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lunedì 6 gennaio 2014

Curiosità sui Caldei, dalla Collana degli antichi storici greci volgarizzati

Cari amici e amanti delle antichità, oggi ho ripreso alla mano il libro di Diodoro Siculo, Biblioteca Storica. La versione che possiedo comprende solo i primi tre libri per cui mi sono messo su internet e mi sono fatto aiutare da Google books per cercare i libri successivi.
Ho trovato una versione del 1820, tradotta dal Cavalier Compagnoni, e ho subito dato uno sguardo all'indice alla ricerca del libro IV.
Ho così scoperto molto presto che il volume comprendeva solo i primi due libri e stavo per abbandonare il libro per proseguire la ricerca quando mi sono reso conto che verso la fine si trovavano alcune aggiunte, dei chiarimenti e approfondimenti dell'autore della traduzione. Si trattava di un testo sulla cultura indiana in cui si parla dell'antichità dell'India, dei Bracmani e dei Bramini loro successori e di un altro testo col quale ho avuto già a cha fare qualche tempo fa, quella volta in lingua inglese, questa in italiano, sulle antichità caldaiche secondo Beroso, il titolo preciso è: "Memorie storiche e cronologiche intorno alle cose Caldaiche, Assirie, e Babilonesi secondo Beroso e gli scrittori più antichi che d'esse parlarono conforme trovansi compilate da Eusebio".
Questo argomento mi è sempre interessato e nonostante avessi già letto e scritto qualcosa (vedi Berosso: frammenti di storia caldea...) per curiosità ho dato uno sguardo e così mi sono reso conto che in questa versione vi si possono trovare delle informazioni che non conoscevo sul Diluvio Universale. Sperando che l'argomento interessi voi come me, eccovi alcuni pezzi, estratti sulla base dei miei interessi.
Dopo aver parlato di un essere mostruoso chiamato Oanne, in parte pesce e in parte uomo, portatore di insegnamenti divini, di cui ho già parlato nel precedente articolo, l'autore prosegue parlando di un tal Aloro, che pare sia stato il primo re dei Caldei...
"Sta dunque che dieci sole età si computassero da Aloro (vedi anche: sui re Caldei) che dicesi il primo loro re, fino a Sisutro (scritto anche Xisuthrus) sotto il quale dicono essere accaduto il gran diluvio. Anche ne' libri ebraici da Mosè pongonsi prima del diluvio dieci età: cioè anche dagli ebrei si notano in particolare altrettante successioni d'uomini, dal primo, che essi pongono, fino al diluvio. Ma la storia degli ebrei comprende gli anni delle dieci età entro il numero di quasi duemila anni; e gli Assirj, mentre descrivono minutamente, e successivamente le età, d'esse tengono il numero simile a quello, che ha tenuto Mosè; ma variano nei tempi, perché dicono che dieci età comprendono centoventi sari; e che da questi vengonsi a formare quarantatrè miriadi, e duemila anni"
In questo passo, come si può vedere, si paragona la durata delle età caldaiche alla durata delle età degli ebrei, indicate nei testi sacri. Un sari era un periodo di tempo di tremila seicento anni, anche se la cosa non è sicura, c'è infatti che pensa che si tratti di una cattiva interpretazione dei traduttori e che invece un sari corrisponda ad un anno.
"Finalmente dalle predette cose ci verrà fatto di vedere, che Sisutro è quel medesimo che gli Ebrei chiamano Noè, al cui tempo venne il gran diluvio, del quale anche la storia del Polistore parla. E così egli si esprime (Cap. III). Morto Otiarte, Sisutro regnò per diciotto sari, e sotto di lui venne il gran diluvio. - In tal modo poi continua. Dice che a lui apparve Saturno in sogno, e gli predisse che il giorno quindicesimo del mese desio gli uomini perirebbero per inondazione. che perciò ordinò che i libri tutti, cioè gli antichi, quelli de' tempi di mezzo, e quelli degli ultimi, sotterrasse in Sipari, città del Sole" (vedi anche: Berosso da Abideno...).
Interessante il riferimento al seppellire i libri antichi a Sipari, città del sole, chissà se di questa città è rimasta traccia...
La storia continua come quella di Noè, Sisutro costruì l'arca, vi fece salire sopra i parenti e gli animali, attese che cessasse il diluvio e mandò fuori gli uccelli...
L'arca si arenò in cima ad una montagna presso gli Armeni, uomini e animali ripresero a vivere rispettando gli dei. Una spedizione partì alla ricerca dei libri seppelliti a Sipari, città nei pressi di Babilonia, per restituirli agli uomini. I libri furono ritrovati...
Più avanti, si parla anche della costruzione della torre di babele, ma vediamo cosa scrive l'autore:
"Della fabbrica inoltre della torre parla il Polistore quasi alla lettera, come se ne parla nei libri di Mosè, ed ecco le parole sue. - Dice la Sibilla che tutti gli uomini parlanti una medesima lingua costrussero quell'altissima torre, onde salire in cielo: che Dio fortissimo soffiando un vento la rovesciò, e che li fece parlare differentemente l'un l'altro; e perciò la città essersi chiamata Babilonia. Poi dopo il diluvio essere vivuti Titano e Prometeo; e che Titano fece guerra a Saturno."
Sul significato di Babilonia l'autore aveva parlato in precedenza in una nota in cui dice che Babilonia non vuo dire altro che città di Dio o del padre di Dio, in quanto Belo significava Dio. Aggiunge alcune considerazioni sul fatto che i popoli antichi usavano consacrare le capitali dei loro regni. Nella nota parla anche di una città detta Genezareth in cui pare che si trovasse una splendida biblioteca.
Della guerra tra Titano e Saturno e della costruzione della torre di babele, l'autore riporta alcuni versi dei libri sibillini, che mi sono piaciuti e quindi anche io riporto:
"Contro l'ira del Nume, ove sia mai
che a danno de' mortali ancor s'accenda,
Ne' campi assirj immensa torre al cielo,
onde alle stelle ardenti adito farsi,
fabbricar essi; e non parlavan anco
lingue diverse. Ma l'Eterno, a' spirti
suoi ministri...
come da' venti il turbin vorticoso
a terra rovesciò l'ampio edifizio,
e ruppe de' concordi animi il voto,
a te per tanto fatto, o Babilonia,
venne nome famoso. Fu Saturno
allora, e fu Titano, e fu Japeto;
poichè messa discordia entro que' petti
le diverse si udian strane favelle"

E con queste parole per oggi concludo! A presto.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 4 gennaio 2014

Sulle biblioteche di Alessandria d'Egitto e di Menfi, dalla Bibliografia di Michele Denis

Precedenti:
 
 
Vediamo ancora qualche informazione sulle biblioteche più antiche. Questa volta le notizie sono tratte dal testo: "Bibliografia, di Michele Denis", pubblicato a Milano nel 1846.
Nel libro si parla della storia della scrittura, a partire dal mitico Adamo. A me interessa raccogliere qualche informazione sulle più antiche biblioteche e anche in questo caso ho trovato qualcosa di interessante sia sulla biblioteca di Alessandria che su quella più antica di Menfi, ma giudicate da voi:
 
          "La teologia o teurgia, l'astrologia e la fisica erano i principali argomenti dei più antichi lavori scientifici dell'Oriente. Senza dubbio si cominciò per tempo a raccoglierli, come Eusebio attesta specialmente in quanto ai Fenicj. In Diodoro trovasi come primo raccoglitore di essi Osimandua re d'Egitto, che molto acconciamente pose in fronte alla sua biblioteca l'epigrafe: Medicina dell'anima. Che poi da principio i libri si custodissero per lo più ne' tempj sotto l'ispezione de' sacerdoti, risulta anche dall'accusa fatta da Naucrate ad Omero d'aver involato l'Iliade e l'Odissea dal tempio Vulcano in Menfi, dove l'autrice loro, certa Fantasia, avevale deposte."
 
Che dire, ecco saltar fuori ancora una volta la biblioteca di Menfi e addirittura una accusa di furto o plagio dell'Iliade e dell'Odissea!
Quanto la cosa possa essere credibile non so, anche in considerazione del nome dell'autrice, Fantasia, ma la storia è sicuramente interessante.
Subito dopo l'autore comincia a parlare della biblioteca d'Alessandria, della sua nascita sotto Tolomeo Filadelfo e sulla ricchezza delle opere custodite, anche in questo caso trovo delle informazioni interessanti:
 
          "A meglio arricchirla poi venne intrapresa la traduzione della Bibbia in lingua greca per opera di 72 interpreti colà inviati dal sommo sacerdote Eleazaro dietro consiglio di Demetrio Falereo, allora esule da Atene, e bibliotecario di Tolomeo."
 
Secondo l'autore dunque, fin dalla nascita della biblioteca di Alessandria, vi sarebbe stata custodita anche la traduzione della Bibbia in lingua greca.
Secondo questo testo, il primo bibliotecario è proprio Demetrio Falereo, il consigliere del re Tolomeo, poi gli succedettero Zenodo da Efeso, Eratostene da Cirene, Apollonio d'Alessandria, ed Aristosseno: uomini meno celebri..."
La biblioteca doveva essere enorme, per contenere tante opere:
 
          "Cedreno dice che le sole traduzioni dal caldaico, dall'egiziano e dal latino ammontavano in essa a 100.000 volumi; Seneca fa ascendere il numero dei codici a 400.000; e A. Gellio a quasi 700.000: ma tutto andò in cenere quando Cesare entrò vittorioso in Alessandria; benché egli stesso e Irzio osservino su ciò il più perfetto silenzio."
 
Le altre notizie, tra cui anche le notizie sulle successive donazioni e distruzioni e concorrenza della biblioteca di Pergamo sono le stesse che ho già riportato nei precedenti articoli.
L'autore però nomina altre famose biblioteche, quella della città di Susa in Persia, quella di Cartagine.
 
Per tutti coloro che come me amano i libri, le biblioteche antiche sono un argomento affascinante...
credo proprio che l'argomento meriti di essere approfondito!
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 3 gennaio 2014

L'isola del tonal, di Carlos Castaneda

L'isola del tonal è uno dei dodici libri di Carlos Castaneda.
Qualche tempo fa' ho letto e recensito un altro dei suoi libri, Il potere del silenzio.
Le sue opere sono state scritte in quest'ordine e descrivono la strada percorsa dall'autore per diventare stregone yaqui:

1. Gli insegnamenti di don Juan: una via yaqui alla conoscenza (pubblicato in Italia anche col titolo "A scuola dallo stregone");
2. Una realtà separata;
3. Viaggio a Ixtlan;
4. L'isola del tonal;
5. Il secondo anello del potere;
6. Il dono dell'aquila;
7. Il fuoco dal profondo;
8. Il potere del silenzio;
9. L'arte di sognare;
10. Il lato attivo dell'infinito;
11. Tensegrità, passi magici;
12. La ruota del tempo.

La lettura è interessante, anche se molto particolare, un esempio per tutti:

"Come sapete - disse - il punto capitale per la stregoneria è il dialogo interno: è la chiave di tutto. Quando un guerriero ha imparato a interromperlo, tutto diviene possibile; i progetti più improbabili divengono fattibili. La via d'accesso a tutte le esperienze bizzarre e misteriose che avete avuto di recente, è stata la vostra capacità di smettere di parlare con voi stesso..."

Frase dal significato non proprio chiaro...

In questo libro Castaneda riassume tutto il percorso per completare la preparazione da stregone, dal momento in cui viene preso come apprendista al momento finale della separazione.
Vi sono delle cose molto particolari, come l'indicazione che "le farfalle notturne sono i messaggeri o, meglio ancora, i custodi dell'eternità..." o la spiegazione del significato dei termini "tonal" e "nagual" e di cosa significa essere uno stregone yaqui.
Il libro è molto interessante ma non semplice da leggere. Carlos Castaneda viene guidato da don Juan e da don Genaro attraverso una serie di esperienze difficili da descrivere e da credere...

Buona lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

lunedì 30 dicembre 2013

Il Signore degli Anelli, di J.R.R. Tolkien

Ho letto per la prima volta il romanzo fantasy "Il signore degli anelli" all'età di quindici anni.
Si trattava di un volume unico di mille cinquecento pagine quasi impossibile da tenere in mano.
Comprendeva anche "Lo Hobbit" come prima parte della storia. Ricordo ancora che stavo per soccombere alle trecento pagine dello Hobbit, l'idea era di abbandonare la lettura, troppo descrittiva e troppe poesie per i miei gusti di quei tempi. Poi, finalmente arrivò il bello della storia, il signore degli anelli!
Ricordo che lessi il libro quasi senza interruzioni anche se era periodo scolastico e quindi non potevo dedicarmi solo a quello. I personaggi erano affascinanti, le ambientazioni magiche, le battaglie cruente, il grande mago, Gandalf il grigio, semplicemente fantastico!
Nonostante la dimensione del libro, nel giro di qualche giorno lo restituii alla biblioteca di Isili.
Passò qualche anno e non appena ebbi uno stipendio "Il signore degli anelli" divenne parte importante della mia biblioteca, seguito dai racconti incompiuti. Ben prima che Peter Jackson e il suo staff producesse il film!
Ora, da questo natale, grazie a mia moglie e a mio figlio, anche il cofanetto dei film fa parte della mia collezione.
Complimenti al regista e allo staff per esser riusciti a trasformare in immagini le parole di un così grande scrittore! Anche se alcuni personaggi molto caratteristici possono essere apprezzati per intero solo nel testo scritto, è il caso di Tom Bombadil, per esempio, che parlava per mezzo di poesie...
Un omaggio a John Ronald Reuel Tolkien (nato nel Sudafrica britannico nel lontano 1892, morto in Inghilterra nel 1973), autore di una fantastica saga, che ha fatto sognare tante persone che ancora oggi lo ricordano.
Un omaggio alla sua opera, "Il Signore degli anelli", pubblicato nel 1954 e in Italia nel 1970.
Grazie John Ronald Reuel Tolkien, o più semplicemente J.R.R.Tolkien, grazie per tutto ciò che ci hai lasciato... una fantastica eredità che arricchisce il mondo e stimola la fantasia!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 27 dicembre 2013

Giordano Bruno, romanzo di Eugen Drewermann

Definirlo "romanzo" è un po riduttivo, quindi cercherò di spiegare di che si tratta e perché lo sto leggendo.
La parte più semplice consiste nel dire quali motivazioni mi spingono a leggere un romanzo su Giordano Bruno per cui inizio da qui!
Quando ho preso il libro in biblioteca non mi ero reso conto che si trattasse di un romanzo, solo poi, leggendo le prime pagine mi è sorto il dubbio. Io cercavo una biografia per capire meglio il personaggio e il suo tempo ed avvicinarmi alle sue opere, che è poi quello che faccio sempre con i grandi della storia.
Così, un po' ingannato dal titolo, mi sono informato sull'autore per capire quanto il romanzo potesse essere attendibile, quanto avrei potuto tener per buono del romanzo e quanto no, per poi decidere se andare avanti nella lettura o cercare un'altra biografia.
Eugen Drewermann, l'autore, ex sacerdote cattolico, allontanato dalla chiesa per le sue idee...
Cosa gli sarebbe accaduto se avesse vissuto nel 1500? Probabilmente avrebbe fatto la stessa fine di Giordano Bruno. Tanto mi basta per capire che forse vale la pena andare avanti nella lettura. Forse non si tratta proprio di un romanzo... in effetti il libro è un misto di pensieri e testi realmente scritti da Bruno e pensieri che sarebbero potuti essere i suoi.
Così proseguo nella lettura.
Giordano Bruno nasce a Nola col nome di Felipe (Filippo) nel 1548.
Qualche anno dopo, nel 1565 entra nell'ordine dei Domenicani e nel 1566 prende gli ordini e il suo nome diventa Giordano. Già da subito si manifestano i suoi dubbi e nel 1576, sospettato di eresia fugge e inizia la sua vita errabonda che lo porterà in giro per l'Europa, fino a Venezia, dove sarà tradito dal nobile Zuane Mocenigo e incarcerato dalla Santa Inquisizione.
Tradotto a Roma sarà condannato al rogo e giustiziato il 17 febbraio del 1600 a Roma, in Campo dei Fiori.
Giordano Bruno era un filosofo, e come tale cercava la verità, cercava di capire e questo lo condannò. Da lui si richiedeva solo fede!
Giordano Bruno conobbe le opere di Copernico, Avicenna, Telesio, Petrarca, Averroè, Fracastoro, Raimondo Lullo. Michele Serveto e fu lui stesso impegnato in prima persona nella diffusione della conoscenza. Per farlo si tolse l'abito da domenicano e insegnò nelle Università delle città che lo ospitavano. Poi un giorno il desiderio di tornare in Italia lo prese in trappola...
Ma, al di là della sua biografia sintetica, il libro è interessante per le considerazioni filosofiche e teologiche dell'autore, messe in bocca a Giordano, o forse sarebbe meglio dire "messe in bocca a Felipe":
"Giordano mette da parte Aristotele, dicevano, innalza la volontà al di sopra della conoscenza, definisce la comprensione una conseguenza dell'amore.", una frase che spiega bene le accuse che gli verranno rivolte.
"Tutto l'Universo va visto come un corpo animato in tutte le sue parti [..] il pianeta Terra compie la sua piroetta intorno a se stesso [..] e nel frattempo compie un enorme giro di 365 giorni attorno all'astro centrale. Il sole non si sposta, almeno non in relazione alla Terra".
Le idee di Copernico, le stesse che determineranno la condanna di Galileo.
"La demonizzazione della sensualità è di per se stessa una infinita tortura..."
"Nella natura non esistono morte e distruzione che non siano al servizio della vita e del suo dispiegarsi..."
Queste le idee presentate e discusse nel libro, nei "probabili" ultimi trecento fogli scritti da Felipe nei suoi ultimi sei giorni (o quasi).
Lettura impegnativa ma ricca di significato.
A voi il resto, buona lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 24 dicembre 2013

L'editoriale di dicembre di Graffiti on line... "La metafora italiana"

Che popolo siamo? Che destino ci aspetta?
Queste le domande con cui l'Avvocato Sarcià inizia l'editoriale sul sito Graffiti on line, un articolo interessante sotto tanti punti di vista, un'analisi impietosa degli ultimi 50 anni di storia della politica italiana!
Ho letto l'editoriale con interesse, nonostante sia veramente deluso dai nostri politici.
Mi è piaciuto in particolar modo il passo in cui introduce la TIVU, la nuova Tassa Italiana Volontaria Unica, che "ognuno pagherà quanto può e quando vuole."
... molto ironico!
Molto interessante anche il paragone con la Concordia. Italia e Concordia accomunate da identica specie di Comandanti... anzi, meglio usare un "c" minuscola, per questo genere di comandanti!
Ma la parte migliore, a mio parere naturalmente, è quando si richiama alla memoria la severità del passato. Cosa che condivido appieno.
Serietà... chissà se qualcuno dei nostri politici, tanto bravi a parlare, sanno cosa significa. Il missionario Matteo Ricci (gesuita, missionario in Cina a cavallo tra il 1500 e 1600) fù definito "uomo straordinario" dai cinesi, riconoscendogli il fatto che "metteva in pratica ciò che predicava...". Scusate la digressione.
L'analisi storica dell'Avvocato Sarcià, impietosa ma perfettamente condivisibile, è degna di un editoriale dei nostri quotidiani di un tempo, perchè ormai nessuno sa più cosa significa "scrivere", forse anche per questo vi è sempre meno gente che compra e legge i quotidiani.
Ma è inutile continuare a descrivere l'editoriale, vi suggerisco di leggerlo voi stessi:
 
Naufragi & Rottamazioni  LA METAFORA ITALIANA (Avv. C. Sarcià)



Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 22 dicembre 2013

Matteo Ricci, di Michela Fontana

Sottotitolo: un gesuita alla corte dei Ming...
 
Ho appena terminato la lettura di uno splendido saggio, la biografia del gesuita Matteo Ricci (1552 - 1610), edito da Mondadori, magistralmente scritto dalla giornalista scientifica Michela Fontana cui vanno da subito i miei complimenti.
 
Il libro racconta la storia di un uomo che grazie alle sue doti riuscì nell'impresa di raggiungere il cuore del regno della Cina e dei saggi cinesi.
Matteo Ricci entrò nella Compagnia di Gesù, dove si dedicò agli studi previsti, retorica, filosofia e teologia presso il collegio Romano.
Tra le discipline introdotte nei collegi dei gesuiti vi era anche la matematica, grazie all'opera di un grande matematico che vi insegnava: Christoph Klau (Clavius). Il sapere era per i gesuiti come un'arma a difesa della chiesa. 
L'autrice dice: "Se la matematica era il fondamento della scienza, l'astronomia ne era la regina", grande verità sia allora che oggi.
Ricci studiò dunque matematica e astronomia, anche se quest'ultima si basava sulle conoscenze dell'Almagesto di Tolomeo, la teoria eliocentrica infatti non era ancora abbastanza diffusa e avrebbe avuto i suoi problemi prima di poter diventare fondamentale.
La vita di Ricci è intrecciata con quella della Compagnia e con gli sviluppi scientifici del periodo, che divennero oggetto di insegnamento da parte del missionario verso i suoi amici e discepoli cinesi.
La cultura cinese, di cui Confucio era stato il massimo rappresentante, fu la leva usata da Ricci per aprire le porte dell'Impero.
La conoscenza della lingua era fondamentale e fu solo dopo che il nostro gesuita se ne impadronì che iniziò ad arrivare il successo. Le tradizioni, il culto per gli antichi, l'attaccamento al cerimoniale, il rispetto per lo studio e la saggezza fecero si che Matteo Ricci divenisse ben accetto e rispettato come uomo saggio conosciuto col nome di Li Madou, il saggio dell'Occidente.
 
Ricci fu un esempio di temperanza, apertura mentale, saggezza, costanza.
Grande studioso e allo stesso tempo dotato di una grande manualità, tradusse opere dal latino al mandarino (tra queste gli Elementi di Euclide) e viceversa, creò mappe del mondo intero, e strumenti di misura a quel tempo sconosciuti in Cina.
Fu lui che dopo secoli si rese conto della corrispondenza del Catai di Marco Polo con la Cina.
 
Alla sua morte i gesuiti erano arrivati al centro di potere dell'Impero, Pechino...
 
Ma ora basta, il libro merita di essere letto, per cui ora sta a voi proseguire.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO