credo che se affondassimo la nostra origine considerando universali la terra di nascita e le sue radici, se immaginassimo il reale luogo di nascita vicino e lontano nello stesso tempo, allora non avremo più sentimenti d’intolleranza e necessità di violare i diritti umani.


Marica Di Camillo
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Nell'immagine, il giallo arancio simboleggia la fede, il bianco la purezza ed il rosso il coraggio

venerdì 28 settembre 2007

Cultura generale...

Le scuole...
ci si lamenta sempre delle scuole, di ciò che insegnano (o non insegnano), dei programmi, degli insegnanti, della fatiscenza degli edifici e così via...
Ma forse il problema non è la scuola... ma LA SOCIETA'...
Vi chiederete il perché... mi auguro!
Il problema è la nostra società... una società in cui tra le domande di cultura generale di un generico test, magari di un concorso pubblico, si possono trovare domande tipo...
Di che squadra è "Tizio Caio"?
Come si può permettere che qualcuno attribuisca un punteggio a questa domanda?
Come si può consentire che ciò accada?
Eppure... accade!
E allora basta!
Basta lamentarsi delle scuole... basta lamentarsi della Pubblica Amministrazione... basta lamentarsi del Governo...
Il problema siamo noi italiani... che permettiamo che queste cose accadano!
Una società con questa "Cultura generale" è semplicemente una società senza cultura...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

Matrix, il biodiesel e il prezzo del pane

Si chiama biodiesel perché lo si ottiene dalla lavorazione dei vegetali, ma se verrà scelto come benzina del futuro sarà la catastrofe ambientale del nostro pianeta.
Nel film Matrix, una sorta di entità cibernetica apostrofa l’essere umano interpretato da Keanu Reeves con questo illuminante discorso:
“Tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus.
Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un virus per questo pianeta”.
Se si esamina la storia, c’é da dire che, in molti casi è proprio così. La prima desertificazione prodotta dall’uomo si è avuta tra il Tigri e l’Eufrate, successivamente nella Palestina e nel Libano poi l’Egitto. Poi c’è stato il disboscamento dell’Italia da parte dei Romani, il disboscamento di gran parte dell’Europa nel medioevo e, più recentemente, degli USA e della foresta Amazzonica, a titolo di curiosità inoltre si possono citare casi emblematici come l’isola di Pasqua o di Lampedusa e cosi via, gli esempi certo non mancano.
Quello che non tutti sanno è che gran parte delle pianure dell’occidente di oggi, sono ormai dei deserti, prendiamo ad esempio la pianura Padana, se per una stagione o due, non si irrigassero i campi e non si utilizzassero fertilizzanti, come avviene adesso, la verde pianura si trasformerebbe in una sterile landa desolata. La causa di questa distruzione è dovuta allo sfruttamento intensivo del terreno, il quale ha irrimediabilmente esaurito lo strato vegetale del sottosuolo, trasformando così i campi in “sabbia” incapaci di trattenere l’acqua e nutrire le piante.
Il biodiesel sembra una cosa positiva, una cosa ecologica, pulita, ottenuto da fonti rinnovabili ma in realtà il rischio che corriamo è enorme. Rischiamo di trasformare un gran numero di campi coltivabili in campi di cultura intensiva per produrre carburante. Se a questa considerazione si somma anche il ritmo di richiesta di carburante da parte dell’India e della Cina e tra qualche anno anche della Corea, ci viene da chiedersi, quanti campi dovremo coltivare a colza o a mais per ottenere il carburante sufficiente? Quanti boschi dovremmo sacrificare? Con che ritmo dovremmo utilizzare quelle culture? Dove coltiveremo le derrate alimentari? Quanto tempo è sufficiente per esaurire lo strato vegetale presente nel sottostrato del terreno? 50, 100, 200 anni? Sono domande che giriamo agli esperti, noi non lo siamo, ma non occorre essere ingegnere chimico per capire che l’impatto su l’ecosistema potrebbe essere enorme (si stima di ricavare 1000 litri/ettaro, con un rendimento non superiore agli 8 Km/litro si ottiene: 8000 Km/ettaro cioè in media 2 ettari/anno di campo coltivabile pro capite per il solo uso domestico).
I primi sintomi di qualcosa che non va già si intravedono, la richiesta di biomasse in America Latina ha fatto raddoppiare in pochi anni il prezzo dei cereali, con conseguente innalzamento dei prezzi anche in Europa (e il pane diventa oro). Questa nuova domanda di cereali potrebbe innescare un processo di riorganizzazione delle coltivazioni su scala mondiale, dagli effetti imprevedibili, in altre parole in maniera subdola e silenziosa, si potrebbe instaurare un processo di desertificazione di gran parte delle zone fertili del pianeta. Il rischio che si corre è quello di scoprire che tra 80-90 anni, dopo una mutata condizione economica o tra qualche secolo dopo un cambiamento climatico, quei campi, destinati alla produzione di biodisel, così intensamente sfruttati e magari sottratti alle culture alimentari o boschive, si sono trasformati irrimediabilmente in deserto.
Probabilmente noi non saremo testimoni di questa eventuale catastrofe, ma questo non ci autorizza a voltarci dall’altra parte e far finta di niente. Io penso che ogni generazione che si affaccia sulla terra ha il dovere morale di consegnare il pianeta alle generazioni future meglio di come l’ha trovato e non peggio. Allora corre l’obbligo di chiedersi come possiamo risolvere il problema del carburante, prima che sia troppo tardi. E magari se mi è consentito; ma un 2.500 cc di cilindrata ci serve veramente? Non potremo farne a meno e in cambio ottenere un futuro sereno per i nostri nipoti?
Alessandro Ghinassi

mercoledì 26 settembre 2007

Miss Italia... telegiornale e anoressia...

