- Vedo, vedo, cosa ci fate qui a quest'ora? Non dovresti essere all'asilo signorinella? Disse il nonno con stupore.
-
E si – rispose la figlia – Giulia dovrebbe essere all'asilo, ma
oggi a causa della pioggia di questi giorni hanno chiuso la scuola e
io e Roberto dobbiamo andare al lavoro. Potresti tenerla con te
almeno per la mattina? Se non ti da troppo disturbo, papà. Disse la
mamma di Giulia sapendo che il padre era tanto affezionato alla
nipotina che avrebbe fatto di tutto per tenerla con se.
-
Ma naturalmente! Ma solo se Giulia vuol stare da me. Rispose il nonno
guardando negli occhi la nipotina.
-
Certissimamente si! Urlò Giulia per la contentezza.
-
Bene, allora accomodati. Stavo giusto preparandomi per andare a
prendere un bel libro in biblioteca, oggi mi accompagnerai e vedrai
che ci divertiremo un mondo.
-
Si si, ciao mamma. Ci vediamo questa sera. Aggiunse Giulia baciando
la mamma sulla guancia.
-
Si, a stasera, aggiunse il nonno.
-
Grazie papà, non so come ringraziarti. Disse la mamma di Giulia e
salì in macchina per andare a lavorare. Quando tutti e due i
genitori lavorano ogni imprevisto può diventare un guaio. Per
fortuna che ci sono i nonni vicino.
-
Allora piccola mia, sei mai stata in una biblioteca? Chiese il nonno
conoscendo già la risposta.
-
No no, cos'è una briblioteca?
-
Una biblioteca è un posto stupendo pieno pieno di libri di tutti i
tipi. Libri che parlano di avventure, di animali, di storia e anche
tanti libri per bambini.
- Ci sono anche le storie di Gionzo l'estronauta? Chiese Giulia con una strana luce negli occhi.
-
E no, il nostro amico estronauta non è così famoso. Chissà, forse
un giorno...
-
Io sono sicura che un giorno anche Gionzo avrà un posto in questa
briblioteca. Disse Giulia continuando a sbagliare la pronuncia.
-
Può darsi, ora andiamo a prendere qualche libro e poi ci sediamo al
parco a guardare gli animali, che ne pensi?
-
Va bene nonnino, come vuoi tu. Però al parco mi racconti un'altra
storia dell'estronauta, va bene?
-
Perfetto. Disse il nonno. La biblioteca era vicina al parco per cui
non dovevano fare tanta strada. Giulia si accomodò sulle spalle del
nonno e di tanto in tanto gli tirava i capelli per non cadere. Non
stava mai ferma un attimo e non smetteva mai di parlare, salvo quando
ascoltava le storie di Gionzo, allora stava in silenzio e ascoltava
registrando tutto.
-
Eccoci arrivati in biblioteca. Disse il nonno – ora devi fare
silenzio. In biblioteca ci sono tante persone che studiano e non
bisogna parlare per non disturbarli – Prima andiamo a vedere il
reparto delle storie per bambini, ci sono tante belle storie con
tanti disegni. Ecco un bel libro di fiabe, vuoi sfogliarlo? -
Aggiunse il nonno tendendo alla nipotina un libro ricco di
illustrazioni con un gattone con gli stivali disegnato nella
copertina.
-
Si si – disse Giulia prendendo il libro a testa in giù e cercando
di aprirlo – però io ancora non so leggere.
-
Al parco ti leggo una storia...
-
No no, al parco mi racconti la storia di Gionzo – disse Giulia
restituendo il libro al nonno – questo lo mettiamo a posto, io ho
già le mie favole – Aggiunse soddisfatta.
-
Come vuoi tu piccola mia. Sarà per un'altra volta. Ora andiamo un
attimo da quel signore laggiù e poi andiamo via – disse il nonno
indicando il bibliotecario. Si chiamava Carlo ed era un omone grande
e grosso con due baffi lunghissimi e tutti arruffati.
-
Buon giorno Carlo, oggi ti faccio conoscere la mia nipotina Giulia.
Vedrai che quando crescerà e imparerà a leggere sarà una tua
fedele cliente. E mentre parlava indicava la nipotina. Carlo, il
bibliotecario, si chinò per salutarla come faceva l'estronauta sulla
luna.
-
Ciao signor bribliotecario. Il nonno mi ha detto che tu custodisci
tutti i libri. Però mi ha detto che non hai le storie di Gionzo
l'estronauta. Se vuoi che io diventi una tua cliente dovrai
procurartele però. Disse Giulia con convinzione.
-
Naturalmente signorinella - Rispose Carlo il bibliotecario senza
capire troppo ma con un sorriso che era tutto un programma.
-
Ora andiamo disse il nonno prendendo il suo libro e stringendo la
mano all'amico.
-
Tornate presto. Disse Carlo mentre nonno e nipotina si allontanavano.
-
Ecco il parco, quella panchina mi sembra ottima. Vieni, siediti qui
perché ora inizia la storia di Gionzo. Se ben ricordo ieri sera
Gionzo si trovava nei pressi del mulino dei Numeri frazionari.
Ebbene, dopo aver spiegato loro come si bloccavano le forme di
formaggio di Capraspina ripartì alla scoperta delle sorgenti del
fiume di ricotta. Cammina cammina, ad un tratto si trovo in una
enorme pianura nella quale, da lontano si intravvedevano alcune
strane abitazioni.
-
Perchè erano strane? Chiese Giulia al nonno.
-
Cosa diresti tu se le case fossero a forma di torta, con tanto di
candeline sopra al posto dei comignoli? - Giulia cominciò a ridere –
e se ti dicessi che le strade erano fatte di zucchero a velo? C'era
un parco in cui gli alberi sembravano delle enormi succulente
liquirizie...
-
Ma dai nonno, non è possibile. Disse Giulia ridacchiando – le
liquirizie non sono così grandi! Aggiunse con fermezza.
-
Lo so, ma io ti racconto quello che mi ha raccontato
Giovanbattistamarialorenzo, se non ti va devi dirlo a lui. Disse il
nonno facendo finta di essere offeso.
-
Dai nonnino, stavo scherzando. Sono certa che se Gionzo ha visto
quegli alberi di liquirizia vuol dire che esistono. Non ti
arrabbiare.
-
Va bene, non mi sono offeso. Dunque dicevo che gli alberi sembravano
delle liquirizie e, lungo la strada si trovavano tanti piccoli
panettoni che servivano da panchine. Gionzo e Ruggero si avvicinarono
al paese ma non si vedeva nessuno così decisero di bussare alla
porta della prima casa. Era una torta bellissima. Volevo dire che era
una casa che assomigliava ad una torta bellissima, il tetto sembrava
fatto di pasta sfoglia e le finestre erano di cioccolato, come anche
la porta.
-
Che delizia. Disse Giulia interrompendo il nonno ancora una volta.
-
Il padrone di casa aprì la porta proprio mentre Gionzo stava per
bussare e, trovandoselo di fronte, Gionzo fece un salto indietro
dallo spavento.
-
Chi sei, - disse l'ometto– strano essere con il casco? Ti sei forse
perso? Se posso fare qualcosa devi solo chiedere – aggiunse con
cortesia dopo essersi ripreso dallo spavento constatando che non
c'era alcun pericolo.
-
Buon giorno, mi chiamo Gionzo e sono un estronauta. Dove siamo
capitati? Che strano paese è mai questo? Domandò Gionzo dopo aver
visto che il suo interlocutore sembrava un cannolo siciliano che lo
guardava con due occhietti piccoli piccoli che sembravano due uvette
passe.
-
un cannolo siciliano? Che bontà. Disse Giulia con l'acquolina in
bocca. - Nonno, mi compri un dolcetto alla bancarella? E mentre
parlava indicava la bancarella dei dolci che si trovava all'ingresso
del parco.
-
Va bene, andiamo a prendere i dolcetti allora. Ma solo una ciambella.
Tornati alla panchina con una ciambella e un pacco di caramelle, il
nonno continuò il suo racconto.
-
Accomodati pure Gionzo, tu e il tuo amico Camaleone siete i
benvenuti. Posso offrirti un the con i pasticcini? Noi Cannoli a
quest'ora prendiamo il the generalmente. A proposito, che distratto,
io mi chiamo Vito e sono un Cannolo del paese di Ricottella – e
mentre parlava faceva strada fino al salotto. Tutti si accomodarono
sulle comode poltrone simili ai panettoni e il the fu servito da
Gina, la moglie del signor Vito.
-
Grazie per l'ospitalità. - Disse Gionzo con un inchino – sono in
cerca di informazioni. Sapete dirmi il nome del fiume di ricotta e se
le sorgenti distano tanto ancora? E' ormai diversi giorni che
camminiamo ma delle sorgenti neppure l'ombra. - aggiunse Gionzo
sconsolato.
-
Le sorgenti del fiume? Purtroppo non saprei dirti. Il fiume Ricotta
(come altro avrebbe potuto chiamarsi infatti) è il fiume più grande
della luna e le sue sorgenti non sono mai state esplorate. Rispose il
signor Vito dispiaciuto – Mi dispiace non poterti aiutare in
questo. Però posso raccontarvi una leggenda che si raccontava quando
ero un piccolo cannolo e scorrazzavo per le contrade senza
preoccupazioni.
-
Sarà un piacere ascoltarvi signor Vito. Lo interruppe l'estronauta.
E complimenti per i biscotti, sono buonissimi.
-
Nonno, non mangiare le mie caramelle! Intervenne Giulia vedendo il
nonno che continuava a prendere le sue caramelle dalla busta.
-
Scusa piccola ma sono così buone. Il signor Vito iniziò il
racconto.
-
Si racconta che il fiume esista dalla notte dei tempi e che nasca in
un luogo molto lontano che si chiama paese dei Calderoni giganti. Da
uno di questi calderoni giganti proviene la ricotta che cadendo fuori
dall'orlo ha creato il fiume che avete visto anche voi.
-
Un calderone gigante? Urlò Giulia tutta felice pregustando le nuove
avventure. Nonno, andiamo nel paese dei calderoni giganti anche noi?
-
Non so se il paese esiste veramente – disse il nonno – il signor
Vito dice che si tratta solo di una leggenda.
Aggiunse
il nonno parlando ormai da solo mentre la nipotina, alzatasi dalla
panchina, correva appresso ad uno scoiattolo urlando: -
Scogliattolino bello fermati un attimo che ti do' da mangiare...
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo