Vulnerabilità
del Network, Cybercrime, Cybersecurity, questi sono solo alcuni dei
temi che sempre più spesso sentiamo nominare dai telegiornali, news
online e altre piattaforme per l’informazione, e ciò non accade
senza motivo. La società moderna in cui viviamo, che possiamo
ricondurre ad una realtà fisica ha posto le proprie basi su una
dimensione che non possiamo vedere ne rendere pienamente sicura,
quella digitale.
Cybertech
Europe 2017 svoltosi a Roma il 26 e 27 Settembre ha avuto come scopo
proprio quello di rendere più visibile e sicura una realtà, come
quella digitale, che sta assumendo inesorabilmente una grande
importanza nel mondo dei servizi e delle imprese, creando un punto di
incontro tra aziende e manager sia del settore pubblico che privato,
agevolando lo scambio di idee e soluzioni per fronteggiare le sfide
che ci pone l’avanzare della tecnologia.
Il
Cybertech Europe, organizzato in collaborazione con Leonardo, è
stato inaugurato dal discorso di apertura del Ministro della Difesa
Roberta Pinotti e da una introduzione del CEO di Leonardo Alessandro
Profumo.
La
sicurezza informatica è un fattore che viene considerato molto
seriamente dalle aziende, secondo alcune stime il costo del cyber
crime a danno delle aziende è aumentato del 47% negli ultimi 5 anni
e il numero di attacchi informatici ad esse indirizzati ha subito un
aumento del 91%.
Il
primo passo per difendersi da questi rischi è la formazione del
personale. Il fattore umano, come ci viene detto da Benjamin
Desjardin di RSA, è chiave nella vicenda e anche solo il rispetto
delle più basilari norme di sicurezza sarebbe un passo avanti
importante infatti tra aziende pubbliche e private vi è ancora oggi
poca informazione e percezione del rischio da parte del personale.
Siamo
entrati da poco in un era in cui l’internet non è popolato solo da
utenti che “navigano” nella rete in maniera autonoma, ma anche da
“entità” digitali come elettrodomestici, telecamere, sensori e
apparecchi medici, i quali condividono una grande quantità di dati e
che sono intrinsecamente poco sicuri o difficilmente difendibili da
eventuali attacchi informatici, questo nuovo internet viene definito
internet of things (IoT) proprio poiché popolato non solo da persone
ma anche da cose; vi sono varie stime del numero di entità
digitali, alcune parlano di 20 miliardi di dispositivi connessi alla
rete.
Nel
corso della conferenza Gian Paolo Meneghini, rappresentante italiano
al Parlamento Europeo, ci dice che la Cybersecurity è un argomento
di principale interesse per l’Unione Europea, insieme ai temi della
trasformazione digitale delle imprese, dell’IoT e del 3D printing.
La creazione di un fronte comune tra stati ed associazioni, insieme
al riconoscimento dei crimini informatici e la possibilità di
portare avanti indagini informatiche nell’Unione senza avere le
barriere dei confini territoriali potrebbe fungere da deterrente per
molti crimini.
Queste
sono solo alcune delle prime misure di sicurezza Europee, ma in
Italia cosa accade?
Elio
Catania di Confindustria Digitale ci dice che l’Italia non ha
investito nel digitale e la crescita in questo settore è
sostanzialmente più bassa che negli altri paesi.
Tra
gli speaker il Commissario di Ostia, Prefetto Domenico Vulpiani, ex
capo della DIGOS di Roma ed ex direttore del Servizio di Polizia
Postale italiano, ha espresso le sue idee e preoccupazioni sulla
disinformazione e sul disinteresse inerenti ai temi della sicurezza
informatica in numerosi ambienti dell’amministrazione pubblica
italiana, dove la sicurezza delle informazioni e dei dati personali
dovrebbe essere massima. Solo nell’ultimo anno i leader italiani
hanno cominciato a rivolgere la loro attenzione a questi temi.
In
Italia il lavora da fare è ancora tanto ma il nostro paese può
prendere ad esempio il lavoro che viene già compiuto da altri stati,
europei e non.
Come
già detto la società del prossimo futuro sarà dominata negli
aspetti della mobilità, energia, salute e produzione da una forte
componente digitale e smart che porterà grandi vantaggi sotto il
profilo della produttività e del profitto, ma presenta delle grandi
incognite sotto il profilo della sicurezza.
Per
combattere l’aggravarsi di questi scenari Israele, una delle
nazioni più avanzate al mondo sotto il profilo della sicurezza
informatica, sta formando i giovani sin dalla scuola elementare, con
lo scopo di avere, in un prossimo futuro, un numero maggiore di
informatici pronti a combattere le minacce cyber. Purtroppo non
possiamo certo dire di avere una situazione simile in Italia, dove la
materia dell’informatica viene appena trattata durante gli anni
scolastici.
Israele
potrebbe sicuramente fornirci un buon esempio da seguire sotto
l’aspetto dell’educazione in relazione ai rischi correlati ad una
tecnologia che sta cambiando la nostra società ad una velocità che,
fino a pochi anni fa, non ci saremmo mai aspettati.
Un’altra
nazione all’avanguardia in questo settore da prendere come modello
di comportamento è l’Estonia e tra gli ospiti Marina
Kaljurand,
ex ministro degli esteri ed ambasciatrice estone negli USA, ci dice
che pur essendo l’Estonia un piccolo stato che conta circa un
milione e mezzo di abitanti, da anni si è distinta per i suoi
primati nel mondo digitale, essendo ad esempio la prima nazione al
mondo ad aver riconosciuto l’accesso ad internet come diritto ai
propri cittadini o per essere fondatrice della e-Residency. In questo
ultimo anno una task force guidata dal ministero delle comunicazioni
estone si è messa all’opera per definire e regolamentare
l’intelligenza artificiale sotto il profilo giuridico, specialmente
sulle responsabilità legate ad algoritmi di deep-learning, che non
sono difficilmente definibili sotto un profilo tecnico, quanto
piuttosto etico.
La
prospettiva di nuovi investimenti da parte dell’Unione e la
creazione di un fronte Europeo per combattere le minacce cyber è
quella che fa ben sperare in un futuro più sicuro per aziende,
servizi e cittadini in cui l’Internet of Things può essere
monitorato creando nuove piattaforme di sviluppo, progettate per
essere sicure “by design” e regolate da norme internazionali.
Suggestivo scorcio della Nuvola |
Questi
appena citati sono solo alcuni dei numerosi argomenti trattati
durante il Cybertech Europe 2017, che nel corso dei due giorni di
conferenza ha registrato più di 13.000 partecipanti con oltre 200
start-up e compagnie che hanno presentato i loro prodotti
all’esibizione.
Cybertech
rinnova l’invito agli interessati per la sua prossima edizione a
Tel-Aviv in Israele che si svolgerà tra il 29 e il 31 Gennaio 2018.
Francesco Rugolo