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giovedì 19 giugno 2008

Amore lontano

Stanco di stare lontano da te, amore,
il tempo passa lentamente senza te!

E penso alle sere passate assieme,
e a quelle tristi vissute lontano da te,
e ti amo di più, ancora di più!

Un bacio per telefono,
triste consolazione,
ma poi penso a quando ti rivedrò...

Un bacio, ancora uno, a te lontana,
felice di saperti felice,
in attesa del rientro!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 8 giugno 2008

Platone: Fedone - Socrate e la Terra...

Fedone - Socrate, Simmia e la Terra vista dall'alto, così recita il titolo di un mio precedente intervento, legato alla lettura del libro "Il mulino di Amleto". Allora dissi che sarei tornato sull'argomento quando avessi letto il testo originale di Platone, Fedone, ebbene, ora l'ho fatto e dunque come promesso, eccomi qua!

Di cosa ci parlerai? Direte voi pazienti lettori...
Di cosa potrei parlarvi se non di conoscenze andate perdute e che di tanto in tanto riemergono in passi oscuri e, talvolta, non capiti o male interpretati?
O, più modestamente, della mia personale interpretazione di un testo letto e riletto purtroppo non nella lingua originale ma in italiano...
La premessa è per dire, "Non vi fidate di me e delle mie parole perché potrei sbagliare, visto che so veramente poco, ma in compenso, sono molto confuso!"

E' dunque arrivato il momento di dichiarare l'oggetto del contendere...

Cos'è il Tartaro di cui Omero e altri antichi Poeti ci hanno parlato?

Per Socrate e Platone la Terra è cava...
"all'interno di essa, ci sono tutto intorno, in relazione alle sue cavità, molte regioni, alcune più profonde e più aperte di quella in cui abitiamo noi, altre più profonde ma che hanno apertura minore di questa nostra, e ce ne sono di quelle che hanno minore profondità della regione di qui, ma più aperte. Ora, sotto terra, tutte queste regioni, dicono, sono perforate in molti punti da condotti, dove più stretti dove più larghi, che portano dall'una all'altra, ed hanno quindi vie di comunicazione per dove scorre molta acqua da una regione all'altra come in grandi vasi; e sotto terra ci sono smisurate masse di fiumi perenni di acque calde e fredde; e gran quantità di fuoco e grandi fiumi di fuoco, e molti fiumi di fango liquido, ora più puro ora più melmoso, come in Sicilia quei fiumi di fango che scorrono davanti la lava e la lava stessa; e di questi fiumi invero si riempie anche ogni regione secondo che in ciascuna regione venga a trovarsi ogni volta la corrente."

Se si legge con attenzione e si tiene presente ciò che Platone ci ha già detto in altri testi, il Timeo per esempio, si capisce subito che dove si parla di fiumi d'acqua si intende più genericamente fiumi di sostanze liquide e in particolare della lava. Platone ci sta dunque descrivendo l'interno della terra come solo oggi noi sappiamo com'è...
Ma come è possibile?
Da dove arrivavano le conoscenze dell'interno della Terra?

Ma non è finita...
"E tutte queste acque, si dice, le mette in movimento, una specie di oscillazione che è nella terra. Ora, questa oscillazione si verifica a causa di una condizione naturale che è la seguente. Tra le voragini della terra ce n'è una che oltre ad essere la più grande, anche attraversa la terra da una parte all'altra tutta quanta, ed è quella voragine di cui ha parlato Omero, quando dice:

''ben lontano, là dove profondissimo sotto terra un baratro s'apre''

e che anche altrove Omero e molti altri hanno chiamato Tartaro. Giacché in questa voragine confluiscono tutti i fiumi e anche da questa di nuovo si riversano fuori. E ciascuno di essi diviene tal quale è la terra in cui si trova a scorrere. Ora la causa del riversarsi fuori da lì e anche del confluire di tutte le correnti è il fatto che questa massa liquida non trova né fondo né base; e quindi oscilla e fluttua su è giù, e l'aria e il vento intorno fanno lo stesso; perché vi si accompagnano sia quando essa si dirige verso quelle regioni là della terra sia quando si dirige verso queste qui, e, come chi respira il fiato viene espirato e inspirato fluendo continuamente, così anche là il soffio, sollevato insieme con la massa liquida, produce venti terribili e irresistibili entrando e uscendo. Quando dunque l'acqua si ritira verso la regione che, come sai, è chiamata inferiore, si riversa attraverso la terra in quelle regioni lungo le correnti che sono là e le riempie come quando si irriga; e quando, invece, recede di là e muove verso questa parte, riempie di nuovo le correnti di qui, e queste, riempite, scorrono attraverso i condotti e attraverso la terra..."

Movimenti del nucleo terreste... oscillazioni...


Ecco dunque anche la spiegazione delle eruzioni vulcaniche...


E ripeto la domanda... da dove gli arrivavano queste conoscenze?


Chissà... in ogni caso continuando a leggere le opere di Platone conto di trovare qualcosa e se così sarà vi farò sapere...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 7 giugno 2008

KOSOVO IN GUERRA (dicembre 1999)

Spartitevi le colpe degli avi e le vostre
Pietà per il nero assassino ho chiesto
Aveva il corpo divorato dai vermi
E lo scalpo trascinato nella polvere.

Ho visto una guerra ed è stata mia
Miei i bambini senza voce
Mia la tristezza del vecchio davanti
Alle macerie che furono casa.

Mio il dolore della sposa bambina
E il suo calice di soda caustica da bere.

Deponete le armi dell’odio
Ho percorso i chilometri della vostra terra
Montagne innevate e boschi d’abete
Ho salito come fosse il mio Abruzzo
Per trovare una casa isolata
E le sue dodici tombe.

Non chiedevano vendetta per loro
Il vento le aveva già nettate
Del sangue degli uomini e del pianto
Delle donne sole.

Chissà chi di voi avrà speranza o futuro
Ho visto le immense solitudini
Lo sguardo della violenza e la voce dell’odio
Ho voluto guardare fino in fondo
La guerra e la sua rovina
Non ho trovato risposte né ragioni
Non c’erano e non ci saranno vincitori.

Giuseppe MARCHI

Una nascita

Pochi istanti occorrono
per passare dal buio alla luce
dal limbo alla vita...

Nove mesi di attesa e di premure
per un momento di dolore
seguito da una immensa gioia...

Una nuova vita si affaccia al mondo
e il mondo la saluta
con un raggio di tiepido sole...

Una nuova anima
da accudire, crescere, accompagnare
lungo il suo percorso di vita...

Nuove gioie e nuovi dolori l'attendono
per poi giungere faticosamente all'amore
e così tutto ricomincia d'accapo...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 3 giugno 2008

Tagliare i costi si può

Ragioniere, domani abbiamo la riunione del Consiglio di Amministrazione, Questo è il bilancio previsionale per l'anno venturo... l'ho controllato diverse volte ma ancora non va bene, dobbiamo abbassare i costi...
Veda cosa può fare. Per domani voglio vedere le modifiche... prima della riunione chiaramente!

Certamente signor Direttore. Vedrò di fare il possibile, anche se sarà difficile ottenere delle ulteriori economie... Le ricordo che io stesso ho elaborato il bilancio...

Si, lo so, ma le spese sono ancora elevate... dobbiamo abbassare i costi generali fissi, non abbiamo altre possibilità!

Ma, signore, i costi fissi non sono ulteriormente comprimibili, ne sono certo...

Si sbaglia, le dico!

Mi spiace ma sono sicuro, non è possibile far niente...

Guardi, glielo dimostro...
lei è licenziato!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Vivere o morire?

Testamento biologico?!
Di che cosa si tratta?!?
Non ne ho mai sentito parlare cara...

Certo, sei sempre al lavoro, scommetto che è anni che non senti un telegiornale... a casa non stai mai con me a vedere la TV!

Ma cara, lo sai, il mio lavoro...

Certo, certo, non hai tempo, lo so!
Ma pensi forse che la vita duri per sempre?
E se ti accadesse un incidente?
E se restassi paralizzato per tutta la vita? Eh?!?
Dimmi, che faresti? Scommetto che cercheresti il modo di lavorare lo stesso!

Ma cara...

Cara, cara, cara... non sai dire altro?!?
Sono stanca, stufa... cerca di vivere... basta!
Devi scegliere, o me o il lavoro!

Ma cara, che c'entra ora... dai, su, che dici... ti prometto...

Prometti? Tu prometti?
E come, di grazia, come l'ultima volta forse?
La settimana scorsa... ma che parlo a fare, dalla faccia si capisce che neppure ricordi che tuo figlio aveva i colloqui a scuola... ma tu eri al lavoro!
Oppure prometti come la volta prima... dovevamo passare il fine settimana da tua madre... poverina lei che ci ha creduto! Ma a te che interessa... tanto poi ho dovuto chiamarla io per dirle che non andavamo più! Era il suo compleanno e sai quanto sia sola dopo la morte di tuo padre... si è messa a piangere... E tu, tu, dov'eri?!?
Ancora al lavoro... e per cosa poi? Siamo forse ricchi?!?
Non mi sembra...

Ti prego cara, non fare così, non piangere...

Hai ragione, per una volta... non devo piangere, devo essere forte... e se devo essere forte, allora ne deve valere la pena. Sai che ti dico? io me ne vado da mia madre! Il bambino viene con me, tu intanto rifletti... se puoi...
Fammi sapere, ma non aspettare troppo...

Ma dove vai... torna indietro... piove...

Ecco, signor giudice, quella fu l'ultima volta che parlai con mia moglie. Uscendo di casa prese la macchina e, con nostro figlio, si diresse verso la casa della madre che abita qualche chilometro più a valle. A metà strada finì sul guardrail, da allora è in coma... Il bambino se l'è cavata ma lei ha subito un grave trauma cranico ed è ancora in vita solo grazie alle macchine e alle cure mediche. Se si rispettassero le sue ultime volontà, come scritto sul suo testamento biologico, lei morrebbe. Ed è questo che io chiedo, è questo che io e mio figlio chiediamo, signor giudice... che vengano rispettate le ultime volontà di mia moglie... Se pure dovesse riprendersi, i medici sostengono che la sua vita sarebbe quella di un vegetale... che richiederebbe assistenza continua da parte mia e di mio figlio... e, capisce signor giudice, come la cosa sia impossibile... sa, signor giudice, io non posso... devo lavorare!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 31 maggio 2008

Domani (2007)

Fissa un tempo che non esiste
L’immagine e le parole sono
La notte breve e il sogno
La strada segnata del ritorno.

Ascolta la casa e il silenzio
Non passa nelle porte aperte
Ristagna aspettando un sempre
L’ultima fila degli scaffali.

Guarda il tempo attraverso
Un ponte che non ho valicato
Profumi sulle siepi dipinte
Il fastidioso ronzio degli insetti
Sospingi l’attesa di ore
E finalmente l’amore
È il senso che dà la vittoria
Il domani esiste.

Giuseppe MARCHI