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giovedì 24 settembre 2009

Lucio Anneo Seneca: la fine del mondo...

Precedenti:
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Oggi ho ripreso in mano il libro di Lucio Anneo Seneca, "Naturales Quaestiones"...
Ho cominciato a sfogliarlo alla ricerca di qualche appunto interessante preso durante la prima lettura... ho ritrovato tante cose interessanti di cui vi ho già parlato nei precedenti articoli, ma ho trovato anche altre cose di cui non vi avevo mai parlato!

Una di queste curiosità é relativa alla fine del mondo...
Seneca [Libro III, 29, 1] ci riferisce di Beroso, interprete delle dottrine di Belo, come colui che asserì che la distruzione del mondo arriva ciclicamente, a causa di diluvi o di conflagrazioni...
Beroso infatti sostiene:
"che il mondo terreno sarà incenerito, allorché tutti gli astri che ora seguono orbite diverse si saranno riuniti sotto il segno del Cancro, disposti lungo una stessa traccia così che una linea retta possa passare attraverso tutti i globi; si verificherà l'inondazione quando la stessa moltitudine di astri si sarà radunata sotto il segno del Capricorno. Il Cancro da luogo al solstizio d'estate, il Capricorno a quello d'inverno: costellazioni che esercitano un grande influsso, dal momento che determinano addirittura le mutazioni dell'anno."

Quando si verificherà il prossimo allineamento?
Chissà...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 23 settembre 2009

Tito Livio: Evandro ed Ercole nel Lazio

Precedenti:

Tito Livio: la morte di Remo...

Tito Livio: Rea Silvia, la lupa, Romolo e Remo...

Tito Livio: la storia di Roma continua...

Tito Livio: storia di Roma
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Buon sera Maestro,
la disturbo?

Alessandro, qual buon vento... é un po che non ti fai sentire, che fine hai fatto?

Mi perdoni ma mi sono lasciato distogliere dalla tecnologia...
ma ciò che importa é che sono tornato!

Mi fa piacere rivederti... sai, in questi ultimi mesi ho ricevuto veramente poche visite. Forse la storia antica non interessa più a nessuno!

Non dica così, la prego...
la Storia, antica o moderna, avrà sempre i suoi cultori!

Speriamo che tu abbia ragione. Ma veniamo a noi, se sei venuto a trovarmi sicuramente é anche per chiedermi qualcosa, o mi sbaglio?

Non sbaglia Maestro, al di là del piacere di parlare con Lei, sono venuto per approfondire le mie conoscenze... e sono sicuro che Lei ha ancora tanto da insegnarmi!

Non adularmi, non é da te! Piuttosto fammi la domanda e speriamo di avere la risposta...

Bene, allora le chiedo di parlarmi di Ercole e di Evandro e del loro soggiorno nel Lazio.

Ercole ed Evandro... iniziamo da quest'ultimo.
Evandro venne nel Lazio dal Peloponneso, forse profugo dopo la guerra di Troia. Era un uomo istruito e conosceva l'arte della scrittura, ciò gli permise di governare su quei popoli ignari di ogni arte... quando un giorno arrivò Ercole...

Maestro, io ricordo di aver letto qualcosa di un Evandro figlio di Priamo... é forse lo stesso?

Potrebbe darsi Alessandro, potrebbe darsi... ciò che so é il nome della madre, Carmenta, che in quei tempi era venerata come la Sibilla lo divenne poi. Ma lasciami finire, per favore, alla mia età ci vuol poco a perdere il filo!

Mi scusi...

Dunque... dicevo che arrivò Ercole, di ritorno dal compimento di una delle sue fatiche era stato derubato da un pastore che si chiamava Caco e che viveva sulle rive del Tevere. Ercole se ne accorse e lo uccise. Evandro si accorse dell'accaduto e intervenne per capire cosa fosse accaduto. Interrogò Ercole e riconosciutolo come figlio di Giove gli dedicò l'Ara Massima che lo stesso Ercole costruì. Quell'Ara fu affidata alla famiglia dei Potizii perché celebrassero il culto di Ercole...
Credo di averti detto tutto ciò che so, spero sia sufficiente!

Grazie Maestro, sapevo che mi sarebbe stato di aiuto... e se ciò che mi ha detto su Evandro e sulla sua conoscenza della scrittura é vero, ciò potrebbe significare che Iliade ed odissea potrebbero essere state scritte e tramandate molto prima di ciò che si dice...

Grazie Maestro, le auguro una buona serata...

A presto Alessandro, torna a trovarmi presto, ti aspetto!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 20 settembre 2009

La pubblicità é l'anima del commercio...

Così perlomeno si dice!
Ma é poi vero?
Io non ne sono tanto convinto a dir la verità!
Sarà perché quando vado a far la spesa scelgo secondo criteri di economicità, sarà perché sono poco incline a pagare la marca, sarà perché sono poco influenzabile ma credo proprio che la pubblicità non sia poi così potente!
In ogni caso vorrei fare a tutti voi lettori qualche domanda e magari avere una risposta, per cui vi prego, prendete carta e penna e annotatevi le risposte alle domande che seguono, poi al termine della lettura di questo articolo lasciate un commento con le risposte, ve ne sarò grato!
Dopo queste semplici istruzioni cerchiamo di andare avanti e magari di capire qualcosa di più sulla pubblicità... ma prima di tutto rispondete alla prima domanda:
1. Vi piace la pubblicità televisiva? E se si, qual'é la vostra preferita?
Se consideriamo un prodotto qualunque, é facile capire che a parità di caratteristiche (supponiamo per ipotesi che il prodotto sia addirittura lo stesso!) il prodotto meno pubblicizzato sia anche il più economico! Questo perché "produrlo costa meno" se inserisco le spese pubblicitarie tra le spese di produzione...
ma ecco subito la seconda domanda:
2. Quanto siete disposti a spendere in più (in percentuale) per un prodotto di marca?
La risposta a questa domanda fa capire quale é il vero valore della notorietà associata alla marca, e la pubblicità, almeno in parte, influisce sulla notorietà!
Terza e ultima domanda, date uno sguardo alla pubblicità che vi colpisce di più in questo istante (su internet, sulla rivista che avete affianco, sul programma TV che intravedete mentre leggete questo articolo!)...
3. Cosa vi colpisce della pubblicità?

Ora mi fermo, aspetto le vostre risposte... e poi proseguiamo!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Plutarco: perché la Giustizia Divina punisce tardi

Cari amici e lettori,
avendo or ora terminato la lettura del saggio di Plutarco sulla Giustizia Divina e pensando che vi siano tante cose interessanti per uno studioso di storia e costumi dell'antichità, ho pensato di lasciare una breve traccia degli argomenti che vi sono trattati così da invogliare alla lettura del testo che é tra l'altro breve e di facile comprensione.
Plutarco inizia il suo testo parlando dell'epicureismo e di come tale dottrina sia assolutamente poco seria... ma queste sono dispute tra filosofi e lasciamole ai filosofi!
L'argomento del saggio é la Giustizia Divina (e anche quella terrena in quanto parte esecutiva!). Dopo alcuni esempi legati alla storia, Plutarco afferma che la giustizia divina arriva sempre al momento giusto, anche se l'uomo non sempre é in grado di capirlo. Talvolta la Giustizia Divina colpisce indirettamente il colpevole, agendo sui suoi successori...
Plutarco sostiene inoltre che sia necessario non agire immediatamente sulla scia di un torto subito ma agire con calma... e tal proposito ci dice che l'autocontrollo é la vera forza dell'uomo. Uno degli esempi è riferito ad Archita di Taranto che essendo arrabbiato verso i suoi servi non li punì in quanto il suo stato d'ira non gli consentiva di essere giusto, così li apostrofò: "Ritenetevi fortunati che io sia in collera!"
Plutarco é ricco di riferimenti a personaggi e popoli, tra questi i Cartaginesi. Plutarco sostiene che i Cartaginesi adoravano Saturno e che il rito prevedesse lo sgozzamento dei figli di fronte alle madri, da compiere ai piedi della statua di Saturno... per non perdere l'onore la madre non doveva piangere!
Interessante la figura usata da Plutarco e ripresa dagli antichi secondo cui "la punizione é zoppa" infatti:
"Gli antichi, con un'immagine efficace e geniale, dicevano che la punizione é zoppa, per indicare ch'essa non raggiunge mai subito il colpevole, ma non cessa mai d'inseguirlo; il rumore dei suoi passi, che noi chiamiamo rimorso, tormenta senza tregua il colpevole e il momento in cui lo raggiunge non é altro che la fine del supplizio."
Interessanti riferimenti al diritto degli Eraclidi di portare la corona e ancora più interessanti riferimenti alla ereditarietà di certe malattie all'interno della stessa famiglia.
Ma credo proprio che , se ancora non avete trovato niente che vi spinga a leggere l'opera, potrete trovarlo nella parte finale, la storia di Tespesio... uomo cattivo che cambia vita dopo un incidente. La sua anima, o parte di essa, viene condotta a visitare il regno dei più e qui gli viene mostrato, come in una Divina Commedia di duemila anni fa, cosa attende le anime nell'aldilà...

E con questo credo proprio di aver terminato, a chi é interessato dunque, auguro una buona lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


sabato 19 settembre 2009

Plutarco e la Giustizia Divina...

Plutarco di Cheronea, tra le sue innumerevoli opere ha scritto "De sera Numinis vindicta" ovvero: "Perché la Giustizia Divina punisce tardi", un trattato in cui affronta per l'appunto il problema della giustizia divina.
Interessante lettura serale...
Plutarco utilizza una serie di esempi storici per affermare che la Giustizia Divina agisce secondo tempi che non sono quelli dell'uomo e che tengono conto di cose che l'uomo non capisce e non conosce...
Ma non voglio tediarvi per cui vi invito semplicemente a leggere questa frase, che mi sembra rappresenti bene il concetto:

"Gli antichi, con un'immagine efficace e geniale, dicevano che la punizione é zoppa, per indicare ch'essa non raggiunge mai subito il colpevole, ma non cessa mai d'inseguirlo; il rumore dei suoi passi, che noi chiamiamo rimorso, tormenta senza tregua il colpevole e il momento in cui lo raggiunge non é altro che la fine del supplizio."

Credo ci sia veramente poco da aggiungere alla saggezza degli antichi!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Simondo de Sismondi: storia delle Repubbliche Italiane

La lettura del testo del Sismondi diventa sempre più interessante...
La prima edizione uscì nel 1818 o giù di lì ma arrivò in Italia, inizialmente, solo in traduzioni non ufficiali in quanto ne fu proibita la pubblicazione. L'edizione che ho tra le mani é del 1850, traduzione dell'edizione francese del 1836... ma tutti questi dati poco interessano al lettore!
L'italiano utilizzato é quello della metà dell'800 ma non per questo meno interessante!
Ma come al solito, preferisco lasciare la parola all'autore che in questo punto ci racconta alcune cose sui sistemi giudiziari del periodo da lui chiamato "Lombardo" e che noi chiamiamo "longobardo".

"Bel privilegio aveano le nazioni settentrionali conservato ai cittadini, la libera scelta cioè di sottomettersi alle leggi dei loro maggiori, o pure a quelle che trovassero più conformi alle proprie nozioni di giustizia e di libertà.Presso i lombardi trovavansi in vigore sei corpi di leggi; la legislazione romana, lombarda, salica, ripuaria, alemanna e bavara; e le parti nell'incominciar de' processi dichiaravano ai giudici che viveano, e voleano esser giudicate secondo la tal o tal altra legge."

Immaginate oggi cosa accadrebbe... già così gli avvocati la fanno da padrone!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 18 settembre 2009

Invito a scrivere...

Cari amici e lettori,
vi porto via solo pochi istanti per chiedervi di aiutarmi!
Non chiedo soldi, non chiedo beni materiali, non chiedo neanche elogi o premi...
chiedo semplicemente un po di impegno!
Se siete dei lettori vi chiedo di provare a scrivere, se siete degli sportivi vi chiedo di provare a scrivere, se siete degli studenti vi chiedo di provare a scrivere...
Vi chiederete perché questa richiesta... semplice, penso che scrivere aiuti a capire, se si é capaci di scrivere la storia significa che si é studiato e che si é capito... se si é in grado di scrivere una poesia significa che si ha un'anima e che si provano sentimenti... se si é in grado di scrivere un racconto significa che si ha una buona immaginazione e l'immaginazione aiuta a vivere meglio!
Dunque scrivete, scrivete, scrivete...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO