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sabato 24 novembre 2012

Kerbal Space Program

La vita è fatta di cose serie, semiserie e divertenti.
 
L'oggetto di questo post è un gioco, Kerbal Space Program.
 
Si tratta di un videogame sviluppato in collaborazione tra i giocatori i quali possono creare e  gestire il loro programma spaziale. I giocatori possono costruire le navicelle spaziali, farle volate e aiutare i simpatici Kerbals verdini a completare la loro ultima missione, conquistare lo spazio!
Se vi va l'idea di gestire un Programma Spaziale eccovi il link al gioco.

http://kerbalspaceprogram.com

Il sito è in inglese, semplice da navigare ed essenziale. 
Potrete trovare una versione demo scaricabile che è comunque una buona base di partenza per iniziare ad avvicinarsi sin da piccoli al mondo delle esplorazioni spaziali, ormai sempre più prossimo.
Oppure potrete acquistare la versione completa ad un prezzo accessibile a tutti, che vi da diritto, come al solito, anche agli aggiornamenti successivi.
 
Come al solito, occorre ricordarsi che l'uomo è un essere creativo e questo significa che ogni volta che è in grado di immaginare qualcosa, inizia un processo inarrestabile di creazione che porta inesorabilmente alla realizzazione di ciò che inizialmente è stato concepito dalla fantasia.
 
Iniziamo a pensare di colonizzare Marte e un giorno ci ritroveremo lassù, pronti a nuove sfide!
 
A presto.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 22 novembre 2012

I Sardi diffusori dell'agricoltura in Europa

Dal sito dell’American Society of Human Genetics, prendiamo un intervento all’annual meeting del 2012 (6-9 novembre) tenuto dal primo autore della ricerca (cui concorsero 19 scienziati) Martin Sikora, genetista alla Stanford University. Il dr. Sikora rilasciò anche una intervista a LiveScience il 9 Novembre. Qui il succinto compendio dell’insieme. Titolo della ricerca: Sulla stirpe sarda dell’Uomo di Ghiaccio del Tirolo.   

Il completo genoma della mummia dell’Uomo di Ghiaccio del Tirolo (Oetzi, ndr), vecchia di 5300 anni, ha permesso nuove prospettive su sua origine e parentela, con le popolazioni moderne dell’Europa. Si usarono, dati provenienti dalla sequenza dell’intero genoma di 452 individui sardi e dati disponibili pubblicamente, per confermare che l’Uomo di Ghiaccio è il più strettamente imparentato con i Sardi di oggi. Inoltre, la comparazione di questi dati, con altri del DNA di: un cacciatore-raccoglitore trovato in Svezia, un contadino trovato in Svezia, un cacciatore-raccoglitore di 7000 anni fa, travato in Iberia a m.1500, un uomo dell’Età del Ferro trovato in Bulgaria, ha confermato che, fra le popolazioni moderne, i Sardi sono quelli più strettamente imparentati con Oetzi. Ed inoltre, Oetzi rassomiglia più strettamente ai contadini, trovati in Bulgaria e Svezia, mentre i cacciatori-raccoglitori trovati in Svezia e Spagna, sembrano assomigliare di più agli odierni abitanti dell’Europa Settentrionale. Inoltre il Sikora ha dichiarato:

«Le scoperte supportano l’idea che, gente migrante dal Medio Oriente, lungo tutto il cammino fino all’Europa Settentrionale, portò seco l’agricoltura e si mischiò con i cacciatori-raccoglitori nativi, dando luogo ad un’esplosione demografica. Mentre le tracce di queste antiche migrazioni sono largamente andate perdute nella maggior parte dell’Europa, i Sardi isolani rimasero più isolati e pertanto trattennero un maggior numero di tracce genetiche di quei primi contadini Neolitici».

Nostro commento.

Questa dichiarazione è destinata a stravolgere tutta la storia dell’Europa. Infatti, il dr. Sikora dice: due gruppi etnici, uno stanziato nell’Europa e l’altro in continuo transito in essa, diedero luogo alla procreazione di una discendenza fatta di cacciatori-raccoglitori e di contadini. Inoltre, i cacciatori-raccoglitori sono geneticamente imparentati con gli odierni Europei settentrionali, mentre i contadini, sono imparentati geneticamente con i Sardi di oggi. Secondo la teoria, i genitori di questa discendenza farebbero capo, gli uni ai cacciatori-raccoglitori già presenti in Europa, gli altri, come natura vuole, alle popolazioni che erano in transito, essendo una di esse, obbligatoriamente, di etnia sarda, cioè Sardi. D’altro canto, non vediamo altro modo di inserire gli abitanti dell’isola di Sardegna (che i ricercatori pensano per di più isolata), in un qualsiasi tratto del percorso «dal Medio Oriente lungo tutto il cammino fino all’Europa settentrionale». Ben al di là della fossile dichiarazione, che vede i Sardi isolati in modalità sempiterna, un minimo raziocinio dovrebbe indicare che, se i Sardi fossero stati davvero isolati, sarebbe stato impossibile contattarli. Si deve arguire che in Sardegna, non potette esservi nessun contatto genico con i portatori dell’agricoltura che transitavano nell’Europa centrale provenienti dall’Oriente. Riteniamo, paradossale sostenere che, pur essendo stata l’Europa attraversata dai portatori dell’agricoltura, proprio in quella Europa siano “largamente assenti tracce geniche”. Ci si rende conto essere stato (nel caso) tale lunghissimo passaggio, della durata di un centinaio di generazioni? Al contrario, ciò sembra dimostrare essere “largamente assente” la prova di tale migrazione. Ed è proprio in quell’altra direzione che si deve guardare per avere la elettrizzante risposta che questa ricerca ci ha consegnato. Ci preme però conferire al presente documento, qualche testimonianza sulla scoperta della plurimillenaria presenza dei Sardiani (come chiamiamo gli antichissimi Abitatori dell’Isola), nel continente europeo.

- 12200-10300 anni fa - i Sardiani portavano loro ed altrui ossidiana al Riparo Mochi e Arma dello Stafanin, in Liguria

- 6700-5200 anni fa - la presenza nella Grotta della Tartaruga (Trieste) di ossidiane portate da navi sardiane e di ossidiane portate da individui provenienti dai Monti Carpazi, ci permette di inferire che l’incontro tra Sardiani e Carpatici - forse propedeutico all’arrivo dei Sardiani nella Valle del Danubio -  precedesse questo momento 

- 6700-6000 anni fa - a Cuccuru S’Arriu, Cabras (Oristano) e Mara (Sassari), si riscontrano già forme umane danubiane; in questa ultima grotta “soltanto i resti femminili” vengono attribuiti alla tipologia danubiana. Ciò prova che i Sardiani arrivarono sul Danubio prima di 6700 anni fa.   

- 6000-5200 anni fa - a Lu Maccioni, Alghero (Sassari) si riscontra la presenza di forme danubiane 

- 4500-4200 anni fa - a Serra Cabriles, Sennori (Sassari), si riscontra una morfologia danubiana quasi pura

- 4700-3900 anni fa - i prodotti della cultura Campaniforme sarda sono strettamente imparentati, sotto il profilo stilistico, ai prodotti della cultura Campaniforme danubiana e Vinča

-  questo scambio, quasi contrattualizzato nei millenni, di elementi culturali, materiali ed umani fra le due aree dell’Europa, poté essere il naturale supporto alla industria metallurgica sardiana. Ad essa necessitava quell’abbondanza di stagno presente in Boemia. L’analisi di un campione di scoria di un  lingotto di Isili (Nuoro) ha fornito indicazioni di una miscela di rame sardo con minerale boemo. L’analisi di braccialetti da Vetulonia fa ricadere questi bronzi nel diagramma riguardante la Boemia: la qual cosa induce a credere che i bracciali fossero provenienti da un’officina fusoria della Sardegna, come dimostrano i numerosi bronzi sardi trovati in Etruria e soprattutto la plurimillenaria dipendenza culturale, ben ampiamente documentata, nei riguardi della Sardegna, di tal area.

- 5200-4200 anni fa - in Sardegna, il più antico reperto bronzeo, rappresentato da una lama di bronzo (di pugnale?), fu rinvenuto in una tomba di Mesu ‘e Montes, Ossi (Sassari).

Conclusioni. Circa la professionalità, messa in atto dall’uomo nel saper andare per mare, ricordiamo come i Sardiani si fossero costruiti tale capacità almeno fin da 14.350 anni fa nel circumnavigare il Mediterraneo, gli Indonesiani almeno da 60.000 anni fa nell’attraversare il Mare di Timor. Tuttavia gli studiosi, tutti, nulla sapendo di ciò, hanno immaginato il diffondersi dell’agricoltura, soltanto attraverso un percorso  per via di terra. Invece, qualche esperienza elucubrativa, ci convince che essa si diffuse anche (e soprattutto?) lungh’essa la superficie del mare. E, quali popolazioni operarono questa diffusione? Tutte quelle che avevano accumulato attraverso millenni di esperienza, una maestria di andare pel mare con la stessa naturalezza di cui si serve il contadino per spostarsi sulla terra. E, dove portavano a riprodurre tale nuova metodologia atta a procurarsi sicuro ed abbondante cibo? Proprio nelle vicinanze dei punti di approdo. Di qui, prendeva luogo, col tempo, la diffusione per via di terra, per il mezzo della migrazione verso terreni più ampi e fertili. Possiamo escludere che l’agricoltura arrivasse nella valle del Danubio, attraverso quella via naturale di penetrazione percorsa anche dai Sardiani che, dal luogo dell’odierna Trieste, portava al luogo dell’odierna Bratislava? Possiamo escludere che a portare l’agricoltura nella valle del Danubio, attraverso quella via, fossero proprio i Sardiani? No. Non ci sentiamo di escluderlo. Quindi, se vi fu (lo si dimostrerà?) una diffusione di agricoltura che, come un largo fiume congiunse l’Oriente con la Scandinavia, vi furono certo moltissimi altri canali di trasferimento dell’agricoltura, dai punti d’approdo del notevole naviglio che solcava tutto il Mare Mediterraneo (forse non il Mare Nero), fin verso i più recessi interni di tutti i territori retrostanti! 

Ove il Sikora, o altro scienziato, dovesse confermare la sua asserzione di trasferimento dell’agricoltura attraverso l’Europa da parte di genti di sarda etnia, noi confermeremo doversi ricorrere anche  alla via marina per giustificare la presenza di Sardi del Neolitico nell’antica Europa. Sardi provenienti direttamente dalla Sardegna? In parte, forse, si. Sardi provenienti dall’Armenia? In parte, forse, si.
Mikkelij Tzoroddu
(per approfondire visita www.sardegnastoria.it)

domenica 18 novembre 2012

Lassù nello spazio...

Come tutte le sere, dopo una dura giornata di lavoro, andai a dormire sfinita. 
Cena leggera, insalata fresca e un po di frutta, un'oretta davanti alla tv a seguire uno dei soliti programmi sonnecchiando sulla poltrona dell'Ikea e quindi subito a letto.
Mio marito, come al solito si era addormentato quasi subito e il suo russare leggero avrebbe potuto impedirmi di prendere sonno ma quella sera ero veramente stanca.
Chiusi gli occhi e smisi di pensare, davanti a me solo il buio della stanza in una notte fredda d'autunno. Attorno a me le coperte calde del letto mi coccolavano... era tardi ed ero stanca... non impiegai molto ad addormentarmi profondamente.
La notte buia avanzava, imperterrita, come tutti  i giorni dall'inizio dei tempi e come sarebbe accaduto fino alla fine dei tempi.
Nessun pensiero, nessuna immagine sfocata, niente sogni, solo silenzio e buio.
Una strana sensazione mi svegliò di colpo, era come se una forza sconosciuta mi avvolgesse con le sue possenti braccia e mi sollevasse dal letto, in orizzontale. 
Non riuscivo a parlare, non sentivo rumore, neppure il russare di mio marito. Mi sembrava quasi di vedere me stessa mentre mi muovevo velocemente attraversando tutto ciò che mi circondava, coperte, soffitto di casa, atmosfera, fino al cielo!
Solo la differenza di temperatura sulla mia pelle mi faceva intuire cosa stava accadendo. Capivo, o meglio percepivo, che mi stavo muovendo... poi di colpo la temperatura cambiò, ora mi trovavo in un ambiente chiuso e riscaldato, luminoso, omogeneo. Una luce azzurra permeava l'ambiente,  doveva essere artificiale ma non avevo mai visto una luminosità così particolare.
Ero appoggiata su un lettino in acciaio, o almeno questo suggeriva la mia pelle a contatto con il materiale gelido... istantaneamente mi resi conto di essere nuda!
Intorno a me c'erano due o tre entità, non ricordo niente di loro perchè non li vedevo. Non so che forma avessero, sentivo solo la loro presenza. Mi toccavano dalla testa ai piedi, come se usassero le loro mani come strumenti per studiarmi dentro e fuori. Non provavo fastidio ma solo stupore, sembrava che con le loro mani fossero in grado di vedere dentro di me... Di loro non vidi nent'altro, non saprei dire se avevano un corpo come il nostro, non vidi i loro volti...
Tutto finì nello spazio di pochi infiniti secondi, poi cominciò il processo inverso.
Dal lettino lucido e freddo percorsi lo spazio che mi separava dal mio mondo, provando le stesse sensazioni di prima, per ritrovarmi infine a letto. Il tepore delle coperte mi provocò dei brividi...
Al mio fianco mio marito continuava a russare.
Non avevo provato paura ma solo stupore. 
 
A distanza di tempo ripenso a quella notte e mi rendo conto che ciò che mi resta di quella esperienza è una sensazione che solo le cose realmente accadute ti lasciano addosso... non i sogni.
 

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 17 novembre 2012

Sondaggi della settimana

Oggi voglio condividere con voi lettori alcuni sondaggi da me creati e che potranno fornire informazioni sui gusti dei lettori del mio blog.
Userò la piattaforma Toluna che mi consente di creare sondaggi gratuitamente e condividerli con migliaia di partecipanti.
Devo dire che è una esperienza interessante e spesso la risposta ai sondaggi è molto diversa da quanto immaginavo.
Ma veniamo a noi, i primi sondaggi sono di carattere politico e sociale:
Cosa ne pensate?
Seguite i link se vi va di votare e di vedere cosa pensano gli altri sull'argomento.

Monti candidato alle prossime elezioni?

Il mio livello di fiducia nel futuro é:

I telegiornali sono sempre...

Le prossime elezioni italiane...

Nei prossimi dodici mesi le tasse in Italia...

Quando in tv sento usare termini inglesi...

Le elezioni americane...

Spero che i sondaggi vi interessino, votate e vedete cosa ne pensano i lettori.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO











Ancora una sera da incubo sulla linea Roma - Nettuno!

Dopo una giornata di lavoro, come ogni giorno, prendo il treno a Termini per tornare a casa.
Sono quasi le cinque del pomeriggio, cerco di prendere il treno per Napoli che non è ancora partito. Percorro tutta la banchina alla ricerca di un posto in piedi, niente da fare! Sono occupati anche i posti nelle cappelliere!
Abbandono l'idea di rientrare con il treno per Napoli e mi dirigo al binario 13, mi sembra, per prendere il treno per Nettuno delle 17.07.
Salgo a bordo e trovo un comodo posto in piedi in un angolo vicino alla porta, mi sistemo come meglio posso e aspetto la partenza. Nei dieci minuti che seguono anche gli ultimi posti in piedi vengono occupati eppure la gente continua ad arrivare, a salire, a spingere... urlare e chiedere di farsi un po più in là... scene da terzo mondo!
Ho smesso da tempo di lamentarmi a voce alta. Quando salgo sul treno mi isolo dal mondo, leggo un libro o la divina commedia in e-book oppure chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.
Finalmente il treno parte, sono le 17.25, quasi venti minuti di ritardo... ma è normale, gli orari in Italia sembrano fatti per non essere rispettati. D'altronde finchè la gente resta appesa alla porta del treno e le porte non si possono chiudere il treno non parte!
Ma anche questo è normale...
Partiamo, dicevo, ma già a Roma Casilina si capisce che il viaggio sarà molto lungo.
Il treno si ferma e riparte fino a che, intorno alle 18.00 arriviamo a Torricola.
Il treno si ferma e non riparte, nessuno ci dice niente. E' successo qualcosa? Eppure i sistemi di diffusione dovrebbero essere dotazione dei treni... ma forse nessuno vuole informarci perchè si pensa che la gente continui a sopportare in silenzio, e spesso è così.
Poi una signora sviene, per il caldo immagino, su indicazione del controllore usciamo tutti per far si che il medico che per caso si trovava sulla stessa carrozza possa dare una mano. Allora qualcuno chiede:
"Ma quando partiamo? Che succede? Perchè non ci tenete informati?"
Il controllore o capotreno che fosse, con calma spiega che c'è un treno fermo alla stazione di Pomezia, pare che qualcuno si sia sentito male e che abbiano chiamato l'ambulanza.
Dopo qualche minuto la signora si riprende e il capotreno ci invita a risalire anche perchè sembra che si possa ripartire.
Un compagno di viaggio sente al telefono un amico che stà sul treno fermo a Pomezia e chiede informazioni... pare che ci sia stata una colluttazione tra un gruppo di viaggiatori e personale delle ferrovie. Provo a dire che anche il personale delle ferrovie è vittima della situazione come noi pendolari... ma le persone che ho intorno mi guardano strano. La mia posizione è insostenibile così mi estraneo nuovamente fino all'arrivo a Pomezia Santa Palomba.
Il treno si ferma, intorno alle 18.30, più di un'ora per fare appena 25 chilometri! Ma ormai ci sono abituato...
Scendo dal treno e mi guardo intorno. Passeggeri fermi sulla banchina, un treno vuoto fermo al secondo binario. Facce stanche, disgustate, arrabbiate... gente seduta per terra o sulla propria valigia in attesa di un annuncio che non arriva mai...
Un'altra settimana da incubo è passata, ora per fortuna c'è il fine settimana e poi, lunedì, ricominciamo d'accapo!
 
Alessandro GIovanni Paolo RUGOLO
 
 
  

Marte, questo sconosciuto

L'esplorazione di Marte, il quarto pianeta del Sistema solare, è appena cominciata ma già ha acceso la fantasia dell'Uomo.
Marte, con la sua distanza dalla Terra, con le sue temperature glaciali, con le immagini di mistero trasmesserci da tanti anni di film di fantascienza, è già entrato a far parte del nonstro immaginario collettivo.
L'Uomo vuole andare su Marte, lo desidera da tanto tempo ormai e, si sa, ciò che può essere pensato può essere realizzato, occorre solo il tempo e le condizioni favorevoli.
Ebbene, di tempo ne è passato da quando l'uomo ha capito che quella macchiolina rossastra nel cielo era un pianeta! Ora siamo arrivati al momento di preparaci per la conquista e molti di noi avranno la fortuna di partecipare attivamente a questa grande avventura dell'Uomo.
Nei prossimi anni l'Uomo andrà su Marte, vi costruirà le proprie città, che come è tradizione si chiameranno New London, Nuova Roma, Cagliari Noa e così via...
Voi che ne pensate?
Pensate che l'Uomo sia pronto a questo passo?
Io sono convinto di si. L'Uomo è pronto, e vi dirò di più, questo viaggio è indispensabile!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Pioggia...

Piccole gocce cadono, fitte...

Nuvole grigie m'accompagnano,
giorno dopo giorno, sempre uguale...

Tra lame di lampi splendenti e sorde martellate,
mi muovo bagnato...

E la Terra si gonfia e frana
e scivola a valle,
trascinando con se ogni forma di vita...

Fiumi tumultuosi, d'acqua gonfi, corrono veloci,
fino alle acque morenti di un mare,
il Grande Verde, un tempo azzurro...

Il pensiero corre e và al passato,
al Diluvio di Noè, Deucalione, Ziusudra...
e di mille altri sopravvissuti, miracolati, risparmiati...
da quelle lacrime di morte.

Ancora pioggia,
cade sulla sabbia di un deserto di sentimenti arido.

Pioggia cade sulla civiltà umana,
come lacrime purificatrici,
di vita rigeneratrici,
ancora una volta...

forse l'ultima.


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
(Legnano, 14 maggio 2010)