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giovedì 27 febbraio 2014

La leggenda del fiume Ricotta (Undicesimo episodio)

- Ciao nonnino! - Urlò Giulia saltando addosso al nonno non appena la porta si aprì – io e la mamma abbiamo deciso di farti una sorpresa.
- Vedo, vedo, cosa ci fate qui a quest'ora? Non dovresti essere all'asilo signorinella? Disse il nonno con stupore.

- E si – rispose la figlia – Giulia dovrebbe essere all'asilo, ma oggi a causa della pioggia di questi giorni hanno chiuso la scuola e io e Roberto dobbiamo andare al lavoro. Potresti tenerla con te almeno per la mattina? Se non ti da troppo disturbo, papà. Disse la mamma di Giulia sapendo che il padre era tanto affezionato alla nipotina che avrebbe fatto di tutto per tenerla con se.

- Ma naturalmente! Ma solo se Giulia vuol stare da me. Rispose il nonno guardando negli occhi la nipotina.

- Certissimamente si! Urlò Giulia per la contentezza.

- Bene, allora accomodati. Stavo giusto preparandomi per andare a prendere un bel libro in biblioteca, oggi mi accompagnerai e vedrai che ci divertiremo un mondo.

- Si si, ciao mamma. Ci vediamo questa sera. Aggiunse Giulia baciando la mamma sulla guancia.

- Si, a stasera, aggiunse il nonno.

- Grazie papà, non so come ringraziarti. Disse la mamma di Giulia e salì in macchina per andare a lavorare. Quando tutti e due i genitori lavorano ogni imprevisto può diventare un guaio. Per fortuna che ci sono i nonni vicino.

- Allora piccola mia, sei mai stata in una biblioteca? Chiese il nonno conoscendo già la risposta.

- No no, cos'è una briblioteca?

- Una biblioteca è un posto stupendo pieno pieno di libri di tutti i tipi. Libri che parlano di avventure, di animali, di storia e anche tanti libri per bambini.

- Ci sono anche le storie di Gionzo l'estronauta? Chiese Giulia con una strana luce negli occhi.

- E no, il nostro amico estronauta non è così famoso. Chissà, forse un giorno...

- Io sono sicura che un giorno anche Gionzo avrà un posto in questa briblioteca. Disse Giulia continuando a sbagliare la pronuncia.

- Può darsi, ora andiamo a prendere qualche libro e poi ci sediamo al parco a guardare gli animali, che ne pensi?

- Va bene nonnino, come vuoi tu. Però al parco mi racconti un'altra storia dell'estronauta, va bene?

- Perfetto. Disse il nonno. La biblioteca era vicina al parco per cui non dovevano fare tanta strada. Giulia si accomodò sulle spalle del nonno e di tanto in tanto gli tirava i capelli per non cadere. Non stava mai ferma un attimo e non smetteva mai di parlare, salvo quando ascoltava le storie di Gionzo, allora stava in silenzio e ascoltava registrando tutto.

- Eccoci arrivati in biblioteca. Disse il nonno – ora devi fare silenzio. In biblioteca ci sono tante persone che studiano e non bisogna parlare per non disturbarli – Prima andiamo a vedere il reparto delle storie per bambini, ci sono tante belle storie con tanti disegni. Ecco un bel libro di fiabe, vuoi sfogliarlo? - Aggiunse il nonno tendendo alla nipotina un libro ricco di illustrazioni con un gattone con gli stivali disegnato nella copertina.

- Si si – disse Giulia prendendo il libro a testa in giù e cercando di aprirlo – però io ancora non so leggere.

- Al parco ti leggo una storia...

- No no, al parco mi racconti la storia di Gionzo – disse Giulia restituendo il libro al nonno – questo lo mettiamo a posto, io ho già le mie favole – Aggiunse soddisfatta.

- Come vuoi tu piccola mia. Sarà per un'altra volta. Ora andiamo un attimo da quel signore laggiù e poi andiamo via – disse il nonno indicando il bibliotecario. Si chiamava Carlo ed era un omone grande e grosso con due baffi lunghissimi e tutti arruffati.

- Buon giorno Carlo, oggi ti faccio conoscere la mia nipotina Giulia. Vedrai che quando crescerà e imparerà a leggere sarà una tua fedele cliente. E mentre parlava indicava la nipotina. Carlo, il bibliotecario, si chinò per salutarla come faceva l'estronauta sulla luna.

- Ciao signor bribliotecario. Il nonno mi ha detto che tu custodisci tutti i libri. Però mi ha detto che non hai le storie di Gionzo l'estronauta. Se vuoi che io diventi una tua cliente dovrai procurartele però. Disse Giulia con convinzione.

- Naturalmente signorinella - Rispose Carlo il bibliotecario senza capire troppo ma con un sorriso che era tutto un programma.

- Ora andiamo disse il nonno prendendo il suo libro e stringendo la mano all'amico.

- Tornate presto. Disse Carlo mentre nonno e nipotina si allontanavano.

- Ecco il parco, quella panchina mi sembra ottima. Vieni, siediti qui perché ora inizia la storia di Gionzo. Se ben ricordo ieri sera Gionzo si trovava nei pressi del mulino dei Numeri frazionari. Ebbene, dopo aver spiegato loro come si bloccavano le forme di formaggio di Capraspina ripartì alla scoperta delle sorgenti del fiume di ricotta. Cammina cammina, ad un tratto si trovo in una enorme pianura nella quale, da lontano si intravvedevano alcune strane abitazioni.

- Perchè erano strane? Chiese Giulia al nonno.

- Cosa diresti tu se le case fossero a forma di torta, con tanto di candeline sopra al posto dei comignoli? - Giulia cominciò a ridere – e se ti dicessi che le strade erano fatte di zucchero a velo? C'era un parco in cui gli alberi sembravano delle enormi succulente liquirizie...

- Ma dai nonno, non è possibile. Disse Giulia ridacchiando – le liquirizie non sono così grandi! Aggiunse con fermezza.

- Lo so, ma io ti racconto quello che mi ha raccontato Giovanbattistamarialorenzo, se non ti va devi dirlo a lui. Disse il nonno facendo finta di essere offeso.

- Dai nonnino, stavo scherzando. Sono certa che se Gionzo ha visto quegli alberi di liquirizia vuol dire che esistono. Non ti arrabbiare.

- Va bene, non mi sono offeso. Dunque dicevo che gli alberi sembravano delle liquirizie e, lungo la strada si trovavano tanti piccoli panettoni che servivano da panchine. Gionzo e Ruggero si avvicinarono al paese ma non si vedeva nessuno così decisero di bussare alla porta della prima casa. Era una torta bellissima. Volevo dire che era una casa che assomigliava ad una torta bellissima, il tetto sembrava fatto di pasta sfoglia e le finestre erano di cioccolato, come anche la porta.

- Che delizia. Disse Giulia interrompendo il nonno ancora una volta.

- Il padrone di casa aprì la porta proprio mentre Gionzo stava per bussare e, trovandoselo di fronte, Gionzo fece un salto indietro dallo spavento.

- Chi sei, - disse l'ometto– strano essere con il casco? Ti sei forse perso? Se posso fare qualcosa devi solo chiedere – aggiunse con cortesia dopo essersi ripreso dallo spavento constatando che non c'era alcun pericolo.

- Buon giorno, mi chiamo Gionzo e sono un estronauta. Dove siamo capitati? Che strano paese è mai questo? Domandò Gionzo dopo aver visto che il suo interlocutore sembrava un cannolo siciliano che lo guardava con due occhietti piccoli piccoli che sembravano due uvette passe.

- un cannolo siciliano? Che bontà. Disse Giulia con l'acquolina in bocca. - Nonno, mi compri un dolcetto alla bancarella? E mentre parlava indicava la bancarella dei dolci che si trovava all'ingresso del parco.

- Va bene, andiamo a prendere i dolcetti allora. Ma solo una ciambella. Tornati alla panchina con una ciambella e un pacco di caramelle, il nonno continuò il suo racconto.

- Accomodati pure Gionzo, tu e il tuo amico Camaleone siete i benvenuti. Posso offrirti un the con i pasticcini? Noi Cannoli a quest'ora prendiamo il the generalmente. A proposito, che distratto, io mi chiamo Vito e sono un Cannolo del paese di Ricottella – e mentre parlava faceva strada fino al salotto. Tutti si accomodarono sulle comode poltrone simili ai panettoni e il the fu servito da Gina, la moglie del signor Vito.

- Grazie per l'ospitalità. - Disse Gionzo con un inchino – sono in cerca di informazioni. Sapete dirmi il nome del fiume di ricotta e se le sorgenti distano tanto ancora? E' ormai diversi giorni che camminiamo ma delle sorgenti neppure l'ombra. - aggiunse Gionzo sconsolato.

- Le sorgenti del fiume? Purtroppo non saprei dirti. Il fiume Ricotta (come altro avrebbe potuto chiamarsi infatti) è il fiume più grande della luna e le sue sorgenti non sono mai state esplorate. Rispose il signor Vito dispiaciuto – Mi dispiace non poterti aiutare in questo. Però posso raccontarvi una leggenda che si raccontava quando ero un piccolo cannolo e scorrazzavo per le contrade senza preoccupazioni.

- Sarà un piacere ascoltarvi signor Vito. Lo interruppe l'estronauta. E complimenti per i biscotti, sono buonissimi.
- Nonno, non mangiare le mie caramelle! Intervenne Giulia vedendo il nonno che continuava a prendere le sue caramelle dalla busta.
- Scusa piccola ma sono così buone. Il signor Vito iniziò il racconto.
- Si racconta che il fiume esista dalla notte dei tempi e che nasca in un luogo molto lontano che si chiama paese dei Calderoni giganti. Da uno di questi calderoni giganti proviene la ricotta che cadendo fuori dall'orlo ha creato il fiume che avete visto anche voi.
- Un calderone gigante? Urlò Giulia tutta felice pregustando le nuove avventure. Nonno, andiamo nel paese dei calderoni giganti anche noi?
- Non so se il paese esiste veramente – disse il nonno – il signor Vito dice che si tratta solo di una leggenda.

Aggiunse il nonno parlando ormai da solo mentre la nipotina, alzatasi dalla panchina, correva appresso ad uno scoiattolo urlando: - Scogliattolino bello fermati un attimo che ti do' da mangiare...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

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