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venerdì 9 maggio 2008

11 maggio 2008, festa della mamma!

Ricordo ancora con emozione mia madre che guardava soddisfatta il lavoretto fatto a scuola con le mie mani...
Passavamo mesi a lavorarci sopra, utilizzando i materiali più improbabili...
Quell'anno avevamo saccheggiato i fili dei panni di tutte le mamme del paese e il ricco bottino di mollette in legno era servito per costruire oggetti buffi e di nessuna utilità... ma bellissimi per le nostre mamme, perché fatti da noi piccoli bimbi, con le nostre minuscole manine...
Mamma era sempre in cucina, quando noi rientravamo dalla scuola, lei era tra i fornelli e noi facevamo finta di niente, come se non fosse la sua festa. Lei chiaramente sapeva che fingevamo e fingeva a sua volta!
Come fingeva di essere stupita quando a tavola riceveva i regali...
Che bei ricordi, che stupendi ricordi...
E come sono cambiate le cose... oggi non si costruisce più niente, si sceglie ciò che si vuole e lo si compra... e dove é finita la magia della festa della mamma? Quella magia che durava mesi? Che iniziava in primavera e terminava il giorno della festa?
Non so, forse é sparita per sempre, forse solo per ora... chissà!
In ogni caso a me piace ricordare quei momenti di gioia, con un po di tristezza perché sono invecchiato!
Che dire di più?
Tanti auguri mamma, a te e a tutte le mamme del mondo!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Un nuovo tuttologo, Jean Atzorì

Cari amici e lettori, oggi sono lieto di presentarvi un nuovo Tuttologo, Jean Atzorì, francese di nascita... ma lasciamo che sia lui stesso a presentarsi!
"Né dans le nord de la France près de la frontière belge, après plusieurs pérégrinations, s'installe à Beauvais à 70 km au nord de Paris.De formation scientifique, il est resté ouvert aux langues étrangères, à l'histoire et l'intérêt pour les civilisations."
Non vi preoccupate, conosce l'italiano benissimo e al più presto spero vorrà scriverci qualcosa. Benvenuto Jean e grazie in anticipo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 8 maggio 2008

Gita a Piana delle Orme - La bonifica pontina

L'ultima volta ci siamo lasciati con queste parole...

"I bellissimi modellini lasciano il campo ai padiglioni della bonifica dell'agro pontino. Pannelli ricchi di foto e spiegazioni audiovisive particolareggiate accompagnano i macchinari impiegati all'inizio del XX° secolo per prosciugare le paludi. Motopompe gigantesche, impianti tecnologici dell'epoca... ma questa è un'altra storia!"

E' arrivato il momento di raccontarvela, con poche parole e molte immagini, la qualità non è sempre la migliore ma spero possa attirare l'attenzione di tutti! Come ho già detto vale veramente la pena visitare il museo.
Il secondo padiglione tratta l'argomento della bonifica delle paludi pontine. Siamo all'inizio del '900 e il territorio a sud di Roma è un'unica grande palude.
Le condizioni di vita sono pessime e le zanzare anofeles e la malaria dilagano... lo Stato gestisce le cure con il chinino di stato...
Nelle campagne vi è ancora molta povertà, l'attrezzatura da lavoro è povera ed essenziale ma funzionale.I trattori cingolati della FIAT come di altre marche sono artefici della bonifica...
Ma le pompe idrovore, enormi mostri usati per pompare via e incanalare l'acqua dalle paludi, sono l'artefice principale della bonifica, assieme al lavoro delle persone!
Rame e alluminio sono largamente impiegati per attrezzi da cucina e da campagna...

E nelle scuole i libri di testo ed i quaderni sono pochi... lo spreco della nostra società consumistica ancora è lontano dalla mentalità di persone povere e sempre in lotta per la sopravvivenza. Ogni cosa è fatta per durare il più a lungo possibile... Pennini, colori e gessetti non sono certo alla portata di tutti!

Nelle campagne si vedono i primi mostri tecnologici che aiutano nel lavoro i contadini, ecco un momento della trebbiatura del grano ricostruito magistralmente...
Il Duce Benito Mussolini è l'artefice della bonifica delle paludi pontine, nuove città nascono al posto dei pantani. Gli abitanti provengono dalle zone più popolose del nord, sopratutto dal Veneto. Aprilia nasce il 25 aprile 1936... è lo stesso Duce che ne traccia il perimetro!
Ed ecco un plastico di Aprilia così come doveva presentarsi prima della guerra...

La Seconda Guerra Mondiale... cancellò buona parde di ciò che di buono era stato fatto, per lasciare tante macerie e tanti lutti in tutti i paesi partecipanti...
Della città di Aprilia resta ben poco! La statua di San Michele miracolosamente in piedi dopo i bombardamenti, ancora oggi sorveglia la piazza e la chiesa ricostruita alle sue spalle!

La società è alle prese con tanti problemi e le condizioni igieniche, anche dovute a cattive abitudini, non sono certo delle migliori. Lo stato interviene come può, le sputacchiere fanno la loro comparsa per le strade...

I contadini amano il vino... e cosa c'è di meglio di un fiasco foderato di sughero per conservarlo?

Gli artigiani erano ancora capaci di produrre delle piccole opere d'arte, oppure delli oggetti di tutti i giorni, le forme in legno venivano utilizzate dai calzolai per sagomare scarpe da lavoro e della domenica. Ma non tutti se le potevano permettere... così nelle foto del tempo è possibile riconoscere subito i figli dei ricchi... perchè indossavano le scarpe!

Il carbone che serviva per l'inverno era prodotto in casa, le carbonaie occupavano il cortile e uomini e donne lavoravano assieme faticosamente...

La vita si svolgeva nei casali... che spesso però erano più poveri di questo nella foto!

Mezzi agricoli d'epoca e vita nei campi, però, sono oggetto dei padiglioni successivi e quindi di un prossimo articolo!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 4 maggio 2008

Le lingue e il mondo...

Dio confuse loro le lingue...
e quando si viaggia ci si accorge che è proprio così!
In portoghese con il termine "piripiri" si intende il nostrano peperoncino, in sardo "pibireddu"...
Il tavolo da cucina si chiama invece "mesa" ed in sardo... "mesa"!
La lingua è una caratteristica distintiva fortissima, tanto che noi siamo portati ad individuare la provenienza delle persone sulla base della lingua e dell'accento più che delle sembianze.
La lingua è una componente importantissima della società, magari trascurata o sottovalutata, ma comunque sempre rilevante. Ce ne rendiamo conto purtroppo solitamente troppo tardi! La lingua ci permette di esprimerci e di farci capire, ci consente di fare spese e di viaggiare, ci consente di commerciare, studiare, vivere nel migliore dei modi possibile!
La lingua è un potente strumento di politica estera, è uno strumento usato da tutti i popoli nella colonizzazione di nuove terre. Gli imperi si basavano su una lingua unica che diventava la lingua di corte o ufficiale. Le classi più importanti conoscevano la lingua ufficiale utilizzata internazionalmente e la conoscenza della lingua internazionale permetteva di entrare a far parte di una cerchia ristretta di persone.
Se è vero che la lingua è così importante, appare chiaro che uno stato che coltivi delle ambizioni di un certo livello deve investire sulla sua lingua, sulla sua lingua...
E importante conoscere la lingua internazionalmente riconosciuta ma è altrettanto importante investire sulla propria lingua. Nel mondo odierno chi non conosce l'inglese?
Ma in quello che verrà fra dieci, venti, cinquant'anni... quale lingua dovrà essere conosciuta e studiata? Potrebbe essere la nostra, l'Italiano?
Queste sono domande strategiche, diciamo così, di politica estera! Queste sono domande che richiedono risposte, qualcuno dovrebbe tentare di darle! Io non sono un politico ma mi piace giocare a farlo, tanto non posso fare danni...
Tanto per cominciare, vediamo quali vantaggi si hanno dall'appartenere alla società detentrice della lingua internazionalmente riconosciuta come dominante.
I madre lingua-dominanti godono di una serie di vantaggi non indifferenti, in primo luogo non devono perdere tempo (né come singoli né come società) a tradurre nella loro lingua ciò di nuovo ed interessante che viene prodotto nel mondo, non perdono tempo dunque negli studi linguistici, sarà infatti chi è interessato a dare massima diffusione ad un concetto a preoccuparsi della traduzione, sostenendone anche le spese. Non rischiano di non capire i concetti di traduzioni fatte male. Non possono essere messi in soggezione di fronte ad un pubblico internazionale perché utilizzano la loro lingua. In definitiva godono di vantaggi in tutti i campi, da quello economico a quello scientifico, oltre che politico.
Nel passato lingue dominanti sono state il francese, lo spagnolo, l'arabo, il latino, il greco, l'accadico e sicuramente anche altre a me sconosciute. Oggi pare che sia l'inglese, ma domani? In cosa occorre investire per il futuro? Se io contassi qualcosa mi muoverei su due fronti, in primis, preso atto della scarsa importanza della lingua italiana nel mondo, cercherei di sviluppare una strategia che nel lungo termine faccia si che l'italiano diventi lingua dominante e investirei nelle lingue che a medio termine potrebbero essere quelle dominanti. In particolare, io investire sulla lingua inglese e sul cinese. La lingua inglese è ancora universalmente riconosciuta come necessaria, il cinese è universalmente la più parlata al mondo e chi conosce il cinese possiede le chiavi della comprensione di una civiltà millenaria che oggi conta circa un miliardo e trecento milioni di anime e che si sviluppa ad un tasso di crescita nettamente superiore a noi europei!
Ma come ho detto, queste sono solo fantasie di chi non ha alcuna possibilità di incidere sulla politica estera di un paese... ve la immaginate una Italia in cui, a scuola, si insegna l'inglese e il cinese?
Non so, mi viene difficile pensare ad una simile eventualità... io investirei molto per far si che la lingua italiana sia studiata nel resto del mondo...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 3 maggio 2008

Gita a Piana delle Orme (Latina)

E' una bella giornata e così decidiamo senza pensarci troppo di andare a visitare il museo di Piana delle Orme, in localita Borgo Faiti, nei pressi di Latina, la mussoliniana Littoria. Arrivarci è abbastanza semplice e comunque c'è sempre l'antico metodo di chiedere informazioni agli abitanti della zona, come ultima risorsa chiaramente!Abbiamo passato così una stupenda giornata anche grazie al bel tempo che ci ha accompagnato. Il museo si stende su di un'area di circa due ettari e mezzo in cui è possibile mangiare al ristorante o portarsi da mangiare da casa e usufruire dei servizi dell'area attrezzata, all'ombra degli alberi, compresi i barbecue a pagamento con cui preparare all'aperto uno squisito arrosto! Abbiamo trovato tutto ciò che ci poteva servire per passare una giornata in mezzo alla natura, ma lo spettacolo è iniziato quando abbiamo deciso di andare a visitare il museo... Costituito da enormi padiglioni a tema, il museo richiede almeno cinque ore per visitarlo decentemente, l'ideale sarebbe iniziare la visita al mattino e poi dopo aver mangiato, proseguire la visita al pomeriggio.
La prima cosa che mi ha colpito è il monumento ai caduti della guerra combattuta sul fronte di Cassino, Anzio e Nettuno ad indicare quanto sia importante la memoria...

All'aperto è stato possibile ammirare aeroplani, treni a vapore e animali da cortile di diverse specie, tra questi gli splendidi pavoni, i cigni, i cavallini Pony... Il gracidare delle rane che vivono comodamente nei canali artificiali dei giardini vi accompagnerà per tutta la visita facendo da piacevole sottofondo...

Il primo padiglione è dedicato al giocattolo d'epoca e vi garantisco che è fantastico! Ho rivisto i giocattoli di trenta e più anni fa, quegli stessi giochi che ho usato e distrutto quando ero bambino, ma anche tanti altri conservati veramente bene... macchinine in latta, soldatini di piombo, modellini di automobili e camioncini, aerei,

(FIAT C.R. 42)

(Boeing B29 Stratofortress)

(Concorde)

(Mcdonnell Douglas F4B Phantom)



e navi da guerra,

(Cacciatorpediniere Ardito)

(Cacciatorpediniere Dardo)

(Corazzata Littorio)


(Corvetta Baionetta)


(Fregata Lupo)

motociclette, giostre e tutto ciò che era possibile usare per giocare... compreso il classico cavallino a dondolo...
quanti ricordi...

I bellissimi modellini lasciano il campo ai padiglioni della bonifica dell'agro pontino. Pannelli ricchi di foto e spiegazioni audiovisive particolareggiate accompagnano i macchinari impiegati all'inizio del XX° secolo per prosciugare le paludi. Motopompe gigantesche, impianti tecnologici dell'epoca... ma questa è un'altra storia!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 1 maggio 2008

Platone, la Repubblica e come nasce uno Stato

In questo periodo sto leggendo "la Repubblica" di Platone.
Un dialogo affascinante in cui si parla dello Stato.
Socrate, per il tramite di Platone che scrive e dei suoi compagni di discussione (Glaucone, Polemarco, Adimanto, Cefalo e Trasimaco), ci spiega cosa é giusto e cosa sbagliato, cosa è lo stato e come nasce, come e perché nasce la guerra e come devono essere scelti e cresciuti i custodi dello stato.

Per Socrate "uno stato nasce perché ciascuno di noi non basta a se stesso, ma ha molti bisogni. O con quale altro principio credi che si fondi uno stato? - Con nessun altro, rispose. - Così per un certo bisogno ci si avvale dell'aiuto di uno, per un altro di quello di un altro: il gran numero di questi bisogni fa riunire in un'unica sede molte persone che si associano per darsi aiuto, e a questa coabitazione abbiamo dato il nome di stato."

Si può essere più chiari?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 29 aprile 2008

Viaggio

Speme del ritorno
Passo su passo
Scalo la vetta
Ma in fondo non mi fermo
Neppure per un sorriso


Giuseppe MARCHI