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sabato 18 agosto 2007

Un nuovo collaboratore, Alessandro Ezzis.

Salve a tutti, amici e lettori dell'accademia.
Oggi vi presento un nuovo collaboratore, Alessandro Ezzis.
Appassionato di lingue straniere e di viaggi ci propone la traduzione di un articolo sulla Sardegna tratto dal sito di viaggi e turismo http://italy.destinations.ru/sardinia in lingua russa. Voi direte, che senso ha? Ci sono tante cose scritte in italiano sulla Sardegna... Concordo, ma la cosa interessante è proprio questa: “Capire come ci vedono gli altri”... per, eventualmente, migliorare la nostra immagine!
Ben arrivato, Alessandro.
E a voi tutti... buona lettura!

Sardegna


La Sardegna è per dimensione la seconda isola del Mar Mediterraneo, regione italiana a statuto autonomo con una popolazione di 1.250.000 abitanti e una dimensione di 24.090 m2 situata tra l’Italia, la Spagna e la Tunisia, si trova nei pressi della Corsica.
La regione della Sardegna, il cui capoluogo è la città di Cagliari, è suddivisa in otto province: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano.
Disposta nel centro del Mar Mediterraneo, la Sardegna è uno dei luoghi più noti, sia per gli amanti degli sport acquatici che come località di riposo (sulle spiagge), non soltanto per la bellezza della natura o per la posizione geografica dell’isola, ma grazie anche alla sua storia, la quale ha inizio nei tempi antichi.
All’inizio, nell’era nuragica, nel 1500 a.c. circa, l’isola era conosciuta con il nome di Ichnusa, per altri era nota come Sandalia, probabilmente per la forma dell’isola che ricorda l’impronta di un piede.
L’isola fu sottoposta e diverse dominazioni, romani, fenici, spagnoli e francesi e grazie a questo processo di civilizzazione ora la Sardegna colpisce e meraviglia i turisti.
La Sardegna dei giorni nostri è il luogo prediletto di villeggiatura per le famiglie agiate italiane ( i prezzi sono abbastanza elevati). Questa sorprendente isola è particolarmente conosciuta da tutti gli italiani per le proprie spiagge così pulite e poco affollate. L’isola è anche nota per la bellezza delle città costiere e per le magnifiche rovine archeologiche.
I turisti vengono attirati in modo straordinario da due zone: la Costa Smeralda e il Gennargentu.
In questa isola c’è sempre qualcosa da fare o da vedere: si possono vedere i cavalli selvatici , i fenicotteri e le foche.
Potete facilmente andare a pesca (sia di giorno che di notte), passeggiare per le città, visitare antiche rovine romane e grotte mistiche (tra le quali la più nota è la grotta nuova, che si trova nella parte orientale nei pressi di Cala Gonone), rimanere incantati ad osservare i paesaggi dell’isola o rilassarsi in uno dei numerosi luoghi della costa.
Nella Sardegna è possibile, in tutta libertà praticare gli sport veristici, la pesca subacquea e lo sci nautico.
Se vi allontanate dalle coste dell’isola in barca potrete vedere gli effetti di colore delle rocce costiere che variano dal nero al color basalto, dall’argento al color granito a tutte le tonalità di rosso. In tal senso è notevole citare la spiaggia di porto Ferro.
Caratteristiche città sarde sono Nuoro, Oristano - caratterizzata dalle rovine della vicina città di Tharros e Porto Torres con il suo Tempio della Dea della fortuna.
A Cagliari, la maggiore città dell’isola, si possono visitare musei archeologici di rilevanza nazionale, dove sono custoditi reperti preistorici costituiti in particolare da lapidi funerarie e altre testimonianze dell’epoca fenicia e romana.
Un’altra interessante città è Alghero con le sue imponenti architetture e la sua cultura catalana, come è a suo modo impressionante la fortezza denominata Su Nuraghe situata a 60 km a nord di Cagliari.
Merita particolare attenzione la città di Olbia che è la porta della Costa Smeralda, una delle località di villeggiatura più nota (per gli elevati prezzi) d’Europa.
La località di villeggiatura della Costa Smeralda - lussuosa e opulenta - benché non destinata ai turisti “normali” merita una breve sosta.
Una visita alla città di Nuoro stupirà coloro che vogliono ammirare i monti del Gennargentu e godere del piacere delle antiche tradizioni e manifestazioni del luogo.
I paesaggi della Sardegna sono cosparsi dalle tradizioni costruzioni dell’antica civiltà nuragica. Queste uniche costruzioni in pietra sono certamente da visitare. Pur tuttavia raggiungere i siti in cui si trovano i resti della civiltà nuragica non è semplice, a causa della posizione isolata in cui sono collocati.
Nei negozi delle località sarde è possibile acquistare raffinati pizzi, oggetti in legno,tappeti e anche un miele amaro di color rame che viene raccolto in autunno quando si trovano fiori con il polline amaro.
Per pranzo provate il tradizionale piatto “porcheddu” – il maialino arrosto.
Gli abitanti della Sardegna sono rinomati per la loro spontanea ospitalità, e come tutti gli isolani bramano il contatto con tutto il mondo, per questo motivo le persone frequentano la Sardegna. Venite qui, sarà una indimenticabile vacanza, scoprirete uno dei luoghi più belli e unici della terra.

Alessandro Ezzis

giovedì 16 agosto 2007

Candu ses tristu...

Candu ses tristu non penzisti po tui
ni po sa zente tua
ma penza po tottu cussus
ca no teninti mancu pani.

Chi ses alligru no penzisti po tui
ni po is amigus tuusu,
ma penza po sa zenti
chi no tenidi alligria.

Chi ses poboru o arriccu
no penzisti po chini ista' mellus,
ma penza ca cià zenti
chi est morendi...

Questa breve poesia,
scritta tanti anni fa in lingua sarda,
è semplicemente un invito... ad essere seri, ad essere "Umani"...
Umanità... mi sembra che sia sparita dalla faccia della terra!
Ecco la traduzione:

"Quando sei triste non pensare a te stesso...
né alla tua gente,
ma pensa a tutti coloro
che non hanno da mangiare.

Se sei felice, non pensare a te stesso...
né ai tuoi amici
ma pensa a coloro
che non sanno cos'è la felicità.

Se sei povero o ricco,
non pensare a chi sta meglio
ma pensa che c'è gente che sta morendo...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
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Inglese (di Louise Bonzoni): When you're sad ...
Francese (di Louise Bonzoni): Quand tu es triste...
Francese (di Roberto Boccalatte): Quand tu es triste...
Francese (di Ennio Salomoni): Quand tu es triste...
Spagnolo (di Giovannina Pietraroia): Cuando estas triste.....
Portoghese (di Giovannina Pietraroia): Quando você estiver triste ...
Catalano (di Giovannina Pietraroia): Quan estiguis trist ...
Tedesco (di Luca Monaco): Wenn Du traurig bist ...
Napoletano (di Roberto Boccalatte): Si stai triste…..
Siciliano (di Tanto Per Campà): Quannu sì tristi
Polacco (grazie a Luca Monaco): Gdy jesteś smutny...
Lettone (grazie a Luca Monaco): ja tu esi skumjs, par sevi nedoma
Sardo Olianese (di Luca Lapia): Ando ses arraiolau
Olandese (di Nadia Conti): Als je verdrietig bent ...
Brindisino (di Rosa Cassese): Quann stè trist...

mercoledì 15 agosto 2007

Roma Termini...

(e il servizio pubblico che non c'è!)
I servizi igienici, si sa, dopo le pizzerie al taglio ed i Bar/caffè sono i locali più frequentati di Roma... ed essendo molto frequentati, purtroppo, si sporcano tanto!
Niente di nuovo... direte... ma non è così!
Alla stazione ferroviaria di Roma Termini hanno risolto una volta per tutte il problema dei bagni sporchi... Come?
Semplice... se ti scappa... devi pagare!
70 centesimi... dico io... quasi millecinquecentolire de na vorta... direbbe un romano de Roma!
Si... direte, basta andare al bar, prendersi un caffè o un cappuccino e il problema è risolto...
Ma neanche per idea! Ribatto, se andate la bar, o da Mc Donald o da Spizzico e ordinate qualcosa... e poi vi scappa... e avete l'ardire di chiedere dove si trova il bagno, vi sentirete rispondere innocentemente... "Non c'è... ma ci sono i bagni pubblici...".
Seguiranno le indicazioni precise per raggiungere i bagni pubblici a "PAGAMENTO", sempre quelli da 70 centesimi!!!
E così, per una famiglia di tre persone, in caso di gita a Roma mettete pure in conto la "Soprattassa Capitolina"... 2,10 euro!
Ma un tempo non c'era una legge che obbligava i locali quali i bar e ristoranti a fornire il servizio igienico gratuito?!?
In tutta Italia forse è così... ma a Roma... beh, a Roma se ne può fare a meno, non pensate?
E poi, sono più che sicuro che se si dovesse andare a fondo risulterebbe che è tutto in regola, che la legge c'è ma esistono le clausole... le eccezioni... i casi particolari... i motivi di ordine pubblico... la salute pubblica... e chi più ne ha più ne metta... ma alla fine, il pubblico cittadino, quello che paga le tasse... deve PAGARE!
Ma mi chiedo, i nostri rappresentanti, quei signori politici che, purtroppo, abbiamo votato noi... non vanno mai in bagno alla Stazione Termini?
Egregio signor Sindaco di Roma, ridia un po di dignità alla sua città... che almeno i servizi igienici siano gratuiti per tutti! Ci guadagneremo tutti e anche la città... perché chi non può pagare non si fa tanti scrupoli e così dagli angoli neanche troppo nascosti della stessa stazione Termini si elevano verso i nostri nasi olezzi inconfondibili di umanità... dei quali, noi pendolari che ci passiamo davanti tutti i giorni, faremo volentieri a meno!

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

martedì 14 agosto 2007

Una nuova collaboratrice dell'Accademia... Sabrina

Salve a tutti voi, lettori,
solo due righe per presentavi Sabrina Bologni, la nostra nuova collaboratrice... Ma chi è Sabrina?
Sabrina è l'autrice del sito "Antico Egitto di Iside", è Guida Dada di "Storia, Antico Egitto e Piemonte"... e, come già detto, è la nostra nuova collaboratrice... che, spero, ci aiuterà a conoscere meglio l'Egitto e la sua "Storia"... ma ho già usato troppe parole, eccovi il suo primo pezzo!




La leggenda di Iside e Osiride

Iside era sposa e sorella di Osiride.
A lei si doveva l'istituzione della famiglia e l'insegnamento alle donne della tessitura e del ricamo.
I due sposi regnavano felici sull'Egitto. Ma la sorte aveva in serbo una sorpresa per loro.
Il loro malvagio fratello Seth, geloso del loro successo aveva ordito un inganno ai danni del fratello Osiride. Aveva fatto preparare un ricco scrigno, promettendo che ne avrebbe fatto dono a chiunque, entrandovi, l'avesse occupato interamente con il proprio corpo.
Lo scrigno aveva le misure esatte di Osiride. Osiride cadde nel tranello ed entrò nello scrigno-trappola preparato per lui. Subito Seth e i suoi complici serrarono il coperchio e gettarono lo scrigno nel Nilo.
A questo punto cominciarono le peregrinazioni di Iside alla ricerca del corpo del marito. Durante uno dei suoi viaggi venne a sapere che lo scrigno era stato trasportato dalla corrente del Nilo fino al mare. Qui, giunto a Biblo, si era arenato vicino a un cespuglio. Il cespuglio, come per incanto, si era allora trasformato in una splendida acacia, racchiudendo nel suo tronco lo scrigno. Il re di Biblo aveva visto l'albero e l'aveva fatto tagliare, ricavandone una colonna per il suo palazzo. Iside, giunta a Biblo, tutte le notti si trasformava in rondine e svolazzando intorno alla colonna lanciava gridi strazianti a cui però nessuno faceva caso.
Allora, dopo essere divenuta governante del figlioletto del re, riuscì ad avere in dono lo scrigno. Apertolo cercò di ridare vita allo sposo, ma invano. E' in questo momento che rimase fecondata da Osiride, quando, trasformatasi in falco, fece vento con le ali sul corpo senza vita dello sposo. Nascose allora la bara a Buto, in un luogo paludoso. Ma il malvagio Seth, mentre andava a caccia, trovò la bara del fratello e lacerò il corpo in quattordici pezzi che poi disperse.
Iniziò allora la ricerca di Iside delle parti del cadavere dello sposo. Furono tutte recuperate tranne il membro virile, mangiato dall'ossirinco del Nilo. In ognuna delle città dove furono recuperate le parti del corpo di Osiride sorse un tempio. Ricomposto il corpo di Osiride sì cercò di ridargli la vita. Il tentativo riuscì a metà, perché Osiride ricominciò a regnare ma non più sulla terra, bensì sul "Sito che è oltre l'Occidente", l'oltretomba.
Sabrina Bologni

lunedì 13 agosto 2007

Cixireddu e s'ascina...

(ovvero: “non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te stesso...”)

C'era una volta, in paese, un ragazzino piccolo e magro che, per il suo fisico, veniva chiamato cixireddu(1)...
Cixireddu era troppo piccolo per poter fare lavori pesanti e così, in quel periodo, era guardiano di una vigna.
Quando la gente del paese passava la vicino e gli chiedeva un trone(2) lui diceva che non poteva perché il padrone della vigna li aveva contati uno per uno... e la stessa risposta era data a chi gli chiedeva uno scricchillone(3) o un pibione(4).
E la storia era sempre la stessa per tutti. Cixireddu cercava di far bene il suo lavoro ma questo faceva arrabbiare i paesani e, alcuni di essi, cominciarono ad odiarlo...
Così un giorno, uno dei più cattivi, esasperato dalla solita risposta, decise di catturare Cixireddu e di fargliela pagare... Così, con l'aiuto della moglie, catturò Cixireddu e lo rinchiuse dentro una cassa con l'intenzione di ingrassarlo per poi farlo arrosto.
Ogni giorno Cixireddu veniva nutrito, quindi gli veniva chiesto di mostrare un dito dal buco che si trovava su un lato della cassa... dal dito si giudicava se stava ingrassando per decidere quando fosse arrivato il momento di mangiarlo... Un giorno un topolino entrò nella cassa e Cixireddu, acchiappatolo gli staccò la coda. Quando il carceriere venne a controllarlo lui sporse dal buco la coda del topo. Il carceriere, vedendolo così magro si lamentò con sua moglie e gli disse di aumentare le razioni... così Cixireddu veniva nutrito con quanto di meglio i suoi aguzzini potevano permettersi...
Un giorno una medrona(5) entrò nella cassa e Cixireddu, catturatala, le staccò la coda. Quando il suo aguzzino tornò a controllarlo, lui mostrò la coda del ratto. Visto che gli pareva fosse ingrassato, andò dalla moglie e gli disse “Domenica, mentre io sono a messa, lo ammazzi e me lo fai arrosto per pranzo”.
E così arrivò la domenica, la moglie aspettò che il marito uscisse per andare a messa, quindi aprì la cassa per uccidere Cixireddu che però fu più svelto di lei e la uccise, la fece a pezzi e la cucinò arrosto. Apparecchiò la tavola e si nascose in su stabi(6) e attese il ritorno del suo aguzzino che, quando tornò, trovando la tavola imbandita con l'arrosto ancora fumante decise di non aspettare la moglie... avrebbe mangiato da sola!
Così il carceriere cominciò a mangiare di gusto... finché sentì una voce... lontana... che diceva: “pappa... pappa... pappa pezza de pobidda tua...”(7)
L'aguzzino smise di mangiare... si guardò intorno... ma, non vedendo nessuno, continuò a mangiare di buona lena. Passò qualche minuto e la voce tornò più forte di prima...
“pappa... pappa... pappa pezza de pobidda tua...”
Questa volta la voce era chiara e proveniva dall'alto. Alzato lo sguardo, Cixireddu era li, appollaiato tra le travi del solaio...
“Cosa ci fai lassù? E come hai fatto a salire?” Disse con voce fioca... avendo capito cosa era successo... L'idea di salire lassù per vendicarsi... lo faceva sragionare...
Cixireddu gli rispose di aver accatastato delle sedie e di essersi arrampicato... Il carceriere, senza pensarci su due volte, fece lo stesso... ma, giunto quasi alla meta precipitò rovinosamente pestandosi per bene... Sempre più arrabbiato, chiese nuovamente a Cixireddu come avesse fatto ad arrampicarsi fin lassù... Cixireddu, gli disse allora di legare assieme degli spiedi e di arrampicarsi su di essi... Lo stupido, forse rintronato dalla caduta, gli diede retta e così, mentre si arrampicava scivolò e rimase infilzato nello spiedo che voleva usare per cuocere Cixireddu...
______________________________________
1. Cixireddu significa “piccolo cece”.

2. Per trone s'intende un grosso grappolo d'uva.

3. S'intende un piccolo grappolo d'uva.

4. Un acino d'uva.

5. Un grosso ratto.

6. Era il soffitto, vi si trovava di tutto, provviste, paglia, colombi e galline.

7. Mangia... mangia... mangia carne di tua moglie...

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

venerdì 10 agosto 2007

Questioni Naturali... Genetica?

Certo che è strano trovare certi parallelismi tra le conoscenze di due millenni fa e le nostre...
Eppure, come interpretare questo pezzo ?
"Come nel seme è compreso il principio informativo di tutto l'uomo futuro e il bambino non ancora nato racchiude in se il codice che presiede allo sviluppo della barba e dei capelli bianchi (vi sono infatti miniaturizzate e nascoste le linee fondamentali del corpo nel suo insieme e di ogni successivo sviluppo)... (Lucio Anneo Seneca, Questioni Naturali, [libro III-29,3])
Pare che tale osservazione provenisse dai filosofi greci conosciuti come Pitagorici, parliamo dunque di circa tra il VI e il IV secolo a.C.
Possibile?
Credo che non possano esserci dubbi in proposito!

Ma vediamo un'altra osservazione, tratta sempre da Seneca:
"Quella che segue è l'insostenibile opinione di Talete. Egli dice infatti che l'orbe terrestre è sostenuto dall'acqua e che è trasportato come un'imbarcazione e che, allorquando si dice che trema, in realtà fluttua per la mobilità dell'acqua..."
Poco chiaro... direte...
Ma se vi dicessi che quando nel Timeo di Platone si parla di acqua s'intende "stato liquido della materia"... e che con Orbe terrestre s'intende la crosta terrestre... beh, allora diverrebbe...
"Quella che segue è l'insostenibile opinione di Talete. Egli dice infatti che la crosta terrestre è sostenuta da materia fluida e che, allorquando si dice che trema, in realtà fluttua per la mobilità del fluido..."
E' ancora tanto insostenibile? Forse per Seneca ma per noi?
Ma come poteva, Talete, anche solo ipotizzare una cosa del genere?

Mistero...
Tutto ciò non fa che confermare quanto ho già sostenuto... in passato si avevano delle conoscenze scientifiche molto approfondite... conoscenze che poi sono andate perse...
Centra forse qualcosa il Diluvio Universale?
Chissà...
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo