letterato latino del II° secolo d.C., ci ha lasciato un'immensa opera scritta nelle notti invernali passate in Attica (regione della Grecia). L'opera, dal titolo "Notti Attiche", é una raccolta di pensieri e appunti presi dall'autore durante le sue letture e poi sommariamente riordinati e pubblicati.
L'opera é veramente curiosa e tra le tante curiosità ho trovato anche qualcosa su Pitagora.
Aulo Gellio ci spiega quale fu il metodo e l'ordine dell'insegnamento seguito da Pitagora, ci dice infatti che gli adolescenti che chiedevano di essere istruiti venivano studiati nella fisionomia (da ciò il nome di ephysiognomònei) per cercare di intuirne il carattere e la natura.
Una volta esaminato e ritenuto idoneo veniva accolto nella scuola dove avrebbe seguito le lezioni ascoltando in silenzio, silenzio che doveva durare almeno due anni! In questa fase lo studente si chiamava akoustikòi, cioè uditore. Una volta appresa la scienza del tacere e dell'ascoltare, la più difficile, divenivano mathematikòi, matematici, in quanto dovevano studiare e riflettere sulla matematica. In questo periodo potevano fare domande, prendere appunti ed esprimere le loro opinioni.
Infine, una volta raggiunta la necessaria preparazione scientifica, potevano accedere allo studio delle opere della natura e dell'origine del mondo, e venivano chiamati physikòi, cioè fisici.
Pensate amici... a premessa della conoscenza veniva posta la capacità di ascoltare e tacere!
Saggezza degli antichi...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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