Oggi, 26 settembre, il telegiornale della sera si è trasformato in una passerella...

Prima un bell'articolo con tanto di intervista contro l'anoressia, legato chiaramente alla notizia del momento... Miss Italia.
Sembra che infatti lei, la bellissima, sia troppo magra...
Ma qualche istante dopo si sono già dimenticati degli appelli contro l'anoressia e va in onda una bella sfilata di ragazze che penso fossero la metà della Miss Italia... ma ora è un tripudio, l'anoressia è dimenticata... a favore della sfilata!
Ecco il telegiornale... mancanza di serietà e semplice pubblicità!
Ma per fortuna non è sempre così, infatti ci sono anche le giornate che lascio spenta la Tv!
L'anoressia, come pure l'abulimia, sono malattie gravi.
Come si fa a partecipare a delle sfilate del genere? Eppure sono tutti li... i VIP...
Volete veramente fare qualcosa per risolvere il problema?
Cari VIP, smettetela di partecipare a queste sfilate se le ragazze sono anoressiche!
Disertate questi eventi... altrimenti è anche colpa vostra se le cose vanno così!
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

martedì 25 settembre 2007

Ancora... una volta!

Freddo! Era una giornata fredda... nuvole gonfie di pioggia si avvicinavano sospinte da un leggero vento di tardo autunno... Di tanto in tanto un pallido raggio di sole illuminava la piazza coi suoi mercatini! Unica novità... Il freddo non mi aveva impedito di uscire e così mi aggiravo, solitario tra le bancarelle, con indosso il senso di tristezza di una tipica giornata buia... Sempre uguale... 
Ogni giornata identica alla precedente... Su quella bancarella non c’era niente di interessante, solo vecchiume e qualche falso, realizzato di recente nel magazzino d'un improbabile aspirante pittore... pensai. Mentre osservavo i pezzi più antichi, per vedere se c’era qualcosa che valesse la pena acquistare, la mia attenzione fu attirata dalla presenza di un vecchio poco distante... aveva un carretto a mano... uno di quei carretti in legno che non si vedevano più da anni... Doveva essere appena arrivato perchè non c'era nessuno attorno... Ottimo! Pensai... Sono il primo cliente... Chissà... 
Una folata di tramontana mi congelò il viso... un brivido mi scosse la schiena... Ancora qualche giorno e sarebbe stato inverno... un inverno freddo... sicuramente! Sempre uguale... Qualche giorno ancora... Eppure non ricordavo che giorno fosse! Lunedì... forse... 
Sul carretto del vecchio c'erano oggetti di varia foggia, in equilibrio precario, l'uno sull'altro... alcuni in legno, altri in ottone... la maggior parte in pietra nera lucida... 
I più bizzarri erano lavorati grezzamente per apparire simili a teschi, ognuno con due facce... Non badai molto al resto... solo allora mi accorsi della presenza di una ragazza, dietro il banco... Era seduta alla sinistra del vecchio venditore... Un secondo carretto, su cui erano esposti degli oggetti di scarso valore, la nascondeva quasi totalmente alla mia vista... Tutto in lei sapeva di antico... No, non antico... triste!
Eppure non doveva avere più di vent'anni... 
Mi ritrovai a fissarla intensamente, senza volerlo... mi colpì subito ma non saprei dire per quale ragione... doveva essere molto bella... un tempo, senza quel velo di tristezza... Lunghi capelli neri le coprivano il viso cadendo lungo le spalle... le mani sorreggevano la testa nascondendole il viso... Mi spostai di qualche passo, inconsciamente... desideravo vederla in faccia... Poi un piccolo oggetto attirò la mia attenzione... aveva una forma strana... come ogni oggetto su quella bancarella aveva le fattezze d'un teschio, ma questo era particolare... mi ricordava qualcosa... un ricordo lontano! 
In quell'istante la ragazza si alzò, mi guardò fisso negli occhi e senza una parola si voltò... Non potei fare a meno di seguirla... “Aspetta...” gridai... “Aspettami...” La sua snella figura ondeggiava in direzione della parete di pietra... all'estremità della piazza. Mi sentivo irresistibilmente attratto da lei... Non so per quale motivo la seguii, ma lo feci... Le gambe mi dolevano... “il freddo”, pensai! Arrivato agli scalini in pietra mi resi conto che stringevo ancora in mano il piccolo teschio... era freddo... come le mie gambe, doloranti per il freddo! Ora un ricordo lontano sembrava prender corpo... un'ombra... un fantasma del passato... si affacciava alla mente... Ricordi... 
Lei riapparve in quel momento... coi suoi capelli neri... Questa volta non camminava... correva lungo il perimetro della piazza, si voltò verso di me... Sembrava mi aspettasse... come se mi chiamasse per nome... Quale nome? Il mio nome? Ancora rumori... ma non c'era nessuno... Nessuno! Solo ombre che scendevano dall'alto... ombre... visi... ricordi... Cercai istintivamente la ragazza dai capelli neri... Lei si avvicinava... il suo viso emergeva da una nebbia indistinta... Ancora voci... il vecchio del banchetto... il suo viso... “mio padre!” Urlai... Urlavo... sentivo... Freddo!
Era una giornata fredda... nuvole gonfie di pioggia si avvicinavano sospinte da un leggero vento di tardo autunno... Di tanto in tanto un pallido raggio di sole illuminava la piazza... con i suoi mercatini! Unica novità... Il freddo non mi aveva impedito di uscire e così...
Alessandro Rugolo