Cari amici,
oggi riflettevo su come la nostra vita sia breve.
Pensavo a cosa restarà di noi dopo la nostra morte.
Pensavo alle persone che ho conosciuto e che non ci sono più.
Mi farebbe immensamente piacere riabbracciarli, ma non si può.
Eppure, fintanto che qualcuno li ricorda, finchè io li ricordo, ne ricordo i nomi, ciò che hanno fatto, ciò che pensavano, il loro volto... fintanto che qualcuno se ne ricorda loro esistono!
Ed allora li voglio ricordare, almeno per nome, a cominciare da nonna Cenza, zio Umberto, nonno Carmelo, nonna Santina, l'amico Marcello, Barbara, Francesca...
Li voglio ricordare tutti assieme in questa sera di vigilia di Natale.
A tutti coloro che mi conoscono dico: fatelo anche voi, dedicate qualche minuto pre ricordare i vostri cari, ricordatene il nome e loro saranno con voi, ancora una volta, ancora un natale.
Naturalmente i migliori auguri vanno anche a tutti coloro che ci sono ancora, alla mia famiglia, ai parenti e amici, conoscenti e sconosciuti, ricchi e poveri...
Tanti auguri a tutti, buon Natale coi vostri cari e se potete fate qualcosa per gli altri, anche se non li conoscete, magari un giorno una persona che avete aiutato si ricorderà di voi e voi vivrete ancora nei suoi pensieri.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Traduttore automatico - Read this site in another language
giovedì 24 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
Tecnica del colpo di stato, di Curzio Malaparte
Diversi anni fa, in una bancarella di libri a Milano, ho acquistato un vecchio libro dalla copertina rigida color blu profondo, col dorso scolorito, il titolo diceva: Tecnica del colpo di stato, autore: Curzio Malaparte.
Diversi anni prima avevo sentito parlare di Malaparte da un amico che aveva letto qualcosa. Non ricordavo bene l'argomento della discussione di allora ma pensai di approfondire, così comprai il libro e lo lessi immediatamente.
Ma chi era Curzio Malaparte?
Se fate una piccola ricerca scoprirete che Malaparte (1898-1957) si chiamava in realtà Kurt Erich Suckert. Nacque a Prato da madre italiana e padre sassone. Fu scrittore, saggista, giornalista e militare!
Allo scoppio della prima guerra mondiale Curzio aveva appena sedici anni ma decise di arruolarsi e lo fece arruolandosi nella Legione Garibaldina fino all'entrata in guerra. Nel 1915 si arruolò nel Regio Esercito come fante dove venne nominato sottotenente e partecipò a diverse imprese belliche in Italia e in Francia dove fu decorato con medaglia di bronzo al valore militare. Subito dopo la guerra pubblicò il suo primo libro: Viva Caporetto! in cui criticò fortemente la condotta della guerra da parte dello Stato Maggiore.
Ma torniamo un attimo al libro, perché voglio riportare un brano dell'introduzione, intitolato:
"Che a difendere la libertà ci si rimette sempre"
"Io odio questo mio libro. Lo odio con tutto il mio cuore. Mi ha dato la gloria, quella povera cosa che è la gloria, ma anche quante miserie. Per questo libro ho conosciuto la prigione e il confino, il tradimento degli amici, la malafede degli avversarii, l'egoismo e la cattiveria degli uomini. Da questo libro è nata la stupida leggenda che fa di me un essere cinico e crudele, una specie di Machiavelli nei panni del Cardinal de Retz: quando non sono che uno scrittore, un artista, un uomo libero che soffre più dei mali altrui che dei propri."
Ho voluto riportare questa che è l'introduzione del libro perché mi ha molto colpito.
Come può un autore odiare un proprio libro?
Lo si può capire se si considerano le conseguenze che la pubblicazione del libro ebbero sulla sua vita. A causa del libro, o meglio delle idee che in esso sono chiaramente riportate, delle sue considerazioni sugli uomini potenti del tempo, Curzio Malaparte fu perseguitato per tutta la vita.
Tecnica del colpo di Stato apparve a Parigi nel 1931 ed ebbe subito uno straordinario successo. Secondo l'autore la storia politica del periodo (1920 - 1930) non è ciò che comunemente si pensa, ciò che accadeva sulla scena politica europea, per lui, non dipendeva dall'applicazione del trattato di Versailles né dalle conseguenze economiche della guerra appena terminata, né tantomeno dalla volontà dei governi europei di mantenere la pace così a caro prezzo riconquistata. Malaparte afferma che sul piano politico era in corso una lotta tra due grandi fazioni. Da una parte i difensori del principio di libertà e democrazia (a favore dello stato parlamentare, liberali e democratici), dall'altra i suoi nemici, fascisti e comunisti.
"I catilinari di sinistra mirano alla conquista dello Stato per instaurare la dittatura della classe proletaria"... "I catilinari di destra temono il pericolo del disordine: accusano il governo di debolezza, d'incapacità e d'irresponsabilità..."
Mi sembra di riconoscere ancora oggi in alcuni nostri esponenti politici l'applicazione delle stesse tesi!
Chi era Bela Kun? E Kapp, Pilsudzki e Primo De Rivera? Trotzki e Bauer?
La Storia è veramente ricca di persone che la Storia l'hanno fatta ma poi sono passate e spesso dimenticate.
Colpa nostra! Chi conosce Lenin, al di la del nome? E Stalin?
Eppure il nostro mondo deriva dalle loro azioni (tra l'altro).
La Storia è il nostro passato, il nostro presente, il nostro futuro! Conoscerla e ricordarla è nostro compito, è nostro dovere.
Ma qui mi fermo per ora, sicuramente Curzio Malaparte merita approfondimenti, dopo adeguate letture.
Ma torniamo un attimo al libro, perché voglio riportare un brano dell'introduzione, intitolato:
"Che a difendere la libertà ci si rimette sempre"
"Io odio questo mio libro. Lo odio con tutto il mio cuore. Mi ha dato la gloria, quella povera cosa che è la gloria, ma anche quante miserie. Per questo libro ho conosciuto la prigione e il confino, il tradimento degli amici, la malafede degli avversarii, l'egoismo e la cattiveria degli uomini. Da questo libro è nata la stupida leggenda che fa di me un essere cinico e crudele, una specie di Machiavelli nei panni del Cardinal de Retz: quando non sono che uno scrittore, un artista, un uomo libero che soffre più dei mali altrui che dei propri."
Ho voluto riportare questa che è l'introduzione del libro perché mi ha molto colpito.
Come può un autore odiare un proprio libro?
Lo si può capire se si considerano le conseguenze che la pubblicazione del libro ebbero sulla sua vita. A causa del libro, o meglio delle idee che in esso sono chiaramente riportate, delle sue considerazioni sugli uomini potenti del tempo, Curzio Malaparte fu perseguitato per tutta la vita.
Tecnica del colpo di Stato apparve a Parigi nel 1931 ed ebbe subito uno straordinario successo. Secondo l'autore la storia politica del periodo (1920 - 1930) non è ciò che comunemente si pensa, ciò che accadeva sulla scena politica europea, per lui, non dipendeva dall'applicazione del trattato di Versailles né dalle conseguenze economiche della guerra appena terminata, né tantomeno dalla volontà dei governi europei di mantenere la pace così a caro prezzo riconquistata. Malaparte afferma che sul piano politico era in corso una lotta tra due grandi fazioni. Da una parte i difensori del principio di libertà e democrazia (a favore dello stato parlamentare, liberali e democratici), dall'altra i suoi nemici, fascisti e comunisti.
"I catilinari di sinistra mirano alla conquista dello Stato per instaurare la dittatura della classe proletaria"... "I catilinari di destra temono il pericolo del disordine: accusano il governo di debolezza, d'incapacità e d'irresponsabilità..."
Mi sembra di riconoscere ancora oggi in alcuni nostri esponenti politici l'applicazione delle stesse tesi!
Chi era Bela Kun? E Kapp, Pilsudzki e Primo De Rivera? Trotzki e Bauer?
La Storia è veramente ricca di persone che la Storia l'hanno fatta ma poi sono passate e spesso dimenticate.
Colpa nostra! Chi conosce Lenin, al di la del nome? E Stalin?
Eppure il nostro mondo deriva dalle loro azioni (tra l'altro).
La Storia è il nostro passato, il nostro presente, il nostro futuro! Conoscerla e ricordarla è nostro compito, è nostro dovere.
Ma qui mi fermo per ora, sicuramente Curzio Malaparte merita approfondimenti, dopo adeguate letture.
A presto.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
venerdì 18 dicembre 2015
Li tassinari de Roma
Li tassinari de Roma
so' de 'na razza strana,
quanno so' soli
corono come pazzi,
sfrecciano tra la gente
come se nun c'avessero paura de gnente.
Poi, de colpo,
come caricano 'n criente,
da pirati de la strada
se trasformano immediatamente,
diventando come conigli,
e co' li crienti loro
fanno come fossero figli.
Piano piano, con prudenza,
se movono ner traffico romano
Tomm Tomm funzionante
e cartina alla mano,
nun se sa come
ma nun conoscono mai la strada
se perdono, se sbajano
nun parono manco de Roma
ma sembrano de Praga!
Te chiedono a te
se sai dove devi annà
co' stà faccia d'agnoletto
che a guardalli è un diletto,
ma solo pe' tirà a fregà.
E se per caso all'aeroporto devi annà
fa bene attenzione, nun farte raggirà
che na corsa in tassì
più de 'n viaggio pe' Parì
te la fanno pagà.
Però na' cosa è certa,
a li tassinari de Roma
nun je manca mai la parola,
durante tutto er viaggio
nun t'annoi de sicuro
che la lingua lunga e tajente
nun assomiglia a gnente
e se je fai simpatia
er viaggio se trasforma
e la tariffa pure
rientra nella norma.
Ma fa attenzione a quello che dici,
nun te schierà mai pe' primo
se sei daa Lazio o daa Roma,
lascelo dire a loro
e se proprio voi parlà male
de quarcuno
parla male de li politici
che nun te poi sbajare
opure de le tasse che c'hai da pagare
che questi so dolori che accomunano.
E quanno alla fine
arivi a destinazzione
saluta l'amico tuo tassinaro
dopo che paghi la corsa,
e me raccomanno,
nun chiede mai la ricevuta
che sta cosa nun se fa,
pecchè è na cosa brutta!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
so' de 'na razza strana,
quanno so' soli
corono come pazzi,
sfrecciano tra la gente
come se nun c'avessero paura de gnente.
Poi, de colpo,
come caricano 'n criente,
da pirati de la strada
se trasformano immediatamente,
diventando come conigli,
e co' li crienti loro
fanno come fossero figli.
Piano piano, con prudenza,
se movono ner traffico romano
Tomm Tomm funzionante
e cartina alla mano,
nun se sa come
ma nun conoscono mai la strada
se perdono, se sbajano
nun parono manco de Roma
ma sembrano de Praga!
Te chiedono a te
se sai dove devi annà
co' stà faccia d'agnoletto
che a guardalli è un diletto,
ma solo pe' tirà a fregà.
E se per caso all'aeroporto devi annà
fa bene attenzione, nun farte raggirà
che na corsa in tassì
più de 'n viaggio pe' Parì
te la fanno pagà.
Però na' cosa è certa,
a li tassinari de Roma
nun je manca mai la parola,
durante tutto er viaggio
nun t'annoi de sicuro
che la lingua lunga e tajente
nun assomiglia a gnente
e se je fai simpatia
er viaggio se trasforma
e la tariffa pure
rientra nella norma.
Ma fa attenzione a quello che dici,
nun te schierà mai pe' primo
se sei daa Lazio o daa Roma,
lascelo dire a loro
e se proprio voi parlà male
de quarcuno
parla male de li politici
che nun te poi sbajare
opure de le tasse che c'hai da pagare
che questi so dolori che accomunano.
E quanno alla fine
arivi a destinazzione
saluta l'amico tuo tassinaro
dopo che paghi la corsa,
e me raccomanno,
nun chiede mai la ricevuta
che sta cosa nun se fa,
pecchè è na cosa brutta!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
sabato 12 dicembre 2015
Er traffico de Roma
Nun ce se pò crede
finchè nun ce state 'n mezzo,
a bordo de n'autovettura
tra du file stretto
de macchine rombanti e strombazzanti
pe' via Cristoforo Colombo
o Corso Trieste
Acilia, Aurelio, Bufalotta
Eur, Appia Nuova e Tor Pagnotta,
nun ce sta nessuna differenza
andà pe' strada è na penitenza!
Roma è la città più bella
ma er traffico pe strada
è na maledizione
che nun se ne pò parlà
senza tremà pe l'emozione.
Pe' non parlare poi de li marciapiedi
che de solito nun esistono pe' gnente,
e quanno ce stanno
nun ce po' passà la gente,
pecchè so occupati
da le macchine de prima,
quelle che stavano pe strada,
poco prima.
Peccato,
povera Roma mia
che l'amministratori tui ancora
nun l'abbino capito
che'r traffico è la rovina tua
come la moje pel marito.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
finchè nun ce state 'n mezzo,
a bordo de n'autovettura
tra du file stretto
de macchine rombanti e strombazzanti
pe' via Cristoforo Colombo
o Corso Trieste
Acilia, Aurelio, Bufalotta
Eur, Appia Nuova e Tor Pagnotta,
nun ce sta nessuna differenza
andà pe' strada è na penitenza!
Roma è la città più bella
ma er traffico pe strada
è na maledizione
che nun se ne pò parlà
senza tremà pe l'emozione.
Pe' non parlare poi de li marciapiedi
che de solito nun esistono pe' gnente,
e quanno ce stanno
nun ce po' passà la gente,
pecchè so occupati
da le macchine de prima,
quelle che stavano pe strada,
poco prima.
Peccato,
povera Roma mia
che l'amministratori tui ancora
nun l'abbino capito
che'r traffico è la rovina tua
come la moje pel marito.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
domenica 6 dicembre 2015
La filastrocca dello spazzino
Ieri sera, per diletto,
con mia moglie sotto braccio
per le strade di Roma
sono stato a passeggio
tra ponti e palazzi,
musei e antichità,
lungo il Tevere la folla
a passeggio se ne va!
Tra bar, pasticcerie e ristoranti,
e tutte queste delizie
per ogni dove, ahimè,
cassonetti pieni, sacchetti e cartoni,
cartacce e immondizie.
L'acqua del Tevere
sotto il cielo azzurro
scorre felice
intorno però sporcizia ed erbacce
e in terra le solite brutte cartacce.
Il trenino della Metro
ci porta al centro
"Termini, uscita lato destro", torniamo all'aperto
Piazza dei Cinquecento senza vespasiani,
che olezzo, che sconcerto!
Eppure non capisco,
tante sedi dell'AMA abbiamo visto
lungo la strada colpiscono i cartelli
"Rispettiamo la nostra città"
tutti pasticciati coi pennarelli.
Per una città pulita
non servono i cartelli
non bastano i cassonetti
o la macchina spazzatrice.
non basta neanche la buona educazione
occorre lo spazzino,
razza in estinzione
con tanto di ramazza
che tutto via spazza.
La passeggiata è terminata
abbiamo visto tanta gente
che passeggia tra sporcizia e cartacce
ma niente spazzini e niente ramazze!
Poi sul tardi, all'imbrunire,
eccone uno,
lo vediamo, poggiato al muro con la sua ramazza
lo fermiamo e domandiamo
"Signor spazzino, perché non lavora?"
c'è così tanto da fare
strade da spazzare, marciapiedi da pulire
cartacce da raccogliere
cestini da vuotare.
Ci guarda e con la faccia triste dice
"Avete ragione,
ma cosa volete che faccia io da solo?
Sono l'ultimo di una razza
ormai scomparsa
ed anche la mia ramazza
è finta, non vedete che non spazza?
Ma non preoccupatevi,
al posto mio all'AMA
hanno assunto un altro dirigente,
così, tra qualche giorno
anche io mi leverò di torno,
e vedrete che strade pulite!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
con mia moglie sotto braccio
per le strade di Roma
sono stato a passeggio
tra ponti e palazzi,
musei e antichità,
lungo il Tevere la folla
a passeggio se ne va!
Tra bar, pasticcerie e ristoranti,
e tutte queste delizie
per ogni dove, ahimè,
cassonetti pieni, sacchetti e cartoni,
cartacce e immondizie.
L'acqua del Tevere
sotto il cielo azzurro
scorre felice
intorno però sporcizia ed erbacce
e in terra le solite brutte cartacce.
Il trenino della Metro
ci porta al centro
"Termini, uscita lato destro", torniamo all'aperto
Piazza dei Cinquecento senza vespasiani,
che olezzo, che sconcerto!
Eppure non capisco,
tante sedi dell'AMA abbiamo visto
lungo la strada colpiscono i cartelli
"Rispettiamo la nostra città"
tutti pasticciati coi pennarelli.
Per una città pulita
non servono i cartelli
non bastano i cassonetti
o la macchina spazzatrice.
non basta neanche la buona educazione
occorre lo spazzino,
razza in estinzione
con tanto di ramazza
che tutto via spazza.
La passeggiata è terminata
abbiamo visto tanta gente
che passeggia tra sporcizia e cartacce
ma niente spazzini e niente ramazze!
Poi sul tardi, all'imbrunire,
eccone uno,
lo vediamo, poggiato al muro con la sua ramazza
lo fermiamo e domandiamo
"Signor spazzino, perché non lavora?"
c'è così tanto da fare
strade da spazzare, marciapiedi da pulire
cartacce da raccogliere
cestini da vuotare.
Ci guarda e con la faccia triste dice
"Avete ragione,
ma cosa volete che faccia io da solo?
Sono l'ultimo di una razza
ormai scomparsa
ed anche la mia ramazza
è finta, non vedete che non spazza?
Ma non preoccupatevi,
al posto mio all'AMA
hanno assunto un altro dirigente,
così, tra qualche giorno
anche io mi leverò di torno,
e vedrete che strade pulite!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
sabato 5 dicembre 2015
Filastrocca dell'idraulico
Qualche giorno fa, girando per mercatini, mi sono imbattuto in un libriccino colorato che ha subito attirato la mia attenzione, "Filastrocche in cielo e in terra", di Gianni Rodari.
Non credo occorra dire che ora il libro fa parte della mia biblioteca.
Da ragazzo lessi tantissime filastrocche di Gianni Rodari, una la ricordo ancora.
Si tratta di una filastrocca che ha come base la tabellina del tre:
Tre per uno Trento e Belluno,
tre per due bistecca di bue
tre per tre latte e caffè
tre per quattro cioccolato
tre per cinque malelingue
tre per sei patrizi e plebei
tre per sette torta a fette
tre per otto pasta e risotto
tre per nove scarpe nuove
tre per dieci pasta e ceci.
Purtroppo in questo libro non l'ho trovata ma continuerò a cercare.
Può sembrare una cosa stupida, come filastrocca, ma è fatta per bambini, per imparare, per stimolare la fantasia e indurre curiosità.
Negli stessi giorni sono stato costretto a cercare un idraulico, esperienza spiacevole sotto tutti i punti di vista, soprattutto finanziario.
Fatto sta che le due esperienze, si sono prese per mano e da esse è nata una piccola filastrocca, sicuramente non all'altezza di quelle che ho tanto amato in gioventù, ma credo altrettanto istruttiva.
Ve la racconto qui di seguito sperando che a qualcuno sia utile.
Filastrocca dell'idraulico
Ho deciso, per mio figlio,
un buon lavoro ricercare
non troppo faticoso
e che faccia guadagnare.
Guarda a sinistra, guarda a destra,
non c'è modo di capire
in quest'Italia malandrina
è sempre la stessa minestra!
Le statistiche ufficiali
sembran proprio tutte uguali,
gioiellieri ed imbianchini
fan la fame poverini
i più ricchi va a finire sono proprio
insegnanti e professori.
Giardini, auto d'epoca e ville
stanno in mano a nullatenenti
che per la loro posizione
prendon pure la pensione
di povertà!
Papà, papà
urla stupito mio figlio
tirandomi per un braccio
per attirare l'attenzione,
"Ecco, io voglio quella macchina
da grande",
una Ferrari, per la strada se ne va,
"Quel signore che lavoro fa?"
Ecco, lo sapevo,
altro che insegnante o professore,
è un idraulico di Roma,
quel signore là!
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
Non credo occorra dire che ora il libro fa parte della mia biblioteca.
Da ragazzo lessi tantissime filastrocche di Gianni Rodari, una la ricordo ancora.
Si tratta di una filastrocca che ha come base la tabellina del tre:
Tre per uno Trento e Belluno,
tre per due bistecca di bue
tre per tre latte e caffè
tre per quattro cioccolato
tre per cinque malelingue
tre per sei patrizi e plebei
tre per sette torta a fette
tre per otto pasta e risotto
tre per nove scarpe nuove
tre per dieci pasta e ceci.
Purtroppo in questo libro non l'ho trovata ma continuerò a cercare.
Può sembrare una cosa stupida, come filastrocca, ma è fatta per bambini, per imparare, per stimolare la fantasia e indurre curiosità.
Negli stessi giorni sono stato costretto a cercare un idraulico, esperienza spiacevole sotto tutti i punti di vista, soprattutto finanziario.
Fatto sta che le due esperienze, si sono prese per mano e da esse è nata una piccola filastrocca, sicuramente non all'altezza di quelle che ho tanto amato in gioventù, ma credo altrettanto istruttiva.
Ve la racconto qui di seguito sperando che a qualcuno sia utile.
Filastrocca dell'idraulico
Ho deciso, per mio figlio,
un buon lavoro ricercare
non troppo faticoso
e che faccia guadagnare.
Guarda a sinistra, guarda a destra,
non c'è modo di capire
in quest'Italia malandrina
è sempre la stessa minestra!
Le statistiche ufficiali
sembran proprio tutte uguali,
gioiellieri ed imbianchini
fan la fame poverini
i più ricchi va a finire sono proprio
insegnanti e professori.
Giardini, auto d'epoca e ville
stanno in mano a nullatenenti
che per la loro posizione
prendon pure la pensione
di povertà!
Papà, papà
urla stupito mio figlio
tirandomi per un braccio
per attirare l'attenzione,
"Ecco, io voglio quella macchina
da grande",
una Ferrari, per la strada se ne va,
"Quel signore che lavoro fa?"
Ecco, lo sapevo,
altro che insegnante o professore,
è un idraulico di Roma,
quel signore là!
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
sabato 7 novembre 2015
La Città del sole, di Tommaso Campanella
Luglio 2012, Legnano. Una bancarella di libri in piazza, mi fermo...
La città del sole, di Tommaso Campanella.
Qualche anno prima ho letto Utopia di Tommaso Moro e ricordo un qualche riferimento alla Città del sole, forse nell'introduzione.
"Quanto costa?", chiedo al venditore.
"2 euro" mi risponde lui. "Però se prende anche qualche altro libro poi ci mettiamo d'accordo."
Così passo una mezz'ora a frugare tra i libri.
Alla fine me ne vado con cinque libri per 6 euro, Tra questi Ockham e Campanella.
Non starò a parlarvi del libro, credo sia abbastanza famoso, voglio solo indicare alcune curiosità che, credo, meritino attenzione.
Dirò solo che il libro racconta, attraverso un dialogo tra un genovese viaggiatore, nocchiero di Colombo, e un Ospitalario (Cavaliere dell'Ordine degli Ospitalieri) il suo viaggio presso un popolo che abitava nella Città del Sole, presso l'isola di Taprobana (Sumatra).
Ad un certo punto il genovese racconta che gli abitanti della città del sole pensano che vi fu un tempo in cui ci sia stato "gran scompiglio nelle cose umane, e stavano per dire con Platone, che li cieli prima giravano dall'occaso, dove mo è il levante, e poi variaro [..] Più pazzia è dire che prima resse Saturno bene, e poi Giove, e poi gli altri pianeti; ma confessano che l'età del mondo succedono secondo l'ordine dei pianeti, e credono che la mutanza degli assidi ogni mille anni o mille seicento variano il mondo. E questa nostra età par sia di Mercurio, si bene le congiunzioni magne l'intravariano, e l'anomalie han gran forza fatale."
Sarà pure una città ideale, cosa che io non credo (sono più propenso a pensare ad un viaggio reale!) ma una cosa è certa, come le antiche civiltà europee pensavano che il mondo è soggetto a sconvolgimenti più o meno direttamente legati al tempo e, forse, alla posizione dei pianeti.
La seconda curiosità è un'altra frase buttata là così: "questo sappi,c'han trovato l'arte del volare, che sola manca al mondo, ed aspettano un occhiale di veder le stelle occulte ed un oricchiale d'udir l'armonia delli moti dei pianeti."
Dal che si deduce che il popolo della città del sole aveva scoperto il volo, conosceva il telescopio e un qualche altro strumento di cui non mi è chiaro l'uso ma che doveva aver a che fare con l'astronomia.
Chissà cosa c'è di vero in tutto ciò, in ogni caso la cosa è curiosa e per questo la cito.
Dimenticavo, Campanella visse a cavallo tra il 1500 e il 1600...
Buona lettura a chi di Campanella ha sentito solo il nome, io intanto cerco gli altri suoi libri, e sono tanti, per leggerli nella speranza di trovare qualche altra curiosità.
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
A coloro che seguono l'evoluzione del campo militare non sarà sfuggito che dopo Cyber Warfare, Information Warfare e Hybrid Warfare, è s...
-
Vulnerabilità del Network, Cybercrime, Cybersecurity, questi sono solo alcuni dei temi che sempre più spesso sentiamo nominare dai telegior...
-
Sei interessato a scoprire i segreti della cybersecurity? Vuoi proteggere i tuoi dati online e conoscere le minacce digitali? Non perd...