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domenica 12 ottobre 2014

Erwin Schrodinger, la vita, gli amori e la rivoluzione quantistica, di John Gribbin

Bellissima biografia di uno dei più grandi fisici del XX secolo!
L'autore è John Gribbin, fisico e giornalista scientifico, che riesce a raccontare in modo semplice ed efficace non solo la vita di Schrodinger ma anche gli ultimi centocinquanta anni di scoperte della fisica.

E' interessante notare come Austria e Germania a cavallo tra Ottocento e Novecento fossero unite in un unico, enorme ed efficiente centro culturale attivo soprattutto nella ricerca in fisica e matematica. Albert Einstein era uno degli animatori di questo mondo accademico ma non il solo. A Vienna operarono Doppler, Boltzmann, Haisenohrl, Marie e Pierre Curie e tanti altri.

Gribbin nel descrivere la storia della fisica moderna parte dalle tre leggi del moto, formalizzate da Newton per arrivare fino a Schrodinger passando per gli studi sull'ottica di Huygens, Young, Fresnel, Faraday, Maxwell, Boltzmann ed Hasenohrl che sarà il primo riferimento per il giovane Erwin.
Erwin Rudolf Josef Alexander Schrodinger nacque a Vienna il 12 agosto 1887 e diventerà uno dei fisici più conosciuti del XX secolo.
Nel 1908 Schrodinger fu arruolato nell'artiglieria di fortezza, come previsto dalle norme dell'impero Austro-Ungarico e e trascorse un anno al termine del quale fu nominato Cadetto della fanteria di montagna e assegnato alla riserva poté tornare alla vita da accademico a Vienna.
All'inizio della prima guerra mondiale Erwin fu richiamato in servizio e assegnato ad una postazione di artiglieria di fortezza lungo il confine con l'Italia riuscendo comunque a portare avanti i suoi studi di Fisica.
Nel 1917, ormai Tenente, venne inviato a Vienna dove tenne un corso di meteorologia per ufficiali dell'artiglieria contraerea e approfittò dell'occasione per tenere un corso di fisica sperimentale all'università. Pochi anni dopo, dopo la fine della grande guerra, tornerà al suo lavoro di professore e ai suoi studi che lo porteranno a condividere il grande sviluppo della fisica con i grandi nomi del suo tempo.
Negli anni si occuperà della natura del magnetismo, dell'interazione tra atomi e molecole, dell'elettricità atmosferica, dei fenomeni di interferenza dei raggi X, della pressione dei gas, del moto browniano, della capacità dermica dei solidi, del tasso di decadimento di materiale radioattivo. Nel 1917, spinto dalle recenti pubblicazioni di Einstein affrontò alcune questioni sulla teoria della relatività generale. Intorno al 1920 approfondì le problematiche della natura della luce escogitando anche un esperimento che lo convinse sempre più della sua natura ondulatoria, in contrasto con Einstein e Plank. Approfondì inoltre la natura del colore e le reciproche influenze tra saturazione, luminosità e tonalità, applicando la sua tesi anche al problema della comparazione tra i colori delle stesse al fine di determinarne la temperatura. Trasferitosi a Stoccolma si occupò della teoria delle orbite elettroniche. Nel 1921 finalmente, dopo varie peregrinazioni, arriverà a Zurigo dove sarà l'artefice della cosiddetta seconda rivoluzione quantistica. 
La prima rivoluzione quantistica fu opera di Plank che riuscì a chiarire il funzionamento della cosiddetta "emissione di corpo nero", un problema che la teoria ondulatoria di Maxwell non era in grado di spiegare. Plank risolse il problema considerando la radiazione elettromagnetica come se fosse costituita da porzioni di energia identiche invece che un'onda continua, queste porzioni di energia oggi sono note col nome di "quanti". Fu però Albert Einstein nel 1905 a dimostrare la realtà dei quanti di luce, i fotoni.
Le scoperte della fisica di quei primi anni del XX secolo nel libro di Gribbin si intrecciano con la vita dei fisici più conosciuti descrivendo un mondo particolarmente fecondo di idee. Un mondo nel quale Schrodinger aveva un posto molto importante in quanto nel 1926 aveva infine completato la seconda rivoluzione quantistica con la pubblicazione di una serie di articoli che spiegavano la teoria della meccanica ondulatoria.
Sullo sfondo, ma comunque molto importante nella vita di Schrodinger, si trovano i suoi amori, per la moglie Anny ma anche per la giovane amante Ithi, amori che in qualche modo sono stati sempre di stimolo alle sue scoperte.
Erwin Schrodinger morirà nel 1961 lasciando una enorme eredità al mondo anche in campi non direttamente collegati alla fisica, tra questi le sue considerazioni filosofiche e biologiche raccolte nel libro "Cos'è la vita" pubblicato nel 1944 dalla Cambridge University Press.

Alessandro Giovanni Paolo Rugolo 

domenica 28 settembre 2014

Racconti Borgeani e altro... il mio nuovo libro

Cari amici lettori, ben ritrovati.

Con questo mio nuovo libro di racconti brevi voglio festeggiare la mia scoperta di un grandescrittore: Jorges Luis Borges (1899-1986).



Argentino di nascita, fu scrittore, poeta, saggista, traduttore, docente universitario e direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires.

Lo spunto mi è giunto dalla lettura di un fumetto, un numero di Martin Mystere in cui la storia era incentrata proprio sul nostro Borges.

Così dopo una breve ricerca nella biblioteca ho iniziato la lettura di Finzioni nella edizione Einaudi del 1978.

Vi chiederete cosa penso del libro e perché ve ne parlo.
Vi rispondo che non lo so!
E' la prima volta che mi imbatto in storie simili e dire che di libri ne ho letti tanti e di tutti i generi!

Eppure, in questi racconti c'è qualcosa di strano.

Il tempo, lo spazio, gli intrecci delle storie, sono particolari, difficili da seguire. Ogni racconto sembra scritto tenendo a riferimento l'idea del labirinto, della stanza degli specchi, del tempo avvolto su se stesso. Il risultato è che i racconti in alcuni tratti non sembrano dei racconti, in altri punti appaiono invece troppo fantasiosi.

In attesa di capire se il libro mi è piaciuto, sono andato avanti con la lettura di altri suoi libri, tra cui una collezione di racconti brevi dal titolo “Il manoscritto di Brodie”. Undici racconti brevi, parte ambientati nella Buenos Aires di inizio novecento, parte invece derivanti dalle innumerevoli conoscenze letterarie di Borges.

Tra i racconti posso dire che il primo, l'intrusa, e l'ultimo, il manoscritto di Brodie, sono i più interessanti anche se completamente differenti come genere. Il manoscritto di Brodie in particolare sembra rifarsi a tradizioni antiche di cui possono ritrovarsi tracce nel saggio di Frazer, il ramo d'oro. Eppure anche gli altri meritano di essere letti con attenzione sia per la costruzione, sia per le idee di fondo, non comuni tra gli autori di racconti. Ma i racconti che troverete in questo libro prendono ispirazione da un altro testo, un saggio breve dal titolo “Manuale di zoologia fantastica” scritto da Borges e da Margarita Guerrero. Nel saggio ho trovato nomi di animali fantastici e le loro brevi descrizioni. A questi “mostri” del passato mi sono ispirato per quasi tutti i racconti che leggerete.
Alcune volte dal libro ho preso solo il nome, in altri casi anche alcune caratteristiche peculiari dei mostri descritti, in alcuni casi, forse, nient'altro che l'ispirazione. Una parte dei racconti infine è stata selezionata tra quelli che hanno avuto più lettori sul mio blog in internet.

Mi chiedo se ne è valsa la pena scrivere questo quinto libro.
E' meglio che a giudicare siate voi ma, vi prego, non siate troppo cattivi.

Buona lettura.

Anteprima disponibile al seguente LINK da cui è anche possibile ordinarlo, per chi ancora ama la carta!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

giovedì 11 settembre 2014

La zattera di Medusa, di Théodore Géricault

Un quadro, di per se, può essere bello se soddisfa il nostro gusto, può d'altra parte, essere interessante per la sua storia.
La zattera di Medusa ricade tra la categoria dei quadri belli e interessanti.
Durante la recente visita al Louvre mia moglie ha attirato la mia attenzione su una splendida tela di un autore a me assolutamente sconosciuto: Géricault.
La tela ricopriva una parete intera al centro di una delle enormi sale del museo, nella sezione dei pittori francesi. Il nome dell'opera, zattera di Medusa, mi colpì e immediatamente mi buttai alla ricerca della immagine della Medusa, che tante volte appare nelle opere d'arte, senza però alcun risultato. La testa di Medusa non c'era!
A questo punto chiesi spiegazioni a mia moglie che mi spiega la storia del quadro.
Medusa era il nome di una nave militare francese con a bordo militari e civili, naufragata intorno al 1816. Il quadro rappresenta i naufraghi che stipati su una zattera inizialmente trainata da una scialuppa, vanno ora alla deriva. Morte e disperazione sono ben rappresentate.
Al rientro a casa, incuriosito, ho cercato ulteriori informazioni.
La nave Medusa, nave ammiraglia, comandata dal Capitano di Fregata Hugues Duroy de Chaumareys, salpò con la flotta nel 1816 diretta nella riconquistata colonia francese del Senegal. Nella flotta si trovavano militari e coloni civili, tra questi anche il futuro governatore del Senegal con la famiglia.
Il Comandante della flotta non era un grande esperto navigatore e non diede retta al suo staff andando a finire su un bassofondo al largo delle coste africane.
La nave si arenò e nonostante i tentativi fatti per disincagliarla, anche a causa di una tempesta, sembrò essere sul punto di affondare per cui venne deciso di abbandonarla.
Le altre navi della flotta erano lontano in quanto la nave ammiraglia era più veloce e il Comandante non aveva viaggiato in formazione.
Nobili e ricchi vennero imbarcati sulle scialuppe, il resto del personale su una zattera costruita inizialmente per alleggerire la nave nel tentativo di disincagliarla.
La zattera, con a bordo 152 tra marinai, soldati e civili, venne fissata ad una delle scialuppe ma ben presto, non si sa bene perché, finisce alla deriva. Sulla zattera non vi sono viveri sufficienti per tutti e la convivenza non è delle migliori. Liti e ammutinamenti si susseguono mentre si cerca di raggiungere senza successo la costa. Diversi uomini vengono buttati in mare e si verificano omicidi e episodi di cannibalismo. 
Tredici giorni dopo, la nave Argus inviata dal Comandante sul luogo del naufragio a recuperare oro e argento, trova i resti della zattera con a bordo quindici sopravvissuti, di questi cinque moriranno prima di attraccare al porto di Saint-Louis, in Senegal.
Questa brutta pagina di storia marinara francese viene rappresentata con grande realismo dall'autore Théodore Géricault, decretandone la fortuna.
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 10 settembre 2014

Albert aveva ragione: Dio non gioca a dadi, di Walter E.R. Cassani

Dunque, come iniziare a parlare di questo libro?
Iniziamo a dire che io sono appassionato, tra le altre cose, anche di Fisica.
Sono tra quegli appassionati che quando può si legge un libro di Fisica per approfondire qualche concetto studiato all'Università o per curiosare tra le nuove scoperte della fisica subatomica.
Non sono un esperto per cui cerco di evitare le trattazioni matematiche perché generalmente molto complesse anche se so bene che per capire a fondo determinati concetti la parte matematica dovrebbe essere approfondita.
Diversi anni fa, nel 2001  per la precisione, lessi questo libro per la prima volta e ne rimasi profondamente colpito per la semplicità con cui i concetti della fisica classica venivano raccontati e spiegati ma anche per l'apparente semplicità con cui l'autore introduceva la sua nuova teoria del tutto, da lui chiamata Teoria Ondulatoria del Campo.
Al termine di quella prima lettura aggiunsi a matita un commento molto stringato: "da rileggere!"
L'idea era quella di rileggerlo al più presto, magari approfondendo i concetti con la lettura di altri testi sugli argomenti di volta in volta trattati, ma così non fu.
Questa estate riordinando la libreria mi sono imbattuto nuovamente sul libro di Cassani e così, quasi per caso, ho aperto proprio la pagina in cui avevo lasciato il commento e da li a decidere che era finalmente arrivato il momento per la seconda lettura passò un solo istante.
Presi il libro e lo aggiunsi alla pila di quelli in lettura che allora ammontava a cinque.
Ad agosto finalmente è arrivato il suo turno e così, qualche giorno fa ho terminato la seconda lettura e ho aggiunto una frase di commento subito dopo quella lasciata tredici anni fa: "Intuitivamente convincente in molte sue parti!".
E in effetti è proprio così.
Nell'esposizione della sua teoria Walter Cassani ripercorre ogni volta la storia delle scoperte e delle teorie in voga nel tempo per poi spiegare la sua teoria e la sua interpretazione dei fenomeni sperimentali secondo la sua teoria. In questo modo mette in evidenza le mancanze delle altre teorie e cerca di ristabilire ciò che a suo parere manca nella Fisica degli ultimi cento anni, la causalità.
Proprio la causalità infatti, o per meglio dire la sua mancanza, introdotta con l'accettazione del Principio d'Indeterminazione di Heisemberg, è infatti secondo l'autore alla base degli errori che hanno portato la fisica lungo una strada senza uscita.

Cassani dimostra una profonda conoscenza della Fisica e una grande forza di volontà nel combattere con tutte le sue forze contro verità prestabilite, ponendosi contro tutto e contro tutti, alla ricerca della teoria del tutto che possa consentire alla Fisica, ripristinando il principio di causalità, di uscire da quella che a suo parere è una strada senza uscita che ha portato i fisici a introdurre strutture artificiose come i buchi neri per giustificare fenomeni altrimenti inspiegabili.

Io non sono un fisico per cui il mio parere è quello di un semplice appassionato ma voglio comunque darlo: "Intuitivamente convincente, in molte sue parti!"

A voi ora la lettura del testo che a mio parere dovrebbe essere approfondito seriamente dalla Fisica Ufficiale, intanto io comincio la terza lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

A Roma "The innovation week" e "Maker Faire"

Anche quest'anno si terrà a Roma l'evento tecnologico Maker Faire.
Appuntamento per tutti gli appassionati ma anche per chi è in cerca di business il prossimo 27 settembre all'auditorium Parco della Musica a Roma.
E' prevista la partecipazione di 600 tra inventori e start up da tutto il mondo il cui business ruota attorno alle nuove tecnologie e all'informatica.
Il fine settimana precedente l'evento si terrà al MAXXI una maratona di sviluppo informatico il cui argomento è il futuro della casa.
Il 4 e 5 ottobre si chiude l'evento con il Maker Faire vero e proprio.
Espositori, inventori e conferenzieri ci intratterranno con le loro idee futuristiche sempre alla ricerca di un futuro sempre più prossimo in cui le idee della fantascienza di qualche anno fa diventano parte integrante della nostra vita quotidiana.
 
Per maggiori informazioni e acquisto biglietti visitate il sito http://www.makerfairerome.eu/.

Appuntamento dunque a fine settembre!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 3 settembre 2014

Anteprima: Storia della Sardegna antica, la preistoria che vediamo tutti i giorni

La mia terra è una terra misteriosa e senza storia o, per meglio dire, tutta preistoria.

E' sufficiente percorrere la Strada Statale 131 Cagliari-Porto Torres per rendersi conto di cosa intendo dire.

Di tanto in tanto tra i cespugli verdi e odorosi di macchia mediterranea è possibile scorgere la sagoma di un nuraghe, le antiche torri in pietra che ricoprono il territorio. Si dice ve ne siano settemila sull'Isola, ma forse nessuno li ha mai contati!

Più piccole e spesso nascoste, ma non meno interessanti le "domus de janas" che tradotto letteralmente significa “case delle streghe”. Si tratta di piccole abitazioni con funzione forse funeraria scavate nella roccia. Le tombe dei giganti, i dolmen, i mehnir e i pozzi sacri completano la serie di costruzioni megalitiche! Storia a parte andrebbe raccontata per il Sardus Pater e i giganti di Mont'e Prama, splendide statue litiche raffiguranti diversi personaggi dell'antichità, guerrieri e forse antichi dei, ritrovate nei pressi di Oristano e ancora oggetto di studio.

Una preistoria esagerata, che fa risalire la civiltà nuragica al 2000 a.C. circa, ma forse a periodi ancora precedenti.

Alcune scritte su pietra, solitamente attribuite a popolazioni estranee all'isola, sono state ritrovate negli anni. La più importante e anche la più dibattuta è conosciuta col nome di "stele di Nora" dal luogo di ritrovamento, Nora per l'appunto, città marittima a sud dell'isola. Mi chiedo per quale motivo un ritrovamento effettuato in Sardegna debba essere attribuito ad un popolo straniero, ma così è sempre stato. Come se la Sardegna non possa essere luogo di produzione di cultura. In ogni caso è chiaro che anche tutti coloro che si sono cimentati nel tentativo della traduzione devono avere le idee confuse dato che non riescono a mettersi d'accordo sul significato della scritta. Al momento esistono solo tante differenti versioni, talmente diverse l'una dall'altra che ci si potrebbe chiedere se gli esperti si siano cimentati nella traduzione sulla base di conoscenze scientifiche o sul gioco del "tiriamo ad indovinare"!

Io propendo per la seconda. La stele si può ammirare al Museo nazionale di Cagliari e chi vuole può provare a dare la sua interpretazione.

E che dire dei bronzetti? Antiche testimonianze di tempi passati, opere da ammirare per la splendida fattura.

Si tratta di oggetti in bronzo rinvenuti generalmente all'interno dei nuraghe. Vi sono statue di guerrieri, di sacerdoti, ma anche modelli di navi, nuraghi e animali oltre, naturalmente, ad armi di vario genere.

Forse più antiche le statuette della Gran Madre, la dea della fertilità per eccellenza, trovate tanto in Sardegna come nel resto del mediterraneo e considerata dea dell'Asia Minore.

Strabone ci racconta che Cybele, uno dei nomi della Gran Madre, era la dea dei Frigi e dei Troiani... e questo è un particolare da tenere a mente! Chissà qual'è la relazione tra le due dee?

Certo che se si pensa che la dea dell'Asia Minore era considerata la prima a dotare di torri le città come ci ricorda Ovidio nei Fasti quando si domanda: "Ma perché la sua testa è gravata da una corona di torri? Forse fu lei a dare le torri alle prime città?"

Torri o nuraghi?

Dea frigia, troiana e sarda allo stesso tempo?

Forse non si saprà mai, resta il fatto che le statuette della dea trovate in Sardegna sono una realtà!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


martedì 2 settembre 2014

Considerazioni di fisica e chimica

Una delle leggi, credo, universalmente riconosciuta (da sempre?) è la seguente: Nulla si crea, nulla si distrugge,tutto si trasforma". Ma siamo sicuri che ciò sia valido sempre e incondizionatamente? Sembrerebbe una domanda stupida per una persona con una preparazione prevalentemente scientifica... ma a volte le grandi scoperte derivano dal riconsiderare ciò che era dato per certo! In fisica, una ...delle ipotesi, la principale e più conosciuta ipotesi sulla formazione dell'Universo afferma che lo stesso Universo si è sviluppato da un punto, una singolarità dotata di energia infinita concentrata e massa zero, sarebbe poi accaduto qualcosa che ha permesso all'Universo di svilupparsi e crescere. L'energia liberata (da cosa? qual'è la causa?) ha creato la massa infinita di stelle e materia e tutte le forme di energia che conosciamo, ma come si mette in relazione questa teoria con la precedente legge del "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"?
A mio parere non vi è modo di mettere d'accordo queste due ipotesi!
E se una delle due (o entrambe) fossero sbagliate?
Assurdo, mi direte...
Si, ma un tempo era assurdo volare, era assurdo un viaggio sulla Luna, era assurdo pensare che con una bomba si potesse distruggere una città, era assurdo duplicare un essere vivente...
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO