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venerdì 22 maggio 2009

Bhagavad-gita: la reincarnazione delle anime...

L'anima...
Cosa é questa strana parola?
Cosa c'é dietro?
Quale sostanza o potenza la compone?

Queste domande non hanno mai trovato risposta e probabilmente non vi saranno mai risposte!

Ciò che si può fare, però, é chiedersi cosa pensano i diversi popoli e le diverse religioni sull'anima... e così scopriamo che per alcuni l'anima é immortale!

[Baghavad-gita 2,12]
Mai ci fu un tempo in cui non esistevamo, Io, tu e tutti questi re; e mai nessuno di noi cesserà di esistere.

Così diceva il Signore Beato, Krsna, rivolgendosi ad Arjuna, sul campo di battaglia di Kuruksetra...

[Baghavad-gita 2,13]
Come l'anima incarnata passa, in questo corpo, dall'infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte. L'anima realizzata non é turbata da questo cambiamento.

L'anima passa dunque da un corpo all'altro all'istante della morte... anima immortale!


[Baghavad-gita 2,17]
Sappi che non può essere annientato ciò che pervade il corpo. Nulla può distruggere l'anima eterna.

Anima immortale, persisti dopo la morte del corpo... ma perché questo concetto é così importante?
Perché i saggi, i guerrieri, i re, erano convinti o dovevano essere convinti dell'immortalità dell'anima?

Forse per poter compiere il loro dovere senza porsi il problema della sopravvivenza?

Il corpo può morire... ma non importa se sai che l'anima é immortale e che si reincarnerà, per sempre...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Tito Livio: la morte di Remo...

Precedenti:

Tito Livio: Rea Silvia, la lupa, Romolo e Remo...

Tito Livio: la storia di Roma continua...

Tito Livio: storia di Roma
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Buon pomeriggio Maestro,
come sta?

"Ciao Alessandro, io sto bene e tu?
Come proseguono i tuoi studi?
E' un po che non ci sentiamo..."

Ha ragione Maestro, le chiedo scusa...

"Non ti devi scusare, so bene che comunque i tuoi studi proseguono incessantemente... come va la lettura di Polibio?"

Maestro, sa anche questo?

"E' naturale... noi abbiamo accesso a tutte le informazioni che ci occorrono!"

Capisco... io cerco di seguire la regola che occorre studiare tutti gli autori, al fine di evitare di sentire una sola campana! Questo mi permette di farmi una mia idea sugli avvenimenti accaduti...

"Ed hai pienamente ragione, bravo, continua così!
Ma ora cosa ne dici se andiamo avanti con la storia di Roma? Siamo arrivati al dunque..."

E si, l'ultima volta abbiamo visto che Romolo e Remo, assieme al nonno Numitore hanno ucciso il re Amulio... cosa accadde poi?

"Accadde che Numitore tornò ad Alba come re... alla popolazione si erano aggiunte le schiere di Romolo e Remo e di Numitore, troppe persone per una sola città!
Romolo e Remo decidono così di lasciare Alba e fondare una loro città. Romolo si portò sul colle Palatino mentre Remo si fermò sull'Aventino. Sarebbero stati gli dei a decidere chi dei due avrebbe regnato sulla nuova città... l'attesa non fu lunga, sei avvoltoi passarono sul colle Aventino e Remo e i suoi li videro. Ciò avrebbe dovuto significare che Remo era destinato a regnare sulla nuova città, ma in quel mentre anche Romolo scorse degli avvoltoi, questi erano addirittura dodici..."

Ecco, ora iniziano i guai...

"Proprio così! Nessuno dei due aveva intenzione di cedere il comando all'altro, così, dimenticatisi di essere fratelli, si azzuffarono, e con loro le loro schiere! Remo rimase a terra, colpito a morte..."

Il potere... sempre il potere di fronte a tutto, anche alla famiglia! Perché l'uomo é così stupido, Maestro?

"Non so cosa dirti Alessandro... se non che la penso come te!
Ma lasciami dire che esiste anche un'altra leggenda sulla morte di Remo. Secondo questa versione durante la costruzione delle mura della città Remo saltò dalla parte del fratello in segno di scherno ma il fratello, preso dall'ira lo uccise urlando: 'Patisca la stessa sorte chiunque abbia ad oltrepassare le mie mura'."

Che storia... o leggenda che sia!

"Per Remo fu in ogni caso la fine, per Roma invece questo fu, secondo la leggenda, l'inizio..."

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 20 maggio 2009

Polibio e l'importanza della storia

Polibio nacque a Megalopoli intorno al 200 a.C., la sua fama ancora oggi é legata alla sua opera in 40 volumi dal titolo "Storie". Il suo interesse é per la storia di Roma ma in queste poche righe introduttive non parlerò della storia di Roma, ma dell'importanza della storia per questo grande storico antico.
L'importanza della storia... ne hanno parlato tutti i grandi storici, invocando gli uomini a studiare e conoscere i fatti accaduti per capire ed evitare errori già commessi.
Polibio non é da meno!
Secondo lui "per gli uomini non esiste altro strumento educativo più efficace della conoscenza delle vicende trascorse" in quanto "gli insegnamenti che si traggono dalla storia sono l'educazione e l'esercizio più efficace per l'azione politica e [..] il ricordo delle vicissitudini occorse agli altri é l'unico e il più chiaro maestro di come si possano affrontare con dignità i rovesci della sorte".

E forse possibile dargli torto?
Direi di no... allora mi chiedo, e lo chiedo a tutti voi, perché nelle scuole (o almeno quelle che ho fatto io!) la Storia era così poco importante?
Perché il programma non veniva mai terminato?
Perché periodi interi della nostra storia patria venivano semplicemente saltati?
Verrebbe da pensare che la cosa sia stata fatta intenzionalmente... ma chi guadagna dall'ignoranza (intesa come mancanza di conoscenza) della gente?

Domande senza risposta...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 18 maggio 2009

Egizi e Ittiti, primo trattato internazionale?

Solo poche righe per incuriosire... dal libro sugli Ittiti, il popolo dai mille dei, il popolo che usava il ferro e forse l'acciaio, durante quello che é considerato il periodo del bronzo!

Due grandi re, Ramesse II per gli Egizi, Hattusili III per gli Ittiti; forse é loro il primo trattato internazionale in cui si bandisce la guerra come mezzo per la soluzione delle controversie... se le datazioni sono corrette il trattato fu stipulato nel 1259 a.C. circa!

"Per quello che riguarda i rapporti fra il gran re, il re d'Egitto, ed il gran re, il re di Hattusa, così la divinità ha proibito per tutti i tempi, con questo trattato, che fra di loro ci possa essere guerra".

Meditate gente, meditate... 1259 a.C.!

Circa 3200 anni più tardi arriva la firma della Carta dell'ONU!

Ma le guerre non finirono, comunque...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 1 maggio 2009

L'Accademia festeggia... il suo secondo anno!

Cari amici, a conclusione del secondo anno dell'Accademia on-line occorre fermarsi un attimo e cercare di capire cosa é successo e come si può proseguire!
Intanto le statistiche:
Siamo passati da una media di 50 lettori al giorno a più di 100!
Ma da dove vengono i lettori?
Un po da tutto il mondo,nonostante la maggior parte degli articoli continui ad essere solo in italiano, con qualche articolo in tedesco (grazie Patrick)!
Ma occorre essere seri fino in fondo e verificare se abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo proposti. Cioè:

1. 100.000 pagine lette;

2. iniziare la traduzione in lingua inglese della pagina di poesia e di istanti di viaggio;

3. trasformare l'Accademia in una associazione vera e propria.

In merito al primo, niente da fare, solo 76.000 pagine visualizzate dall'inizio, dunque circa 50.000 nell'ultimo anno. Obiettivo non raggiunto!

In quanto al secondo, pure peggio se possibile, nessuna traduzione effettuata!

Terzo, l'Accademia continua ad essere non ufficiale!

Certo che se qualcuno dovesse valutarmi per le mie capacità manageriali... Obiettivi non raggiunti Rugolo, il progetto "Accademia" é chiuso e lei é licenziato!

Ma non essendo io un manager e contando sulla vostra clemenza e fiducia... l'Accademia continuerà ad operare, e se qualcuno mi aiuta, meglio di come é stato fatto fino ad ora!

Ma occorre cercare di capire cosa é successo... perché non é stato raggiunto alcun obiettivo?

Mea culpa... io mi lascio trascinare dalla passione del momento, così ho investito molto del mio tempo nello studio dei testi antichi, nello stringere rapporti di partecipazione con altri siti e con altri scrittori e studiosi di storia antica e di mitologia, nella creazione di un gruppo di sostenitori su Facebook, che ad oggi ha raccolto 963 iscritti!

Ecco perché non ho raggiunto gli obiettivi... diciamo che ho cercato di investire il mio tempo, in vece che in obiettivi a breve termine, in obiettivi a medio lungo termine... chissà!

Concludendo, cerchiamo di fissare degli obiettivi per l'anno che é appena iniziato:

1. 200.000 pagine lette;

2. iniziare la traduzione in lingua inglese di alcuni articoli... diciamo una decina;

3. trasformare l'Accademia in una associazione vera e propria.

Per finire un ringraziamento a tutti i Tuttologi, a quelli vecchi e a quelli nuovi, a quelli che partecipano assiduamente e a quelli che mi seguono da lontano, a quelli che leggono e basta e anche a coloro che, non volendo, ho disturbato!

L'obiettivo vero dell'Accademia é quello di svegliare dal torpore della vita quotidiana quei neuroni ancora sani che si trovano nei nostri cervelli, tutto il resto é solo di contorno!

Se sono riuscito, in qualche modo, a stimolare la nascita di un dubbio, una domanda o anche una semplice curiosità, beh, allora l'Accademia può andare avanti ancora!

Auguri Accademia, auguri a tutti!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 29 aprile 2009

Tito Livio: Rea Silvia, la lupa, Romolo e Remo...

Tito Livio: la storia di Roma continua...

Tito Livio: storia di Roma
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Buona sera maestro...
Possiamo proseguire la Storia di Roma?
E' disponibile oggi?

"Sono sempre disponibile verso chi ha voglia di imparare... sai Alessandro, non c'era tanta gente disponibile ad imparare ai miei tempi!
Dimmi Alessandro, ai tuoi tempi le cose vanno meglio?"

Maestro, ai miei tempi di fronte ad una domanda cui non vogliamo o non possiamo dare risposta diciamo: "Qual é la domanda di riserva?"
Mi perdoni, ma preferirei sentire Lei, magari ci potrebbe dire qualcosa di più su Romolo e Remo... se vuole!

"Alessandro, ricordi da chi prese il nome il Tevere?"

Certo maestro, da Tiberino, annegato mentre attraversava il fiume Albula, ma cosa centra questo?

"Niente... volevo solo vedere se mi hai seguito fino ad ora... Bravo!
Allora andiamo avanti.
Proca ebbe due figli, Numitore ed Amulio. Numitore ricevette in eredità il regno ma il fratello Amulio usò la violenza per allontanare Numitore dal regno quindi trucidò i suoi figli maschi e costrinse l'unica figlia, Rea Silvia, a diventare vestale per evitare che potesse generare dei discendenti legittimi che un giorno avrebbero potuto reclamare il trono. Rea Silvia però venne violentata dal dio Marte ed ebbe due gemelli. Amulio non era certo contento del fatto, fece incatenare Rea Silvia e ordinò che i due gemelli venissero abbandonati al fato, sul fiume Tevere..."

Una bella storia, maestro, ma cosa c'é di vero e quanto di mito?

"Domanda legittima, risposta impossibile anche per me!
Ma andiamo avanti.
La leggenda dice che i gemelli vennero abbandonati in una cesta ma che il Tevere li depositò in riva. Una lupa assetata che era scesa dalle colline li vide e li prese sotto la sua protezione allattandoli... Un pastore che si trovava li vicino chiamato Faustolo trovò la lupa con i due piccoli, li prese e li portò alla moglie Larenzia che li allevò."

La lupa... e si, questa storia si sente spesso a scuola, me la ricordo dalle elementari...

"Alessandro, devi sapere che ce chi dice che la lupa non fosse una vera lupa...
Pare infatti che Larenzia, la moglie di Faustolo, si prostituisse e che fosse conosciuta come "la lupa" dai pastori della zona..."

Ha! Questo non lo sapevo...

"Bene, questi due gemelli erano Romolo e Remo e crebbero quasi selvaggi in mezzo ai pastori, lavorando nelle stalle o pascolando le greggi, oppure girovagando per i boschi, cacciando e facendo preda. Fu proprio a causa delle loro attività che un giorno durante la festa in onore del dio Pan Liceo, la festa Lupercale, Remo fu catturato riconosciuto predone e condotto al re Amulio con l'accusa di aver invaso il territorio di Numitore..."

Numitore? Ma non era stato ucciso?

"No, era stato scacciato, allontanato dal regno, ma evidentemente non doveva essere poi tanto lontano...
Ma proseguiamo, dunque...

Remo, accusato di essere un poco di buono e di aver invaso il territorio di Numitore, venne inviato proprio a Numitore, che era il nonno, per essere punito.
Ora, Faustolo, il pastore, padre adottivo di Romolo e Remo, sospettava da tempo la verità ma non aveva mai detto niente, aspettando il momento giusto.
Così, valutato il pericolo, si decise finalmente a raccontare tutto a Remo. Intanto anche Numitore, avendo saputo che Romolo aveva un fratello gemello e ricordando i tragici avvenimenti della sua famiglia si era insospettito. Anche perchè Romolo aveva un carattere forte e fiero, degno di un re!"

Così Romolo e Remo con l'aiuto dei pastori e di Numitore uccidono il re Amulio...

"Vedo che hai studiato... bene!"

Si maestro, ma é sempre un piacere sentirla...
Ancora una volta grazie... ma mi sembra stanco, forse é meglio se si riposa, continueremo un'altra volta se per lei va bene.

"Ti ringrazio, un saluto a te e a tutti i tuoi lettori allora!

Grazie maestro!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 26 aprile 2009

Il bivio della vita

C'era una volta un vecchio che aveva una casetta in campagna, era veramente tanto vecchio, ma così tanto che i suoi occhi non si vedevano più ricoperti com'erano dalle folte sopracciglia bianche... ed aveva una barba lunga e bianca e i capelli, anche essi bianchi, arrivavano quasi a terra...
Vicino alla sua povera casetta c'era un bivio, un grande incrocio pieno di gente di tutti i tipi... e dietro la casetta un grande parcheggio.
Il vecchio era veramente vecchio e aveva l'incarico di far passare la gente per una strada o per l'altra...
Quando arrivava una persona lui la prendeva per mano e la invitava nella sua povera casa, gli offriva quello che aveva e ci parlava per qualche minuto, poi lo indirizzava per una delle strade o per il parcheggio dietro casa... Una strada era la strada della sapienza, era una stradina stretta, ripida sin dall'inizio, non vi era asfalto ma solo buche e fango e spine lungo i bordi e di tanto in tanto veniva attraversata da animali selvatici di ogni specie... per questa strada si procedeva di giorno e di notte senza alcuna pausa, guidati da una luce che si vedeva talvolta, lontanissima... molti non arrivavano mai alla fine del loro percorso, ma per chi vi arrivava c'era un premio speciale... all'arrivo ci si trovava in cima ad un monte altissimo, da cui si poteva vedere tutto il mondo... l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande! E li si passava il tempo a parlare con i pochi che vi erano arrivati e a riflettere e a cercare il modo di aiutare il mondo e tutti gli uomini a vivere meglio...
L'altra strada era molto bella... era pavimentata con il migliore degli asfalti, quello anti pioggia, che ti permette di correre quanto vuoi anche sotto la pioggia... era sempre in discesa, e ben illuminata. Superato il bivio si poteva scegliere la macchina che si voleva usare per proseguire il viaggio in modo tale da essere più comodi possibile. Ogni tanto, lungo la strada, c'erano dei bellissimi alberghi per riposarsi, amici con cui far baldoria, giochi e divertimenti contro la noia e ogni tipo di distrazione...
E così si andava avanti per sempre fino a che un giorno non ci si accorgeva di aver finito il tempo a propria disposizione... senza aver fatto niente di niente che meritasse la pena di essere ricordato! Così le persone scomparivano e nessuno sapeva più niente di loro... qualcuno di quelli che era riuscito a tornare indietro per poi prendere la strada giusta diceva di essere arrivato fino alla fine della strada, di essersi fermato per caso o per fortuna, giusto sull'orlo di un immenso burrone senza fondo, dove andavano a finire tutti quelli che viaggiavano a bordo delle loro bellissime macchine...
Il vecchio sbagliava raramente, anche se qualche volta nel corso della sua lunga vita gli era capitato di incontrare qualcuno che tornava indietro dalla strada che aveva intrapreso per prendere quella giusta...
Ma la maggior parte delle persone venivano indirizzate al parcheggio, un posto ne bello ne brutto, dove si viveva modestamente in attesa di prendere una decisione...
E così il vecchio diventava sempre più vecchio e i suoi capelli crescevano e la sua barba diventava sempre meno barba e sempre più cotone...
E lui, il vecchio, era l'unico che aveva conosciuto tutti gli uomini di tutti i tempi e avrebbe continuato così, per sempre...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO