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lunedì 30 dicembre 2013

Il Signore degli Anelli, di J.R.R. Tolkien

Ho letto per la prima volta il romanzo fantasy "Il signore degli anelli" all'età di quindici anni.
Si trattava di un volume unico di mille cinquecento pagine quasi impossibile da tenere in mano.
Comprendeva anche "Lo Hobbit" come prima parte della storia. Ricordo ancora che stavo per soccombere alle trecento pagine dello Hobbit, l'idea era di abbandonare la lettura, troppo descrittiva e troppe poesie per i miei gusti di quei tempi. Poi, finalmente arrivò il bello della storia, il signore degli anelli!
Ricordo che lessi il libro quasi senza interruzioni anche se era periodo scolastico e quindi non potevo dedicarmi solo a quello. I personaggi erano affascinanti, le ambientazioni magiche, le battaglie cruente, il grande mago, Gandalf il grigio, semplicemente fantastico!
Nonostante la dimensione del libro, nel giro di qualche giorno lo restituii alla biblioteca di Isili.
Passò qualche anno e non appena ebbi uno stipendio "Il signore degli anelli" divenne parte importante della mia biblioteca, seguito dai racconti incompiuti. Ben prima che Peter Jackson e il suo staff producesse il film!
Ora, da questo natale, grazie a mia moglie e a mio figlio, anche il cofanetto dei film fa parte della mia collezione.
Complimenti al regista e allo staff per esser riusciti a trasformare in immagini le parole di un così grande scrittore! Anche se alcuni personaggi molto caratteristici possono essere apprezzati per intero solo nel testo scritto, è il caso di Tom Bombadil, per esempio, che parlava per mezzo di poesie...
Un omaggio a John Ronald Reuel Tolkien (nato nel Sudafrica britannico nel lontano 1892, morto in Inghilterra nel 1973), autore di una fantastica saga, che ha fatto sognare tante persone che ancora oggi lo ricordano.
Un omaggio alla sua opera, "Il Signore degli anelli", pubblicato nel 1954 e in Italia nel 1970.
Grazie John Ronald Reuel Tolkien, o più semplicemente J.R.R.Tolkien, grazie per tutto ciò che ci hai lasciato... una fantastica eredità che arricchisce il mondo e stimola la fantasia!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 27 dicembre 2013

Giordano Bruno, romanzo di Eugen Drewermann

Definirlo "romanzo" è un po riduttivo, quindi cercherò di spiegare di che si tratta e perché lo sto leggendo.
La parte più semplice consiste nel dire quali motivazioni mi spingono a leggere un romanzo su Giordano Bruno per cui inizio da qui!
Quando ho preso il libro in biblioteca non mi ero reso conto che si trattasse di un romanzo, solo poi, leggendo le prime pagine mi è sorto il dubbio. Io cercavo una biografia per capire meglio il personaggio e il suo tempo ed avvicinarmi alle sue opere, che è poi quello che faccio sempre con i grandi della storia.
Così, un po' ingannato dal titolo, mi sono informato sull'autore per capire quanto il romanzo potesse essere attendibile, quanto avrei potuto tener per buono del romanzo e quanto no, per poi decidere se andare avanti nella lettura o cercare un'altra biografia.
Eugen Drewermann, l'autore, ex sacerdote cattolico, allontanato dalla chiesa per le sue idee...
Cosa gli sarebbe accaduto se avesse vissuto nel 1500? Probabilmente avrebbe fatto la stessa fine di Giordano Bruno. Tanto mi basta per capire che forse vale la pena andare avanti nella lettura. Forse non si tratta proprio di un romanzo... in effetti il libro è un misto di pensieri e testi realmente scritti da Bruno e pensieri che sarebbero potuti essere i suoi.
Così proseguo nella lettura.
Giordano Bruno nasce a Nola col nome di Felipe (Filippo) nel 1548.
Qualche anno dopo, nel 1565 entra nell'ordine dei Domenicani e nel 1566 prende gli ordini e il suo nome diventa Giordano. Già da subito si manifestano i suoi dubbi e nel 1576, sospettato di eresia fugge e inizia la sua vita errabonda che lo porterà in giro per l'Europa, fino a Venezia, dove sarà tradito dal nobile Zuane Mocenigo e incarcerato dalla Santa Inquisizione.
Tradotto a Roma sarà condannato al rogo e giustiziato il 17 febbraio del 1600 a Roma, in Campo dei Fiori.
Giordano Bruno era un filosofo, e come tale cercava la verità, cercava di capire e questo lo condannò. Da lui si richiedeva solo fede!
Giordano Bruno conobbe le opere di Copernico, Avicenna, Telesio, Petrarca, Averroè, Fracastoro, Raimondo Lullo. Michele Serveto e fu lui stesso impegnato in prima persona nella diffusione della conoscenza. Per farlo si tolse l'abito da domenicano e insegnò nelle Università delle città che lo ospitavano. Poi un giorno il desiderio di tornare in Italia lo prese in trappola...
Ma, al di là della sua biografia sintetica, il libro è interessante per le considerazioni filosofiche e teologiche dell'autore, messe in bocca a Giordano, o forse sarebbe meglio dire "messe in bocca a Felipe":
"Giordano mette da parte Aristotele, dicevano, innalza la volontà al di sopra della conoscenza, definisce la comprensione una conseguenza dell'amore.", una frase che spiega bene le accuse che gli verranno rivolte.
"Tutto l'Universo va visto come un corpo animato in tutte le sue parti [..] il pianeta Terra compie la sua piroetta intorno a se stesso [..] e nel frattempo compie un enorme giro di 365 giorni attorno all'astro centrale. Il sole non si sposta, almeno non in relazione alla Terra".
Le idee di Copernico, le stesse che determineranno la condanna di Galileo.
"La demonizzazione della sensualità è di per se stessa una infinita tortura..."
"Nella natura non esistono morte e distruzione che non siano al servizio della vita e del suo dispiegarsi..."
Queste le idee presentate e discusse nel libro, nei "probabili" ultimi trecento fogli scritti da Felipe nei suoi ultimi sei giorni (o quasi).
Lettura impegnativa ma ricca di significato.
A voi il resto, buona lettura!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

martedì 24 dicembre 2013

L'editoriale di dicembre di Graffiti on line... "La metafora italiana"

Che popolo siamo? Che destino ci aspetta?
Queste le domande con cui l'Avvocato Sarcià inizia l'editoriale sul sito Graffiti on line, un articolo interessante sotto tanti punti di vista, un'analisi impietosa degli ultimi 50 anni di storia della politica italiana!
Ho letto l'editoriale con interesse, nonostante sia veramente deluso dai nostri politici.
Mi è piaciuto in particolar modo il passo in cui introduce la TIVU, la nuova Tassa Italiana Volontaria Unica, che "ognuno pagherà quanto può e quando vuole."
... molto ironico!
Molto interessante anche il paragone con la Concordia. Italia e Concordia accomunate da identica specie di Comandanti... anzi, meglio usare un "c" minuscola, per questo genere di comandanti!
Ma la parte migliore, a mio parere naturalmente, è quando si richiama alla memoria la severità del passato. Cosa che condivido appieno.
Serietà... chissà se qualcuno dei nostri politici, tanto bravi a parlare, sanno cosa significa. Il missionario Matteo Ricci (gesuita, missionario in Cina a cavallo tra il 1500 e 1600) fù definito "uomo straordinario" dai cinesi, riconoscendogli il fatto che "metteva in pratica ciò che predicava...". Scusate la digressione.
L'analisi storica dell'Avvocato Sarcià, impietosa ma perfettamente condivisibile, è degna di un editoriale dei nostri quotidiani di un tempo, perchè ormai nessuno sa più cosa significa "scrivere", forse anche per questo vi è sempre meno gente che compra e legge i quotidiani.
Ma è inutile continuare a descrivere l'editoriale, vi suggerisco di leggerlo voi stessi:
 
Naufragi & Rottamazioni  LA METAFORA ITALIANA (Avv. C. Sarcià)



Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 22 dicembre 2013

Matteo Ricci, di Michela Fontana

Sottotitolo: un gesuita alla corte dei Ming...
 
Ho appena terminato la lettura di uno splendido saggio, la biografia del gesuita Matteo Ricci (1552 - 1610), edito da Mondadori, magistralmente scritto dalla giornalista scientifica Michela Fontana cui vanno da subito i miei complimenti.
 
Il libro racconta la storia di un uomo che grazie alle sue doti riuscì nell'impresa di raggiungere il cuore del regno della Cina e dei saggi cinesi.
Matteo Ricci entrò nella Compagnia di Gesù, dove si dedicò agli studi previsti, retorica, filosofia e teologia presso il collegio Romano.
Tra le discipline introdotte nei collegi dei gesuiti vi era anche la matematica, grazie all'opera di un grande matematico che vi insegnava: Christoph Klau (Clavius). Il sapere era per i gesuiti come un'arma a difesa della chiesa. 
L'autrice dice: "Se la matematica era il fondamento della scienza, l'astronomia ne era la regina", grande verità sia allora che oggi.
Ricci studiò dunque matematica e astronomia, anche se quest'ultima si basava sulle conoscenze dell'Almagesto di Tolomeo, la teoria eliocentrica infatti non era ancora abbastanza diffusa e avrebbe avuto i suoi problemi prima di poter diventare fondamentale.
La vita di Ricci è intrecciata con quella della Compagnia e con gli sviluppi scientifici del periodo, che divennero oggetto di insegnamento da parte del missionario verso i suoi amici e discepoli cinesi.
La cultura cinese, di cui Confucio era stato il massimo rappresentante, fu la leva usata da Ricci per aprire le porte dell'Impero.
La conoscenza della lingua era fondamentale e fu solo dopo che il nostro gesuita se ne impadronì che iniziò ad arrivare il successo. Le tradizioni, il culto per gli antichi, l'attaccamento al cerimoniale, il rispetto per lo studio e la saggezza fecero si che Matteo Ricci divenisse ben accetto e rispettato come uomo saggio conosciuto col nome di Li Madou, il saggio dell'Occidente.
 
Ricci fu un esempio di temperanza, apertura mentale, saggezza, costanza.
Grande studioso e allo stesso tempo dotato di una grande manualità, tradusse opere dal latino al mandarino (tra queste gli Elementi di Euclide) e viceversa, creò mappe del mondo intero, e strumenti di misura a quel tempo sconosciuti in Cina.
Fu lui che dopo secoli si rese conto della corrispondenza del Catai di Marco Polo con la Cina.
 
Alla sua morte i gesuiti erano arrivati al centro di potere dell'Impero, Pechino...
 
Ma ora basta, il libro merita di essere letto, per cui ora sta a voi proseguire.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 21 dicembre 2013

Qui un tempo finiva il mondo, su Voyager di gennaio 2014

Oggi in edicola su Voyager di gennaio 2014 un articolo scritto da me e dall'amico Massimo Fraticelli dal titolo "Qui un tempo finiva il mondo".
L'articolo, come il titolo lascia intendere, parla delle Colonne d'Ercole, dei Fenici, della città di Tartesso  e sulla sua probabile posizione, senza trascurare i miti e le leggende legati all'eroe Ercole, quello africano, conosciuto come Melqart.
 
Sperando di essere riusciti a sintetizzare le interessanti notizie trovate, auguriamo a tutti buona lettura!
 
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 18 dicembre 2013

Parole, soltanto parole...

- Chiare e ben distinte, mi raccomando!
 
Mi dice l'assistente di regia senza guardarmi in faccia. Sono solo una delle tante centinaia di ragazze in fila per il provino, alla ricerca di un posto da doppiatrice.
 
- Legga prima di tutto le due pagine che le daranno l'idea del contesto, si cali nella parte e poi quando le faccio cenno legga la frase che ha sul foglio, quella in neretto.
Cerchi di dare il massimo la prima volta, non c'è un secondo tentativo. Oggi è tardi...
 
Come dire, diamoci una mossa che me ne devo andare a casa. Grazie per l'incoraggiamento, mi verrebbe da dire, ma poi mi trattengo, nel mondo dello spettacolo sono tutti suscettibili e non vorrei che mi cacciassero senza neppure aver provato a leggere la mia frase "in neretto".
 
- Si ricordi di avvicinarsi bene il microfono alle labbra
 
Si, lo so, è il settantaquattresimo provino che faccio!
Pensai, senza aprir bocca. La guardai in faccia sperando che alzasse lo sguardo ma ancora una volta l'assistente di regia mi ignorò, sembrava lo facesse apposta. E poi quando parlava era così impersonale, semprava che parlasse al muro, non ad una persona. Odiosa...
 
- Ha detto qualcosa? Non ho sentito bene...
 
Accidenti!
Che mi fosse sfuggita una parola? E ora? Cosa dovevo rispondere? Forse era meglio far finta di niente... Meglio girarsi dall'altra parte e far finta di non aver sentito. Eppure mi era parso, per un attimo, che mi avesse guardato in faccia, proprio mentre pensavo che era odiosa. Che sfiga! E se mi avesse letto nel pensiero? Ma no, è impossibile, queste cose accadono solo in tv e nei romanzi. Probabilmente avrò mosso le labbra e lei avrà intuito qualcosa. Magari le sono antipatica, come lei è antipatica a me. Se fosse così sono rovinata!
 
- Aspetti un attimo, la regia non è ancora pronta...
 
Che strega, ancora quella voce stridula nelle orecchie. Non la sopportavo proprio. Non vedo l'ora che finisca questo provino, e dire che questa mattina non volevo neanche venire! Che razza di vita, non ne posso proprio più! E se dovessero assumermi come farò? Non credo che la sopporterei tutti i giorni.
 
- Può andare, è il suo momento...
 
Se mi dovessero assumere... avrei fatto di tutto per starle lontano...
 
- Signorina tocca a lei...
 
Se mi dovessero assumere farò di tutto per farla licenziare. Non la sopporto proprio, non la posso vedere ne sentire...
 
- Signorina, legga la sua frase, quella in neretto...
 
Se mi assumono... devono assumermi! Io sono brava, sono la migliore e poi...
 
- Signorina, la prego, non faccia come le altre volte, legga la sua frase!
 
Ormai ho una certa esperienza di provini!
Tutta colpa di quella strega, non la sopporto!
 
- Signorina, la prego, non so più che fare per aiutarla. Dica qualcosa, la prego...
 
Non può andare avanti così!
L'assistente di regia mi guardava dritta negli occhi e parlava, parlava... ma io non la sentivo più. Mi girai come le altre settantatre volte e me ne andai verso la porta, scoraggiata e delusa! Non sapevo se avrei avuto il coraggio di tornare ancora.
Non ne posso più di quella. 
E' tutta colpa sua, mi fa paura come mi guarda,
e poi quella voce...
 
...la prossima volta la uccido! 

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

domenica 15 dicembre 2013

Sulla Biblioteca di Alessandria, dal Poliorama pittoresco anno quarto - semestre primo (1839-1840)

Proseguendo la ricerca sulla biblioteca di Alessandria mi sono imbattuto in alcune ulteriori informazioni, cercherò di essere sintetico e non ripetitivo, spero di riuscirci.
Come già detto nel precedente articolo: notizie varie sulla Biblioteca di Alessandria d'Egitto, la biblioteca nasce dall'idea di Demetrio Falereo, egli consigliò al re Tolomeo I di:
"comporre una biblioteca di autori di politica, e di cercar tutti gli autori che trattassero di materie di stato, ne' quali troverebbe de' consigli che nessuno de' suoi amici oserebbe dargli. Piaciuto a Tolomeo questo avviso, Demetrio per lui raccolse de' libri politici, nè di ciò pago,persuase al re di fare ad imitazion di Pisistrato e di Aristotile, una collezione di tutt'i libri poetici filosofici e storici di ogni nazione, perchè i dotti potessero studiare e paragonare le conoscenze diverse e perfezionar le scienze."
Secondo Eusebio, alla morte del re la biblioteca conteneva 100.000 volumi.
Con il suo successore, la biblioteca crebbe e molti studiosi furono invogliati dall'attitudine del nuovo re di proteggere gli studi:
"Un gran numero d'ingengi distinti vissero alla sua corte ed arricchiron la sempre crescente libreria, delle lor opere. Il poeta Callimaco pubblicò degl'Inni; il sacerdote Manetone dettò una storia d'Egitto, di cui avanzano de' preziosi frammenti."
Ma chi guidò la Biblioteca?
Ufficialmente il primo bibliotecario fu Zenodoto di Efeso (330-260 a.C.),
"che aveva studiato la poesia con lui (il re Tolomeo Filadelfo) e la grammatica con un Fileta. Ei comprò dagli ateniesi le ricche biblioteche di Aristotile e di Teofrasto."
ma, se volessimo essere corretti il primo fu il fondatore, Demetrio Falereo.
Poi fu la volta di Eratostene (275 - 195 a.C.) nominato da Tolomeo Evergete (284 - 222 a.C., terzo della dinastia), anche se pare che vi siano stati altri bibliotecari nel mezzo.
"Questi era celebre soprattutto come geografo e come storico."
Il terzo bibliotecario sarebbe stato Apollonio, autore di un poema sugli Argonauti, dunque immagino si sia trattato di Apollonio Rodio (295 - 215 a.C.). Alcuni invertono l'ordine dei bibliotecari, Apollonio prima di Eratostene, chissà come è andata veramente.
Il testo prosegue indicando il bibliotecario che custodì i libri sotto il nuovo re Tolomeo Epifane (210 - 180 a.C.) lasciando un buco relativo a Tolomeo IV Filopatore (244 - 205 a.C.).
"Sotto Tolomeo Epifane il conservator de' libri fu il poeta Aristonimo. A que' tempi, Eumene I, re di Pergamo, stabilì nella capitale del suo regno una biblioteca che poi divenne rivale di quella di Alessandria. Aristonimo disegnò di recarsi appresso Eumene; ma Tolomeo Epifane per tema che Aristonimo accrescesse la biblioteca del suo nemico il fe' chiuder per qualche tempo in prigione: proibì pure l'esportazion del papiro. Allora inventossi a Pergamo quella carta che dal luogo fu detta pergamena."
Se devo dire la verità di questo Aristonimo non ho trovato traccia da altre parti, ma ciò non significa niente, magari troverò qualcosa più avanti.
Interessante questa guerra per la conoscenza, evidentemente i sovrani di quel periodo si rendevano ben conto dell'importanza della conoscenza e del vantaggio che questa dava nel mondo reale. Sapere è potere!
Interessante anche la storia della nascita della pergamena.
Il testo prosegue la storia della Biblioteca passando al re Tolomeo Fiscone (detto il Ventruto) ovvero Tolomeo VIII Evergete II (182 - 116 a.C.), l'ottavo re della dinastia.
"Sotto il regno di Tolomeo Fiscone (il Ventruto) fu creata un'altra biblioteca, quella del Serapione cosiddetta dal dio Serapide nel cui tempio allogossi. Fiscone esigeva da tutti quelli che approdasser ad Alessandria, che gli portasser de' libri per farli copiare; ma egli ritenevasi gli originali e rendeva in loro vece copie. Chiese agli Ateniesi le opere di Eschilo, di Sofocle e di Euripide, promettendo loro di render gli originali, e diè quindici talenti in guarentigia della promessa; ma ottenuti què preziosi manoscritti, non liberò la sua parola, lasciando senza rammarico il dato pegno. Con modi si poco onesti il Ventruto fè una numerosa collezione."
Certo che questo re era un fior d'imbroglione, anche se per il bene della sua biblioteca. Sotto di lui fu bibliotecario un certo Aristofane, non quello delle "Nuvole".
La storia della distruzione della biblioteca sotto Cleopatra a causa dell'incendio che Cesare fece appiccare e il fatto che poi Antonio ricostituì la collezione è più o meno simile, anche se si dice che Antonio per la sua donazione fece ricorso ai 200.000 volumi della biblioteca di Pergamo, evidentemente passati di mano!
Nella biblioteca vennero custodite le opere storiche delle antichità etrusche e cartaginesi, di cui ora non ci resta purtroppo praticamente niente.
In questo testo si introduce però una ulteriore distruzione, non presente nel precedente, si dice infatti:
"Nel 390 i dotti del paganesimo coltivavan pacificamente le lettere nel Serapione allorché Teofilo, patriarca d'Alessandria, risolvette distrugger la idolatria nella sua diocesi. Egli ottenne un editto di Teodosio il Grande, che gli permettea di distrugger tutt'i tempi de' falsi dei. Mentre intendeva metterlo in esecuzione, i pagani indignati ritiraronsi nel Serapione e coraggiosamente vi si difesero. Sostenuto dalle truppe imperiali, Teofilo forzò i filosofi e i grammatici nel loro asilo: essi furono obbligati a salvarsi con la fuga; il Serapione fu saccheggiato e distrutto; ed Orosio che visitò Alessandria nel 410 non trovò più biblioteca ne ivi ne altrove."
Ecco dunque che ancora una volta, questa volta a causa dell'intolleranza religiosa cristiana, il compimento di un crimine contro l'Umanità, la distruzione della conoscenza.
Nello stesso testo si dice che la presunta distruzione della biblioteca ad opera degli invasori mussulmani del 640 sia un falso. Questo perché gli autori del periodo successivo non ne parlano. Si dice infatti:
"Gli autori greci che han raccontata la espugnazione di Alessandria, e'l patriarca Eutichio, non dicono una parola di questa pretesa distruzione."
Si dice inoltre che la legge islamica proibisce di dare alle fiamme i libri cristiani e giudei acquisiti in guerra.
Allora, forse, la distruzione avvenne 390 e non nel 640 d.C.!
Chissà qual è la realtà, ormai nascosta dalle nebbie dei tempi?
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO