Traduttore automatico - Read this site in another language

sabato 7 dicembre 2013

Libertà

Libertà...
Qualcuno disse: Libertà!
Tutti risposero in coro: Libertà! Libertà!

Poi cominciò la lotta,
gli scontri,
il sangue,
la morte...

Poi un giorno, qualcuno disse: Liberi, finalmente!
I superstiti risposero: Finalmente...

Una parola così potente,
Libertà,
più forte della Vita,
beffarda sfida la Morte.

Liberi, finalmente,
fino al prossimo... Libertà!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 6 dicembre 2013

Inconsapevolmente vivo...

Aprii gli occhi con difficoltà. Un leggero velo sembrava interporsi tra me e tutto ciò che mi circondava.
Mi trovavo all'ospedale.
Ero confuso, sapevo cosa mi era successo, lo ricordavo perfettamente, eppure il mio subconscio rifiutava di riconoscerlo. Non era facile prendere coscienza del fatto di aver avuto un infarto.
Attorno a me altri pazienti della terapia intensiva, come me attaccati ai macchinari che permettevano agli infermieri di controllarci a distanza. Di tanto in tanto un "bip" più intenso del solito attirava la loro attenzione, qualcuno si avvicinava a controllare.
A volte si trattava della flebo che era terminata, altre volte invece gli infermieri chiamavano il medico e cominciavano ad agitarsi attorno al letto del malcapitato...
Ma tutto ciò è abbastanza normale in terapia intensiva.
Dopo qualche giorno mi spostarono in terapia subintensiva, un posto un po più tranquillo, dove ci si poteva alzare dal letto, andare in bagno senza dover chiedere la padella o il pappagallo (strumenti inventati solo per farti sentire inutile), lavarsi da soli e fare un po di vita sociale con i compagni di camera e con i visitatori. Di tanto in tanto arrivava anche qualche volontario, sempre allegro e pronto a scambiare quattro chiacchiere, anche se non sempre ne avevo voglia, oppure un parroco che si guardava intorno e poi, in silenzio, così come si era avvicinato si allontanava... quasi non volesse disturbare i nostri pensieri con presagi spiacevoli.
La notte cercavo di dormire, cercando di ignorare i dolori al petto, dimenticando il mal di schiena e tutti gli aghi che avevo infilati nelle braccia, sperando che non si staccassero i sensori, altrimenti un infermiere sarebbe arrivato a svegliarmi per riattaccarmeli, e poi chi riusciva a riprendere sonno?
Una anziana signora che stava nella stessa stanza ci intratteneva con le sue urla continue. Di notte urlava e di giorno dormiva e noi stavamo svegli.
Poi finalmente le dimissioni.
Un bel giorno il medico mi disse che dopo pranzo potevo uscire, finalmente!
Preparai le mie poche cose e ricevuto il foglio di dimissioni e delle cure da seguire rientrai a casa.
Quella notte non riuscivo a prendere sonno, la preoccupazione di non essere controllato era tanta. Stare all'ospedale dava una certa sicurezza che ora mi mancava. Ogni dolore sembrava amplificato dalla paura. Ogni battito cardiaco, ogni tremore, ogni crampo, sembrava l'annuncio di un nuovo infarto e l'inizio della fine... ma si trattava solo di sensazioni, e col tempo ci avrei fatto l'abitudine.
Nelle ore passate insonni pensavo e ascoltavo i rumori, il vento fuori dalla finestra, una macchina per strada, qualche cane abbaiare, il bisbiglio di un bambino...
Poi la mattina dopo iniziava la cerimonia dei medicinali, una, due, tre pastiglie. Quella per lo stomaco, quella per la pressione, la betabloccante, la cardioaspirina...
Solo se ti capita ti rendi conto delle libertà perdute! Ma bisogna cercare di non pensarci e andare avanti, cercando di tornare alla normalità, poco per volta.
Dopo i primi giorni potevo finalmente uscire di casa, fare qualche passo era utile, occorre camminare per riprendersi velocemente, pressione permettendo!
E la sera di nuovo a letto presto, cercando di evitare di pensare a quello che può succedere la notte. Perchè la paura è che ti addormenti e non ti svegli più!
Allora prendere sonno è faticoso, e così si passa qualche ora a rivoltarsi tra le coperte ascoltando i soliti rumori... il vento del giorno prima, che però ha cambiato direzione, la solita macchina del solito ritardatario, i ragazzi che passano sotto casa al rientro di una serata in discoteca, i bisbigli di un bambino...
Strano, è già la terza notte che un bambino passa sotto casa, per un istante, bisbigliando qualcosa di incomprensibile.
La mattina, dopo la colazione a base di te, fette biscottate e marmellata e le solite medicine, approfitto della bella giornata per fare quattro passi. Sotto casa c'è un piccolo parco, mi siedo in una panchina e mi godo il sole. Qualcuno mi passa vicino ignorandomi, ma non mi riguarda. Le fronde degli alberi si muovono spinte da un fresco venticello di primavera, i cani giocano con i loro padroni nello spazio loro riservato.
Rientro a casa e la giornata passa come le altre, mangio, leggo, mi riposo e passo il tempo cercando di riprendermi.
La notte arriva inesorabile e con il buio la solita insonnia, la solita macchina e il solito bambino che bisbiglia...
Cosa dici - penso - non capisco, non ti sento bene...
Il bisbiglio si fa più forte, poco a poco sempre più distinto, si trasforma in una voce...
Chi sei, perchè mi chiami...
- Finalmente, seguimi, non puoi restare più qui... il tuo posto è altrove!
Fu questione di un attimo. In quell'istante realizzai finalmente ciò che era successo, chi veramente ero...
Il dolore sparì, le ansie e l'angoscia mi lasciarono per sempre, la paura di morire non aveva più senso, nella mia nuova condizione di fantasma...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

I papi e la Sardegna

Ho appena finito di leggere un bellissimo libro di Claudio Rendina di cui potete leggere una breve recensione su I papi, storia e segreti.
In questo breve articolo parlerò di alcune informaioni che vi ho trovato sulla storia antica della Sardegna.
Sapevate che vi sono stati due papi sardi?
Ma andiamo per ordine.
Siamo sotto il pontificato di S. Eleuterio (175-189 d.C.), in quel periodo secondo Eusebio di Cesarea la chiesa visse un periodo di tranquillità (era allora imperatore Commodo), ma vi furono comunque dei processi, tra questi fu processato un tale di nome Callisto (che qualche anno dopo diverrà papa).
Callisto era uno schiavo liberato di un banchiere chiamato Carpoforo. Callisto voleva recuperare dei crediti e si recò in una sinagoga per riscuotere. Venne denunciato per disturbo della quiete pubblica e condannato alla fustigazione e ai lavori forzati. La seconda parte della condanna veniva eseguita nelle miniere della Sardegna. Siamo nell'anno 186 d.C.
Qualche anno dopo sarà una matrona romana, Marcia, amante e poi moglie dell'Imperatore Commodo, che riuscì ad ottenere la liberazione di tutti i membri della comunità cristiana cui apparteneva che si trovavano in quel periodo incarcerati in Sardegna. Tra questi, non si sa bene come, rientrò anche il futuro papa Callisto.

papa Ilario

Quando Callisto venne eletto papa (217 d.C.) il suo oppositore si chiamava Ippolito che ritiratosi da Roma creò una sua comunità. Tra i diversi gruppi vi furono diatribe e disordini. Callisto venne gettato dalla finestra a seguito di una rivolta popolare, ma qualche anno dopo anche Ippolito fece una brutta fine, condannato all'esilio nel 235 d.C. dall'Imparatore Massimino Trace, assieme al nuovo papa Ponziano, morì in Sardegna nel 237 d.C..

Occorre attendere altri due secoli prima di vedere sul soglio pontificio il primo sardo, Ilario (461-468 d.C.). E' definito un papa debole, di scarsa personalità, comunque di fatto affrontò l'Imperatore Antenio, colpevole di appoggiare una setta eretica guidata da un tale Filoteo. Il papa proibì all'imperatore di entrare in San Pietro fino a che non assicurò la soppressione del gruppo di eretici. Certo non era come San Leone Magno, il suo predecessore, ma non era neanche una mammoletta.
Affrontò i problemi causati dalla chiesa della Gallia e si occupò di abbellire molte delle chiese di Roma, di costruire biblioteche e oratori. Morì il 29 febbraio del 468 d.C. e fu sepolto in San Lorenzo fuori le mura.
Pochi anni dopo viene eletto un secondo papa sardo, Simmaco (498-514 d.C.).
papa Simmaco
Alla morte del papa Anastasio II a Roma si formano due fazioni, una più ortodossa guidata dal senatore Fausto che elesse papa Simmaco; un'altra fazione guidata dal console Festo che elesse l'arciprete Lorenzo. Le elezioni avvennero lo stesso giorno, il 22 novembre del 498 d.C.
Come al solito, da buoni religiosi, la parola passò alle armi e Roma divenne luogo di scontro (come per quasi tutte le elezioni papali!). Per cercare di risolvere la situazione ci si rivolse a Teodorico (re degli Ostrogoti e d'Italia) che da Ravenna sentenziò che la nomina dovesse andare a chi era stato eletto per primo o a chi aveva avuto la maggioranza dei voti. In questo caso Simmaco fu favorito, anche se vi furono dei sospetti di corruzione.
Per cercare di risolvere il problema delle elezioni papali, il primo marzo del 499 Simmaco convoca un concilio in cui si stabilisce che è vietato impostare trattative elettorali all'insaputa del papa in carica e prima della sua morte. Il papa inoltre ha diritto di scelta del successore. In caso di morte improvvisa del papa e di mancanza di indicazioni, sarà papa colui che avrà raccolto i suffragi del clero o la maggioranza dei voti. Un bel tentativo di cercare di limitare gli scontri, ma semplicemente uno dei tanti, infatti per quasi ogni elezione gli scontri si ripeterono, più o meno lunghi e sanguinari.
Papa Simmaco non doveva essere proprio un santo infatti pochi anni dopo, nel 501 fu denunciato al re per vari reati legati all'uso dei beni della chiesa e alle donne. Simmaco, forse sentendosi colpevole, scappò e Teodorico nominò un reggente per la chiesa: Pietro di Altino. Ma il caos proseguiva così i Vescovi si riunirono e decretarono che "nessuno aveva l'autorità di giudicare il vescovo di Roma per cui le accuse dovevano essere rimesse al giudizio di Dio". Ma l'opposizione non cessò, Lorenzo faceva il papa e Simmaco restava rinchiuso in San Pietro, attendendo tempi migliori.
Il re, seccato dai continui disordini, decise di prendere in mano la situazione e decise a favore di Simmaco che venne posto nuovamente sul soglio pontificio. Simmaco si occupò anche di abbellire diverse chiese di Roma. Morì il 19 luglio del 514.
La Sardegna viene nominata nuovamente intorno al 685 quando, sotto il papato di Giovanni V, il vescovo di Cagliari perde il diritto di nomina dei vescovi dell'isola, che rientrò nella giurisdizione di Roma.
Bisogna attendere al 817 d.C. per sentire nuovamente parlare della Sardegna. Viene eletto papa Pasquale I (817-824 d.C.). L'elezione dei papi in quel periodo veniva sottoposta all'approvazione dell'imperatore, in quel tempo Ludovico, che sancisce l'elezione con un diploma (Pactum cum Paschali pontifice) che dimostrerà in futuro la sua enorme importanza essendo uno dei documenti della storia pontificia che attraverso abili falsificazioni che forniranno supporto alle rivendicazioni territoriali della chiesa. Il papa infatti avrebbe ricevuto in dono da Ludovico il Pio non solo Roma con il suo Ducato e tutte le terre già oggetto di donazione da parte di Pipino e Carlo Magno ma anche la Calabria, Napoli, la Corsica, la Sardegna e la Sicilia, senza tener conto l'esistenza dell'Impero bizantino sotto il cui dominio si trovava Napoli, Calabria, Sicilia e Sardegna. Quindi, secondo questi documenti la Sardegna passa sotto la Chiesa nell'817 d.C.!
Quelli erano tempi bui per i paesi che si affacciavano sul Mediterraneo, infatti i Saraceni usando anche delle basi in Sardegna attaccavano il Porto di Roma. Siamo sotto Leone IV (847-855 d.C.), e i papi dovettero inventarsi anche condottieri!
Qualche secolo dopo sarà Benedetto VIII (1012-1024 d.C.) a prendersi carico del problema dei Saraceni. Questi dopo aver minacciato Salerno attaccarono Pisa mettendola a ferro e fuoco. Benedetto VIII nel 1016 organizzò una flotta capeggiata dal padre, mentre lui guidava le truppe di terra riportando una grande vittoria. I saraceni si ritirarono in Sardegna ma la flotta (in lega con le città di Pisa e Genova) riuscì a snidare gli infedeli e a liberare definitivamente l'isola, che da allora diventò colonia pisana (anche se non tutta!).
Per sentire nuovamente parlare di Sardegna occorre attendere l'arrivo di Federico II che, cercando di unificare l'Italia contro gli interessi della chiesa, sotto papa Gregorio IX (1227-1241 d.C.), intorno al 1238 concesse al figlio Enzo in occasione del suo matrimonio con la vedova del Giudice di Torres e di Gallura, il titolo di re di Sardegna, nonostante le rivendicazioni della chiesa.
Questo fatto diede molto fastidio al papa che nel 1239 scomunicò nuovamente Federico II...
Purtroppo mi devo fermare, in quanto non ho ancora trovato il seguito del libro, ma prometto di proseguire non appena possibile!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 5 dicembre 2013

I papi, storia e segreti di Claudio Rendina

Se cercate notizie su Claudio Rendina potrete scoprire che è uno scrittore, poeta e giornalista italiano, nato nel 1938, che si occupa principalmente di Roma, della sua storia e di quella dei suoi massimi rappresentanti, i papi.
In questi giorni ho letto il primo volume della storia del papato, da San Pietro (30-67 d.C.) a Gregorio IX (1227-1241 d.C.) e devo dire che sono rimasto colpito.
Il libro è scritto molto bene, la ricerca storica è approfondita ma sempre chiara e leggibile.
I papi (e relativi antipapi) sono presentati singolarmente e accompagnati dal loro ritratto. 
Ciò che mi è piaciuto di più è come vengono presentate le relazioni tra i papi e il potere temporale, re e imperatori, d'oriente e d'occidente, poi i primi comuni d'Italia.
La storia della chiesa, con i concili e le falsificazioni è bene spiegata, mettendo sempre in evidenza le conseguenze delle principali azioni dei papi.
Grandi personalità come quella di Leone Magno (440-461 d.C.) che affronta a Peschiera il re degli Unni, Attila, salvando Roma, si alternano con immorali e brutali personaggi provenienti dall'aristocrazia romana (e non) nelle mani di matrone dalla dubbia fede cattolica quali Marozia, vera dominatrice di Roma tra il 925 e il 935 d.C.
Le lotte per il potere tra i Tuscolo e i Crescenzi porteranno sul soglio pontificio elementi quali Benedetto IX (1032-1044), uno dei più crudeli e ignobili papi di tutta la storia della chiesa a mio parere, capace di omicidi, di vendere la carica di papa e di salire sul trono pontificio per bene tre volte macchiandosi di ogni genere di delitto.
E che dire dei concili di Nicea, dei falsi atti di donazione di Costantino, usati per creare le basi giuridiche del potere temporale della chiesa... tutto ciò esposto magistralmente, grazie anche all'aiuto del Liber pontificalis e delle opere del Gregorovius, storico dell''800.
 
In definitiva, il libro non può mancare nella biblioteca di ogni casa!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO  

giovedì 28 novembre 2013

Sopravvissuto...

Il sole era appena scomparso dietro il profilo incerto dei vecchi palazzi della città deserta.
 
Pochi attimi prima la luce rossastra illuminava ancora le strade, poi, di colpo, il buio fu quasi completo. Solo gli occhi di un gatto o di un qualche animale notturno sarebbero stati utili in quelle condizioni, ma lui non era un gatto!
La temperatura scendeva velocemente.
Era stato stupido a farsi sorprendere dal buio in un posto che non conosceva, all'aperto e senza riparo. C'erano tanti edifici che avrebbero potuto fornirgli rifugio ma la città era inquietante e lui aveva cercato di uscirne fuori, fino a che c'era luce. 
Ora non aveva più scelta, se non voleva morire assiderato avrebbe dovuto varcare uno di quegli ingressi, dove però avrebbe potuto nascondersi qualunque cosa!
Alla sua destra si apriva un grande magazzino pieno di mostri metallici, residui di quella guerra che aveva spazzato via tutto, masse informi di ferro arrugginito, con ancora qualche macchia di vernice qui e là.
Sarebbe stato facile trovare un riparo e, magari, qualcosa da mangiare ma ora era tardi e non era saggio continuare ad aggirarsi in mezzo a quei rottami.
Contava molto sul suo coltello, una specie di pugnale in acciaio che aveva ricavato da un pezzo di lamiera metallica e che portava appeso in bella vista a metà coscia.
Gli servì anche in quella occasione.
Infilò la lama tra gli sportelli color ruggine di un vecchio camion e riuscì ad aprirlo. Si rintanò al suo interno, velocemente, facendo attenzione a non fare alcun rumore.
Richiuse gli sportelli dietro di se e sbarrò l'ingresso dall'interno. Per quella notte sarebbe stato al sicuro, digiuno ma al caldo.
Riuscì a dormire alcune ore.
Venne svegliato dal loro rumore, strisciante e sordo. Erano vicini. Si muovevano dentro il magazzino seguendo le flebili tracce lasciate dal suo passaggio. Forse era l'odore, forse riuscivano a vedere impronte visibili solo ai loro occhi, sapevano che lui era li ma non potevano raggiungerlo.
Poi il rumore si allontanò e potè tirare un respiro di sollievo.
La notte passò rapidamente e il sole riprese a bruciare quella terra devastata dalla guerra. Le prime ore della mattina erano le migliori per camminare. Si alzò e mangiò alcuni tuberi raccolti il giorno prima.
Prima della guerra non aveva idea di quali piante erano commestibili e quali velenose ma nel giro di pochi anni era riuscito a sopravvivere semplicemente assaggiando e sperando! Poi col tempo aveva imparato a riconoscerle dall'odore, dal sapore, aveva reimparato tutto ciò che la tecnologia degli ultimi anni aveva cancellato dalle conoscenze della razza umana.
Tutte le informazioni raccolte nella rete erano ormai inutilizzabili, la rete era stata spazzata via dalle prime esplosioni, li chiamavano impulsi elettromagnetici e nel giro di poco tempo sulla Terra era scomparso qualunque componente elettronico e con essi tutte le conoscenze della rete.
Avrebbe forse trovato qualche libro ma presto si accorse che le biblioteche non curate andavano distrutte velocemente. Il nuovo clima non consentiva la conservazione della carta e alcuni piccoli insetti fecero il resto.
La civiltà umana era stata cancellata dalla sua stessa pazzia.
La guerra aveva cancellato la civiltà, il tempo aveva pensato al resto!
 
Era più di un anno che non vedeva più suoi simili.
L'ultima volta che aveva incontrato ciò che restava di un essere umano era restato scosso. Uno scheletro ambulante gli era apparso davanti nei pressi di un vecchio pozzo. Gli effetti delle radiazioni potevano vedersi su tutto il corpo. Un braccio era ridotto ad una escrescenza carnosa penzolante dalla spalla. Gli occhi enormi e sporgenti non avevano più niente di umano.
Come era apparso scomparve velocemente muovendosi con insolita agilità, forse spaventato.
Non era stato in grado di capire se si trattasse di un uomo o di una donna.
Da allora aveva percorso migliaia di chilometri senza veder altro che scheletri.
 
Lui non capiva come avesse potuto sopravvivere. Eppure così era.
Le radiazioni non avevano avuto alcun effetto, come se fosse immune. La dieta che seguiva avrebbe ucciso chiunque ma lui non aveva avuto nessuna conseguenza.
Stava bene, camminava, mangiava ciò che trovava e si spostava continuamente per sfuggire a quelle bestie che erano emerse dalla terra. Enormi vermi striscianti, per sua fortuna ciechi e lenti alla luce del giorno. 
Non sapeva cosa cercava ma ormai non importava, era l'ultimo della razza umana in una Terra ormai distrutta.
Una frase gli tornava alla mente, di tanto in tanto. Ricordava il prete che gli diceva: "Polvere sei e polvere ritornerai".
Ma ancora non era arrivato il suo tempo, nonostante tutto...
 
forse Dio, per lui, aveva altri programmi?

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Alan Turing, storia di un enigma, di Andrew Hodges.

Alan Turing, storia di un enigma, è il libro di Andrew Hodges che mi ha accompagnato nelle ultime due settimane. Un po per lentezza, un po perchè pubblicato in caratteri troppo piccoli per me, ho impiegato più tempo del solito ma comunque sono giunto alla fine!
A caldo mi vien da dire che Turing era un personaggio molto particolare e che il libro riesce a trasmettere bene le sue caratteristiche peculiari.
Geniale quanto incostante, Turing partì dalla matematica per arrivare fino a studi sullo sviluppo dell'embrione non trascurando che lui fu l'artefice della vittoria dei servizi segreti britannici contro la macchina Enigma, in uso nella Germania della seconda guerra mondiale per cifrare le comunicazioni ritenute più importanti!
Eppure il suo massimo contributo lo da nel campo dell'informatica, occupandosi di gettare le basi delle macchine calcolatrici (ovvero dei computer), dell'intelligenza artificiale e della programmazione. Il suo progetto per la realizzazione di una macchina universale, cioè in grado di compiere il lavoro di qualunque altra macchina, fu alla base dello sviluppo dei calcolatori nel mondo.
La sua vita influì e fu influenzata da grandi personaggi quali Winston Churchill, Claude Shannon, Max Newman, John von Neumann, Norbert Wiener, Sir Geoffrey Jefferson, Bertrand Russel, Christopher Strachey... solo per citarne alcuni!
Alan muore, presumibilmente suicida, il 7 giugno 1944 all'età di neanche 42 anni, lasciando al mondo una grande eredità.
 
Bellissimo libro, che consiglio a tutti coloro che studiano informatica ma anche agli appassionati di storia per gli approfondimenti sulla società britannica e americana del tempo.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 24 novembre 2013

Siamo in troppi sulla Terra?

  • Cari amici, questo piccolo articolo nasce da una discussione su facebook, una di quelle a mio parere fruttuose.
  • Ma lascio decidere a voi!





    Argomento? Sovrappopolazione e sue soluzioni.
    Ma cominciamo dall'inizio e facciamo ricorso alla Storia, la madre di tutti gli insegnanti...
    Cosa accade in un territorio in cui la popolazione cresce oltre le capacità di sostentamento?
    Le soluzioni non sono tante: la guerra o la partenza verso nuove terre!
  • La guerra distrugge ma da nuovo impulso all'economia...
    La partenza per nuove terre da nuovo impulso all'economia senza distruggere...
     
  • Io scelgo di partire... la Terra ormai è al limite, le guerre locali sono sempre più frequenti a causa della necessità delle popolazioni di risorse sempre maggiori, lo sfruttamento intensivo del territorio e lo sviluppo industriale ha compromesso il clima e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
  • Si può contare ancora su un po' di spazio in Africa, in Sud America e nell'Antartide, forse, ma si tratta di un palliativo.
  • Certo, c'è sempre la possibilità di cominciare ad abitare gli oceani e credo che ricerche in questo senso si stiano già conducendo.
  • Siamo già oltre 7 miliardi sulla Terra e le previsioni dicono che, nonostante la crescita stia rallentando, intorno al 2050 saremmo oltre 10 miliardi!
  • Cosa fare?
  • Salviamo la Terra e la nostra civiltà, preparandoci a colonizzare un nuovo pianeta!

    Questa discussione é per tutti quelli che desiderano lasciare la terra e partire per colonizzare un altro pianeta. Questa é la sfida del XXII° secolo... per affrontarla occorre prepararsi, chi si unisce a noi?

    Primo problema da risolvere:
    Scegliere il nuovo mondo!

    Uno di quelli reali, non Face! Candidati?

    Non troppi per ora visto che la tecnologia ci permette di muoverci all'interno del sistema solare... o poco più!

    La cosa migliore sarebbe scegliere un pianeta vicino alla terra e non troppo diverso.

    Marte è il più vicino e probabilmente il più simile alla nostra Terra.

    Su Marte l'anno è un po più lungo che sulla Terra, circa 687 giorni, (1,88 volte circa il nostro anno solare).

    Ecco alcuni dati da usare per mettere a paragone i due pianeti:
     
    Marte                        Terra
    Diametro 6804,9 km 12 756,274 km

    velocità orbitali (min) 21,972 km/s 29,291 km/s
    (media) 24,077 km/s 29,783 km/s
    (max) 26,499 km/s 30,287 km/s

    Inclinazione orbitale rispetto all'equatore del Sole
    5,65° 7,25°

    Periodo di rotazione 1,025957 giorni (24 h 37 min 23 s)

    Satelliti 2 1 (Luna)

    Presenza acqua si (solido) si

    Temperatura in superficie (Temperatura °C = T °K - 273,14)
    (min) 133 K ( -140 °) 185 K
    (media) 210 K ( - 63 °) 287 K

    ( max) 293 K ( + 20 ° ) 331 K

    Acceleraz. di gravità in superficie

    3,69 m/s² (0,376 g) 9,7801 m/s² (0,997 32 g)

    Velocità di fuga 5.027 m/s 11.186 m/s

     
    Ora, dopo aver snocciolato tutti questi dati, occorre fare delle considerazioni che secondo me si possono raccogliere in due grosse categorie di domande:

    Quali sono gli effetti sull'uomo dovuti alle differenze tra i due Sistemi?

    Quali sono gli effetti sullo sviluppo della civiltà?

    Queste sono le due domande alle quali é necessario trovare risposta prima di pensare ad una eventuale "colonizzazione" del pianeta Marte.

    Una simile impresa richiede tempo e denaro, e allora iniziamo a parlarne.

    Il tempo... risorsa o vincolo?

    Entrambe le cose... ma la realizzazione di un progetto del genere quanto tempo richiede?

    Io penso più di una vita umana... e questo é il primo problema da superare.

    Quando si progetta qualcosa che si prevede di vedere realizzata ci si lavora seriamente, se ci si crede.
    Ma in questo caso, quale dovrebbe essere il corretto approccio mentale?

    Quanti possono essere interessati a lavorare alla realizzazione di un progetto che molto probabilmente non vedranno realizzato?

    Che tipo di organizzazione sociale?

    L'organizzazione é la chiave di tutto! Solo una organizzazione pensata appositamente per la realizzazione di un simile progetto potrà avere successo!

    Ma quanto costa l'Impresa?

    Ecco un punto importante.
    Un tempo gli stati e i privati finanziavano questo genere di imprese. Per realizzare una tale impresa tutti gli stati del mondo dovranno contribuire. Sarà possibile?

    Sarà possibile superare le differenze e la diffidenza e realizzare il più grande progetto mai pensato?

    Una amica ha suggerito che un tale "Nuovo mondo" dovrà essere diverso, migliore, ricco di cultura e aperto ad ogni idea... perchè no? Dovendo creare un Nuovo Mondo creiamolo come riteniamo sia meglio!

    Quale forma di governo?

    Occorre pensare alla forma di governo... una grande impresa richiederà grandi sacrifici...
    La libertà personale o lo Stato?
    Quale compromesso? Vi sarà spazio per la Democrazia? Se si, speriamo sia seria...

    Scienza e tecnologia

    Uno dei settori più critici del nuovo mondo sarà sicuramente il settore legato alla scienza e alla tecnologia!
    Probabilmente non é neppure immaginabile quali problemi dovremo affrontare e risolvere ogni giorno...

    E se il pianeta da colonizzare fosse Marte, di tecnologia ne occorrerà tanta...

    Occorrerà creare una stazione sulla luna? Forse si, forse no! Dipenderà dalla tecnologia...

    Occorrerà sviluppare molti gruppi di lavoro, chi si occuperà di trasmissioni e telecomunicazioni, robotica ed informatica, energie pulite e non, medicina e psicologia, agronomia spaziale...
    e quanti soldi occorrerà investire, e quanti sforzi e quante difficoltà da affrontare e superare!
    E quante nuove scoperte vi saranno... l'impresa sarà senza ombra di dubbio la più grande mai concepita (e, speriamo, realizzata) dalla civiltà umana!


    Alessandro Giovanni Paolo Rugolo