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venerdì 3 agosto 2007

Vacanze...

Vacanze...

Si... vacanze,
quelle che... quando sei al lavoro aspetti sempre con ansia... e non arrivano mai!
quelle che... ti portano via le ultime forze... e torni al lavoro più stanco di prima!
Ecco... le vacanze,
quelle passate sulla spiaggia in mezzo a carni di diversi colori... e odori!
quelle vissute... in discoteca tutta la notte... a ballare
Finalmente le vacanze,
quelle vere... passate nello studio a leggere un bel libro!
quelle sane... trascorse in montagna passeggiando per i boschi!
quelle riposanti... spese al sole in una caletta isolata dal mondo e sconosciuta ai più...

Vacanze... come le vuoi tu, ma comunque... vacanze!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

Le Vacanze

Le vacanze finalmente sono arrivate !!!
Il sogno di tutto un inverno e di una lunga primavera finalmente si sta per avverare … e allora via, chi in aereo, chi in treno, chi in bicicletta (pochi) e chi in auto per raggiungere le mete di villeggiatura preferite, per ritrovarsi tutti in ferie ad Agosto ed assaporare la classica canicola delle spiagge, la gelida mancanza d’acqua potabile in molte località balneari e l’immancabile ingorgo alla circolazione! … e si, perché in vacanza ci vogliamo dimenticare delle code in tangenziale, sempre presenti nei nostri spostamenti in città ?!?
Qualche giorno prima della partenza ci si prodiga per decidere qual è il momento migliore per innestare la marcia e dirigersi verso le varie mete .. e quindi si preparano i panini, le bevande fredde, un po’ di biscotti e frutta e VIA alle partenze intelligenti.
Direzione NORD: Si parte alle 5 da Roma, alle 6 da Firenze, alle 7 da Bologna per incontrarsi tutti alle 8.30 a Padova, in coda per 40 km per oltrepassare la tangenziale di Mestre e sperare di essere a sera verso Quarto d’Altino !!!
Direzione SUD: Si parte alle 11 della sera prima da Milano e Torino, alle 2 di notte da Bologna, alle 5 da Roma per essere tutti all’ora di pranzo a Salerno ed affrontare una giornata di passione fino a Reggio Calabria !!!
Direzione Tirreno ed Adriatico, cambia poco…; il minor numero di chilometri è ripagato con la bella prospettiva di una sauna comune sulle spiagge della Versilia o del Riminate, in batteria di carni all’arrosto.
Beh, godiamoci queste meritate vacanze, per la coda del rientro c’è ancora tempo.
… mi viene un’idea: perché non fare le ferie alla tedesca, dove le regioni fanno a turno per andare in vacanza, … chi a Luglio e chi ad Agosto. Così magari si spende anche meno e si garantiscono più servizi a chi resta in città e a chi le vacanze non può permettersele ad Agosto ! … ma questa è un’altra cosa.
Paolo Cartillone

mercoledì 1 agosto 2007

Poetando... quasi per caso

Ci sono momenti particolari nella vita di un uomo...
momenti intensi... di piacere o di dolore...
momenti pieni di tristezza o di allegria...

E' in questi momenti che l'Uomo compie grandi imprese o grandi errori!
Io non so se compio grandi imprese o grandi errori... ma come tutti gli uomini vivo, gioisco e soffro...
In questi momenti particolari...
scrivo... scrivo poesie, se così le si può chiamare...
Io direi che scrivo pensieri... i miei pensieri... le mie sensazioni...
Pensieri Veri... reali quanto e più della realtà che ci circonda!

Forse ciò che scrivo può non piacere...
probabilmente ciò che penso può non essere condiviso...
qualcuno potrebbe pensare che i pensieri, quelli personali, devono essere tenuti privati...
ma io credo che si debba condividere ciò che si possiede e io cerco di condividere le mie idee...
i miei pensieri...
le mie poesie...

dedicate sempre e comunque a mia moglie...
a mio figlio...
ai miei cari...
e al mondo intero...
Spero di farvi cosa gradita o, per lo meno...
spero di non disturbare...

Alessandro Giovanni paolo Rugolo

martedì 31 luglio 2007

Chi troppo vuole...


Erano tempi difficili... i bambini giocavano con bastoni e pietre, le bambine con bambole di pezza...
Capitava, talvolta, che ci si contendeva un giocattolo e, allora come ora, si sentiva urlare “E' mio...”, “Nooo, è mio...”

Era in quei momenti che il nonno interveniva, anche per evitare interventi ben più energici di chi doveva lavorare. Seduto ai piedi di un albero ombroso, chiamava a se tutti i bambini: “piccioccheddusu, benei innoi ca si contu...”(1).
A quelle parole, una torma di ragazzini urlanti si sedeva intorno al vecchio in attesa del racconto. Quando finalmente si era fatto silenzio, iniziava il racconto... “Una volta in paese passava un fraticello, indossava un saio vecchio e consunto ed un paio di sandali consumati dal tempo... sulle spalle aveva una bisaccia in cui mettere le offerte dei paesani. Arrivava a piedi, ogni anno nello stesso periodo, subito dopo il raccolto. Quell'anno, recatosi nella prima casa, gli fu offerta una “mesuredda”(2) di grano. Il fraticello accettò e riempito il sacco ringraziò, benedì la casa e andò via. Si fermò poco dopo e per evitare di portarsi appresso il sacco chiese ad una contadina di custodirglielo mentre lui proseguiva la questua. Durante la notte le galline, trovato il sacco, si mangiarono il grano. Quando il fraticello tornò, la contadina spiegò l'accaduto ma il frate non volle sentir ragioni e disse: “Mi deve restituire il grano... altrimenti mi da la gallina!”. La donna, addolorata per la perdita ma consapevole delle sue responsabilità, consegnò la gallina e il fraticello andò via.

Prima di proseguire la questua si fermò in una casa li vicino e chiese che per cortesia gli custodissero la gallina. E così fu che durante la notte, mentre la gallina beccava qualche sassolino dal selciato del cortile, i maiali l'aggredirono e se la mangiarono. Quando al mattino si cercò la gallina si trovò solo qualche piuma insanguinata e ci volle poco a capire l'accaduto... Allora il fraticello disse “o la gallina o il maiale”. Non avendo altre galline la padrona di casa gli diede il maiale. Alla sera il fraticello si recò da un'altra famiglia e chiese di tenergli in custodia il maiale fino al giorno dopo e così fu che la padrona di casa mise il maiale nella stalla con i cavalli. Questi, imbizzarritisi, lo uccisero a calci. La mattina dopo, visto l'accaduto, il fraticello disse “o il maiale o il cavallo”e così gli fu dato il cavallo.
Alla sera, come suo solito, il fraticello chiese che gli venisse custodito il cavallo e spiegò che se avesse agitato la testa significava che aveva fame, se invece raschiava la terra con la zampa aveva sete. E così fu che durante la notte al cavallo venne sete. La padrona di casa allora chiamò la figlia e le disse di portare il cavallo a bere. La ragazza prese il cavallo e lo condusse all'abbeveratoio. Quando arrivò all'abbeveratoio c'erano altri cavalli. Il cavallo condotto dalla ragazza si imbizzarrì e scappò via... la ragazza tornò a casa e raccontò l'accaduto alla madre... in quel mentre arrivò il fraticello che, sentito l'accaduto disse “o il cavallo o la ragazza...”
E così, non avendo un altro cavallo gli fu data la ragazza! Il fraticello la mise nel sacco e andò via.
Lungo la strada però si fece sera e, vista una casetta di povera gente, il fraticello si fermò e chiese di poter lasciare in custodia il sacco... La padrona di casa accettò. Quando il fraticello si fu allontanato la ragazza, che aveva riconosciuto la voce della nonna, la chiamò e, fattasi liberare, le raccontò l'accaduto. La saggia nonna allora, presi due cani affamati dal cortile li rinchiuse nel sacco al posto della nipote. Al mattino, quando si presentò il fraticello gli fu riconsegnato il sacco e lui felice andò via... Lungo la strada sentiva dei mugolii provenire dall'interno del sacco e lui, credendo si trattasse della ragazza diceva “un po di pazienza... come arriviamo all'albero che c'è lungo la strada ti faccio uscire... e facciamo l'amore...” Così, quando giunsero all'albero lungo la strada, il sacco venne poggiato a terra e aperto... i due cani, con sua grande sorpresa, lo aggredirono...

Così accadde che il fraticello dopo quella brutta esperienza, non tornò più in paese... e tutti i bambini, finito il racconto, ripresero a correre, urlare ed inseguirsi... almeno fino alla prossima storia!

1. Trad: ragazzini, venite qua che vi racconto...
2. Circa quattro chili.
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

lunedì 30 luglio 2007

Naturales quaestiones - (Lucio Anneo Seneca)

"Dicam, quod magis mirum videbitur: inter caelestia de terra dicendum erit..."

"Farò un'affermazione che sembrerà più sorprendente: della Terra si dovrà parlare fra le realtà celesti."
Così Seneca, figlio di Seneca, cerca di stupire il suo ascoltatore quando, nel LIBER II (VI) del suo "Naturales quaestiones" tratta dei tuoni, dei fulmini e dei lampi...
La Terra è un corpo celeste e, in quanto tale, verrà trattata con i corpi celesti...

E' sorprendente come Seneca spieghi, poco oltre, l'atmosfera...
"in questo senso l'aria è parte del mondo, e parte indispensabile. E' essa infatti che tiene insieme cielo e terra, che separa le regioni più basse da quelle più alte in modo tale però da congiungerle. Le separa perché vi si frappone mettendosi in mezzo; le congiunge, perché le une e le altre comunicano tra di loro per suo tramite: trasmette ai corpi celesti tutto ciò che ha ricevuto dalla terra, e per converso trasfonde negli esseri terreni l'energia siderale."


Ciò che ci dice Seneca... si potrebbe quasi disegnare... e non si arriverebbe lontano dalla verità...
Ma come poteva sapere che la terra è circondata da una fascia d'aria?

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

sabato 28 luglio 2007

Rimini... Rimini...

Ancora una volta...
anche quest'anno stessa spiaggia... stesso mare...
Ancora una volta mi sono fatto incantare...

Pensavo che dopo l'ultima volta, sulla riviera, quel diciannove marzo scorso, mentre il sole lentamente calava alle spalle di Rimini e il cielo si tingeva d’arancio…
e noi due li... soli... con i nostri pensieri... gli sguardi persi nel vuoto per paura di incontrarsi... per paura di dire "è finita"... per paura di sentire "è finita"...

Pensavo che dopo quella volta... mentre un gabbiano volteggiava su di noi... nel silenzio dei nostri pensieri... "A Rimini la spiaggia com’è vuota, quasi inutile di marzo”...
Pensieri... solo pensieri... è finita!
Le parole ti uscirono di bocca come una liberazione...
liberazione...

"Tornando a casa non dimenticherò l’odore del mare di Rimini, né i magici incontri di un estate."
pensavo... ma sbagliavo...
Dopo quella volta... non avevo più pensato a te!

Ma ora, in macchina verso Rimini, accompagnato dalla musica e dalle parole di De Andrè
“Ma voi che siete a Rimini tra i gelati e le bandiere non fate più scommesse sulla figlia del droghiere”
pensavo a te... ancora una volta...
ancora una volta... Rimini...

Rimini...

Alessandro Rugolo

Guida Hotel Rimini

Iraq - Usa e il Diritto Internazionale

Senza voler cercare colpevoli e innocenti in questa guerra... in queste poche righe ho voluto provare a mettere in evidenza il fatto che, in ogni caso, chi esce perdente è la comunità internazionale ed il Diritto Internazionale... spero di esserci riuscito!
(Tratto dalla Tesi di Laurea "Il Diritto Internazionale alla luce del conflitto USA-IRAQ" - A.A. 2002-2003 - Trieste)

Il conflitto USA – Iraq, per mezzo delle sue peculiarità, sta influenzando prepotentemente la comunità internazionale.
L’interesse dei media per il terrorismo internazionale post 11 settembre, per le armi di distruzione di massa, chimiche, biologiche e nucleari, le discussioni e le divisioni all’interno dei governi degli stati interessati, le spaccature interne all’Unione Europea e all’ONU, hanno fatto del conflitto un fatto di interesse mondiale.

Noi siamo interessati ad analizzare i risvolti che questo conflitto potrebbe avere nell’influenzare l’evoluzione del Diritto Internazionale.
Per comprendere a fondo il conflitto USA - Iraq è necessario conoscere le relazioni che negli ultimi vent'anni sono intercorse tra questi due stati e tra l’Iraq e gli altri attori della comunità internazionale.
Tale conflitto non deve essere considerato a se stante, come non può essere considerato figlio di una sola causa, il terrorismo internazionale, ma deve essere studiato in relazione alla complessa situazione politica internazionale.
Si può parlare sicuramente dell’esistenza di una serie di concause, relazionate tra loro e non facilmente separabili, che hanno portato allo sviluppo della situazione di crisi che tutti conosciamo.

Solo la completa conoscenza e la corretta comprensione delle complesse realtà politiche ed economiche regionali e, più in generale, mondiali, unite allo studio dei fenomeni legati agli interessi e alla politica condotta dalle grandi famiglie americane, elezioni politiche, interessi finanziari, situazione economica dell'America, permette di capire (o forse è meglio dire "di intravedere") il perché del conflitto attuale e quale possa essere il futuro della regione.
Allo stesso modo, la conoscenza degli atti aventi rilevanza per la comunità internazionale e la corretta interpretazione di questi alla luce del diritto internazionale possono permettere di ipotizzare se e come il diritto internazionale stesso subirà delle modifiche come conseguenza del conflitto o, più in generale, come conseguenza dell’evoluzione e dello sviluppo dei comportamenti dei membri della comunità internazionale.

Non vi è alcun dubbio, infatti, che il diritto internazionale evolve, si modifica, si trasforma, non sempre sulla spinta di commissioni di studio e di ricerca, peraltro sempre attive, quanto piuttosto sulla base degli accadimenti internazionali, sulla base dello sviluppo dei rapporti di potenza tra Stati e tra questi e le Organizzazioni internazionali.
I rapporti di potenza, come si può facilmente immaginare, sono influenzati dal potere economico, politico, finanziario e militare (inteso come espressione dei precedenti indicatori) e influenzano, a loro volta, le scelte della comunità internazionale e quindi, conseguentemente, delle norme e dei principi che ne regolano le relazioni tra i soggetti della comunità stessa. Un esempio di ciò può essere visto nella diatriba tra Nazioni Unite e USA sulla Corte Penale Internazionale1.

La Corte Penale Internazionale, istituita con lo Statuto di Roma adottato dalle Nazioni Unite il 17 luglio 1998, è un organismo di giustizia internazionale permanente e può esercitare il suo potere sulle persone fisiche per i più gravi crimini di portata internazionale, la sua giurisdizione è complementare alle giurisdizioni penali nazionali2 ed ha competenza sui crimini di genocidio, sui crimini contro l’umanità, sui crimini di guerra e sui crimini di aggressione. Tale Corte è espressione della volontà internazionale di porre freno alle continue violazioni dei diritti umani e nasce a seguito dei lavori (iniziati nel 1947) della Commissione sul Diritto Internazionale.
Non tutti gli stati delle Nazioni Unite hanno firmato lo Statuto della Corte e non tutti l’hanno ratificato, a causa di motivazioni diverse.

Gli Stati Uniti, per esempio, impegnati su sempre più fronti, per “portare o mantenere la pace”, sia come membro ONU sia come guida di coalizioni multinazionali, sono contrari alla sottomissione dei propri militari alla giurisdizione della Corte. Il motivo principale, ma probabilmente non l’unico, consiste nel fatto che, anche se involontariamente, potrebbero verificarsi problemi dovuti alla legalità delle azioni compiute dai militari americani nello svolgimento dei loro compiti in uno dei tanti teatri in cui gli Stati Uniti sono presenti a livello mondiale.
Non potendo ignorare l’esistenza di questa realtà, gli USA tentano di ridurne i possibili effetti negativi per mezzo di accordi bilaterali tendenti a garantire l’immunità dei soldati americani dalla giurisdizione della Corte Penale Internazionale.
Tale iniziativa non è piaciuta a tutti, così diversi Stati si sono rifiutati di aderire ad accordi bilaterali, in tali casi,
“Gli Stati Uniti hanno sospeso l’assistenza militare [..] il Pentagono ha ribadito che la legge sulla protezione dei militari passata dal Congresso nel 2002 non lascia alternative. La legge ha esentato da accordi bilaterali solo gli altri diciotto membri della NATO, nonché l’Australia, Israele, l’Egitto, la Corea del Sud e il Giappone. [..]La sospensione dell’assistenza militare segna il culmine di una campagna scatenata dall’amministrazione Bush contro la Corte penale internazionale un anno fa, dopo che un centinaio di nazioni la sottoscrissero. L’amministrazione è giunta al punto di minacciare la fine di tutte le missioni di pace dell’ONU a meno che i suoi militari non ricevessero l’immunità. Il 12 giugno scorso il Consiglio di sicurezza, che gliela aveva già concessa per dodici mesi, l’ha prorogata di dodici, nonostante le obiezioni del Segretario Generale Kofi Annan. [..].”3

Ecco dunque come, in virtù di un favorevole rapporto di potenza, uno stato possa esercitare pressioni economiche e politiche in grado di influenzare l’evoluzione del Diritto Internazionale rendendo nullo, di fatto, il potere della Corte Penale Internazionale nei confronti dei suoi militari.
E’ lecito chiedersi se ci sarebbe stato questo conflitto nel caso in cui l’ONU avesse avuto la possibilità di intervenire direttamente, con proprie forze, in Iraq e quale sarebbe stata la reazione della comunità internazionale in un caso simile. Seppur indirettamente, infatti, la mancata esecuzione, di alcuni articoli della Carta delle Nazioni Unite ha provocato, nel tempo, un grave vuoto di potere. L’ONU avrebbe dovuto possedere una forza militare propria concepita allo scopo di “contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”4 che avrebbe permesso di intervenire immediatamente nella risoluzione dei conflitti bloccandoli sul nascere. Per questo motivo i membri delle Nazioni Unite si sarebbero dovuti impegnare
“a mettere a disposizione del Consiglio di Sicurezza, a sua richiesta ed in conformità ad un accordo o ad accordi speciali, le forze armate, l’assistenza e le facilitazioni, compreso il diritto di passaggio, necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.”5
Tutto ciò non è avvenuto e tuttora, per intervenire militarmente in un teatro l’ONU deve fare ricorso a organizzazioni militari esterne, qual è la NATO, o a “coalition of willings” costituite ad hoc per la risoluzione di un problema.

Come si può facilmente intuire, anche sulla base delle precedenti considerazioni, questo conflitto più di altri ha fatto si che alcuni interrogativi siano balzati prepotentemente alla ribalta, grazie anche all’interesse dei mass media.
Nelle sedi governative nazionali e negli ambienti sovranazionali ci si chiede sempre più spesso se l’ONU sia ancora in grado – sempre che lo sia mai stata - di assolvere il compito cui è istituzionalmente preposta, il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, e la risposta non sempre è affermativa.
La discussione, fino ad ora incentrata sul diritto di veto detenuto dalle cinque potenze fondatrici dell’ONU ma spesso causa di ritardo, d’inazione e di mancato intervento, si sposta ora su altre problematiche.
La discussione è ora incentrata principalmente sulla liceità dell’impiego della forza in mancanza di un’autorizzazione preventiva del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e sul problema legato alla validità della dottrina della legittima difesa preventiva e del diritto d’ingerenza umanitaria. Argomentazioni sempre più spesso invocate a giustificazione di azioni unilaterali condotte direttamente da Stati membri delle Nazioni Unite contro gli avversari del momento.

L’accusa diretta ad uno stato di fomentare il terrorismo internazionale può legittimare una guerra?
Può essere una guerra “preventiva”?
La falsificazione di documenti allo scopo di giustificare la guerra contro uno stato può essere considerato un crimine internazionale soggetto alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale?
Nuovi problemi e nuove domande da porsi, la cui risposta non è ne semplice ne scontata anche in funzione delle nuove tendenze comportamentali degli Stati occidentali e dell’inazione dell’ONU.
Con queste domande nella mente mi accingo, dunque, ad affrontare questa tesi in cui attori principali sono gli Stati Uniti, l'Iraq e il Diritto Internazionale.

1 Ratificato con Legge 12 luglio 1999, n. 232.
2 AI sensi dell’Art. 1, “E’ istituita una Corte penale internazionale in quanto istituzione permanente che può esercitare il suo potere giurisdizionale sulle persone fisiche per i più gravi crimini di portata internazionale, ai sensi del presente Statuto. Essa è complementare alle giurisdizioni penali nazionali”.
3 Ennio Caretto, Lite sulla Corte Internazionale, Washington blocca aiuti militari a 35 Paesi, in Corriere della Sera, pag. 11, 02 luglio 2003.
4 Carta delle Nazioni Unite, Cap. VII, Art. 43.
5 Carta delle Nazioni Unite, Cap. VII, art. 43.
Forse, continua....
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo